C. G. G. Prosegue lo scontro sulla giustizia: Bevitori sulla lettera del Commissario dei diritti umani
Nella seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale prosegue lo scontro sul tema della giustizia. Alessandro Bevitori (Libera) tira in ballo la lettera del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa e parla di mancanza di rispetto vergognosa verso le forze politiche lasciate all’oscuro. Noi rappresentiamo la cittadinanza, 3mila cittadini, e voi nascondete questa cosa?”. “Di fronte a quella votazione credo non ci fosse nulla da eccepire: era un atto dovuto – dice Maria Luisa Berti (Npr), non risparmiando critiche al collega di partito Iro Belluzzi -. Il dubbio mi viene e penso che il suo atto sia stato un atto politico che per me rimane ancora inconcepibile e da cui prendo le distanze”. Per il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini “sono stati fatti degli errori che oggi possiamo correggere attraverso delle riforme del tribunale e andando ad individuare un magistrato dirigente”. “Abbiamo una attenzione degli organismi internazionali che non si può trascurare – avverte Pasquale Valentini (Pdcs) -. Sicuramente forzature sono state fatte in un momento e nell’altro”.
“Libera considera fallimentare la gestione della giustizia negli ultimi mesi – premette Luca Boschi (Libera) -. Il nostro tribunale è in tilt e regna il caos. Se non ci saranno intenzioni chiare da parte del Segretario alla Giustizia – mette in guardia – utilizzeremo tutti gli strumenti legittimi che la legge ci mette a disposizione come opposizione per evidenziare il fallimento e i suoi responsabili”. Marco Nicolini (Rete) invita a rivolgersi al Consiglio d’Europa, il quale “ci dirà che non possiamo permetterci di avere una magistratura stabilmente residente nel Paese e si mischi al tessuto economico e sociale e una volta pescato con le mani nella marmellata si rivolge piangente al Segretario di Stato”. Il Segretario di Stato Marco Gatti lancia un monito: “Non illudiamoci di esserci liberati della piovra che ha tentato di prendere in mano la Repubblica”. “Dov’erano Ciacci e Boschi quando venivano venduti gli Npl e si spingeva il pulsante per mandare via il magistrato dirigente? Erano lì” attacca Emanuele Santi (Rete).
Fonte DIRE
San Marino, 23 settembre 2020/1720 d. F. R.