Presentato alla Reggenza l’ultimo libro che vede la partecipazione del Centro di Ricerca sull’Emigrazione dell’Università di San Marino
Un libro che raccoglie le autobiografie e le memorie scritte protagoniste dell’edizione 2018 di “DIMMI di Storie Migranti”, un progetto che ha coinvolto un concorso letterario nazionale con la partecipazione del Centro di Ricerca sull’Emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, per portare ai lettori una serie di esperienze firmate da migranti contemporanei. È quanto è stato presentato oggi, martedì 10 settembre, agli Eccellentissimi Capitani Reggenti Nicola Selva e Michele Muratori durante un’udienza che ha raccolto a Palazzo Pubblico figure come la direttrice del Centro di Ricerca, Patrizia Di Luca, il direttore generale dell’Ateneo, Isabella Bizzocchi, il Funzionario Vicario dell’Ambasciata d’Italia a San Marino, Claudia Amerini, il Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Marco Podeschi, e Massimiliano Bruni dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, una delle principali realtà a curare l’’iniziativa. A dare sostegno, fra gli altri, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Ministero degli Esteri).
Il volume, intitolato “Se il mare finisce – undici storie migranti”, è edito da Terre di Mezzo e rappresenta un’occasione per scoprire i vissuti di chi affronta il percorso migratorio: “Questo libro permette di ascoltare, attraverso la voce narrante delle protagoniste e dei protagonisti, le motivazioni, le paure e le speranze che accompagnano le esperienze contemporanee di migrazione”, spiega di Luca. “Nelle sue pagine incontriamo Madassa Traore, proveniente dal Mali e consapevole dei rischi dell’attraversata del Mediterraneo. Nel suo racconto scrive: ‘Ho considerato quel viaggio come un suicidio, ma eccomi io stesso davanti a questo viaggio che ho sempre odiato’. Ci sono le storie di giovani donne come Ametula Mohamed Ahmed, proveniente dall’Etiopia, che vorrebbe un lavoro e non assistenza. Loredana Damian, dalla Romania. Fernanda Gonzales, nata in Argentina, a Buenos Aires. Clementine Pacmogda, arrivata in Italia dalla Costa D’Avorio con una Borsa di ricerca dell’Università La Normale di Pisa. Rjikard, un giovane ragazzo omosessuale proveniente dal Camerun che fugge da violente discriminazioni. Karamoko Fofana, che scappa invece dalla Costa d’Avorio insanguinata dalla guerra civile. Franky Kuete, nato in Camerun. Bakay Jobe, proveniente dal Gambia. Thierno Sadou Sow, partito dalla Guinea a 10 anni e arrivato in Italia tre anni più tardi, da solo. Le loro parole ci conducono attraverso esperienze durissime che è importante ascoltare e conoscere perché dimostrano l’infondatezza di tanti luoghi comuni oggi presenti”.
Il progetto DIMMI, che nel 2018 ha visto la partecipazione di 57 uomini, 11 donne e 20 minorenni di entrambi i sessi provenienti da quattro diversi continenti, ha come scopo principale la promozione del dialogo tra cittadini di diverse origini, per costruire relazioni basate sul rispetto reciproco e sulla consapevolezza di essere tutte e tutti portatori di una stessa e uguale dignità.
cs UNIRSM