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Mi chiamo Bond, Junk Bond

Il 2018 è l’anno della questione titoli (i famosi Junk Bond, titoli spazzatura), della vendita degli NPL di Cassa di Risparmio, della patrimoniale, della sanatoria edilizia, delle ordinanze Morsiani.  È un “annus horribilis” per la XIX legislatura, durante il quale ogni giorno le cronache si infiammano per la fortissima contrapposizione tra maggioranza e opposizione, per la “questione giustizia”, per l’economia che non riesce a rilanciarsi, per gli scioperi (due in un anno, più quello della scuola), per il progetto di fusione Carisp/Bsm, per le improvvise dimissioni di Simone Celli dalla Segreteria alla Finanze. Senza contare la miriade di altri fatti che, comunque, vanno a comporre il mosaico storico di questo periodo. Probabilmente ce ne siamo già dimenticati, ma era solo ieri.

Dopo il libro che raccoglie tutte le vicende del 2017: “Un paradiso fiscale finito all’inferno”, Angela Venturini elenca mese per mese anche quelle del 2018, raggruppandole sotto un titolo liberamente mutuato dal testo di un articolo del Corriere della Sera: “Mi chiamo Bond, Junk Bond – Il Titano all’ombra dei titoli spazzatura”.

Sul caso titoli sono stati spesi fiumi di inchiostro.

Nell’estate 2017, BCSM aveva investito oltre 43 milioni per rilevare titoli che banca Cis aveva in garanzia a fronte di finanziamenti accordati ad alcuni clienti. I titoli erano obbligazioni senza rating e ad alto rendimento emesse da una finanziaria olandese, Demeter, che secondo le fonti era tecnicamente una “repackaging entity”, cioè una società che riconfezionava altri titoli. Nello specifico dovrebbero essere stati titoli derivati e collegati ai gruppi brasiliani Petroleo Brasilero (Petrobras). Insomma, junk bond.

I clienti che avevano dato questi titoli in garanzia erano membri della famiglia Confuorti o suoi collaboratori. Sulla natura di quei derivati era stata comunque avviata una perizia ed era stato aperto un fascicolo dal tribunale. Sembra che, proprio da qui, sia poi partita tutta la questione giustizia, peraltro ancora aperta.

Il risultato, comunque, è che grazie alla liquidità di Bcsm, i debiti furono azzerati con vantaggi per banca Cis e per Confuorti. Il proprietario di banca Cis, Marino Grandoni, ingegnere immobiliarista, uno degli uomini più potenti e influenti di San Marino, aveva replicato alle veementi accuse delle opposizioni: “Vicenda montata, c’è una lotta in atto a San Marino e noi siamo in mezzo. Viene criminalizzato Confuorti che peraltro è in ottime relazioni con i politici. L’operazione titoli? Ordinaria per Bcsm e non c’è danno.”

Come è andata a finire, ce l’hanno raccontata le cronache dei mesi successivi, sia per banca CIS, sia per i titoli, che sono stati rivenduti tra il 2019 e il 2020 grazie alla perizia di Banca Centrale e del suo nuovo staff.

Ma in questo volume, il racconto si ferma al 2018. Il resto verrà in seguito.

Un semplice suggerimento ai maestri delle fake: questo non è un libro antisistema. Questo è un libro che il sistema lo racconta tout court.

Lo si può trovare in libreria e nelle edicole del territorio.

a.ve