Non ti scordar di me – Intervista a Checco Guidi
La rubrica settimanale “NON TI SCORDAR DI ME”, a cura della redazione di tribunapoliticaweb.sm, vuole essere una raccolta di testimonianze, per il tramite di interviste, di tutti coloro che si impegnano quotidianamente a favore della Repubblica di San Marino, delle istituzioni sammarinesi, dell’economia e della comunità in generale. Di tutti coloro che si impegnano, anche solo a titolo personale, per promuovere nel migliore dei modi l’immagine della Repubblica di San Marino, dentro e fuori i nostri confini. A quelli che in definitiva possiamo considerare gli Angeli Custodi della Repubblica più antica al mondo.
Checco Guidi
Tra le sue pubblicazioni più recenti vi è “RADGHI”: Ci può parlare nel dettaglio di quest’opera e di cosa rappresenta?
Ho pubblicato nel passato diverse raccolte di poesie dialettali e “RADGHI” è per me una novità assoluta perché è la prima volta che sono riuscito a realizzare un Video all’interno del quale sono contenute 31 poesie dialettali che parlano della nostra tradizione, dei nostri valori e delle nostre radici. Le riprese – e anche questa è una primizia – sono state effettuate da un operatore professionale nei luoghi più significativi di San Marino, possibilmente proprio nei luoghi descritti nelle mie rime. “La libertà”, “La Bandjira”, “E’ Mòunt”, “Il Trenino Bianco-Azzurro”, il “Sacello del Santo”, “L’emigrante”, “L’Arengo”, “Nostalgia ‘d Nadèl”, “La soira di fug”, “Cròusa ‘d Dmagnén”, “Radghi”, sono solo alcune delle poesie contenute nel DVD. Il video, che ha ottenuto L’Alto Patrocinio della Eccellentissima Reggenza e il Patrocinio della Segreteria di Stato alla Cultura e di altre Segreterie di Stato, ha come sottotitolo “Alla ricerca della memoria perduta”, proprio perché vuole rivalorizzare, attraverso il dialetto e la poesia, le nostre tradizioni più genuine e farle conoscere anche attraverso il ricordo degli anziani alle nuove generazioni. Il video si onora del saluto del Segretario di Stato alla Cultura e degli interventi del Prof. Renato Domenico Di Nubila e del giornalista Giuseppe Detto Pino Cesetti. Anche con il presente progetto continua la consuetudine di abbinare alla poesia gesti di beneficenza nei confronti di Associazioni sammarinesi che operano nel campo del sociale, e nel caso specifico il contributo è destinato alla Fondazione Centro Anch’io di San Marino. Il Video è disponibile presso tutte le edicole e librerie del Territorio
Quella dialettale è una tradizione che negli ultimi anni sta scomparendo: cosa fare per preservarla e tramandarla?
E’ vero, ultimamente il dialetto è stato emarginato, soprattutto – a parere mio – a causa del mancato contatto degli anziani con i nipotini e dei telefonini che attraggono i giovanissimi più di ogni altra cosa, più della scuola, più dei giochi, più delle avventure con i coetanei, più dell’amicizia. Però ci sono dei segnali positivi che ultimamente mi fanno sperare in un cambiamento in favore della riscoperta del dialetto: per la prima volta nella storia della nostra Terra è stato pubblicato – a cura della Fondazione Ente Cassa di Faetano – un “Dizionario di Dialetto Sammarinese” che ha lo scopo di salvaguardare alcune migliaia di parole per farle conoscere alle nuove generazioni; a tale opera sono stato chiamato a collaborare anch’io, unitamente ad altri appassionati, con un impegno di alcuni anni. Sicuramente il volume sarà distribuito, oltre che alla cittadinanza, anche alle Scuole di ogni ordine e grado per dar modo agli studenti di apprendere, imparare e fare proprio un patrimonio unico di tradizioni e saggezza.
Un altro segnale positivo è dato dal teatro dialettale che attraverso il Piccolo Teatro Martelli e ultimamente dall’amico autore Stefano Palmucci ed altri appassionati, sta vivendo un buon momento con un interesse forte da parte di un pubblico anche e soprattutto giovane.
A quali progetti sta lavorando attualmente?
A parte l’impegno non leggero per la pubblicizzazione del video RADGHI che sta ottenendo comunque una discreta attenzione da parte dei media e dei privati, attratti sia dall’amore per il dialetto, sia dalla possibilità di compiere un gesto di solidarietà nei confronti di chi è meno fortunato, è da un po’ di tempo – aiutato in tal senso anche dalla forzata sedentarietà dovuta alla pandemia – che mi sto dedicando al terzo volume dei “MODI ‘D DI’ “, dopo i due volumi pubblicati a cura dell’Ente Cassa di Faetano negli anni 2004 e 2010, terzo volume che conterrà circa 300 modi di dire e detti popolari da aggiungere ai 600 modi di dire già presenti nelle raccolte precedenti. Inoltre periodicamente tengo rapporti con le Scuole Elementari di San Marino, per piccoli progetti di recupero della memoria e delle nostre radici.
Molte delle sue iniziative hanno una forte valenza sociale e solidale: cosa la spinge ad unire questi aspetti alla poesia?
Sono sempre stato attento nelle diverse situazioni della vita quotidiana alle realtà locali . . . in particolar modo nei confronti di chi si trova in difficoltà di salute, ma anche al mondo dei bambini (attraverso il contatto con la scuola) e soprattutto al mondo degli anziani. Ho frequentato per anni il Diurno di Borgo Maggiore e altre realtà della nostra Terra come “Vivi la Vita” di Dogana, passando con i frequentatori ore bellissime parlando degli anni dell’infanzia, della vita di un tempo, cantando canzoni, proponendo piccoli progetti sui mestieri, le abitudini di un tempo, progettando recite teatrali dialettali, ecc. e da lì pensare di dare una mano a queste realtà il passo è stato breve; così ad ogni mia nuova raccolta di poesie fin dai primi anni novanta ho destinato parte del ricavato delle vendite ad associazioni operanti sul Territorio. E anche se le cifre non sono poi così sostanziose, quello che è interessante è che per queste associazioni – oltre a una somma accettabile – c’è visibilità e conoscenza da parte di tanti sammarinesi.