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In forma di preghiera. Primo bilancio per il San Marino Green Festival 

Giochi del Titano
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“C’è un tragitto che ogni mattina compio, dalla mia casa al bar. E viceversa. Un percorso a “L” fatto di due brevi rettilinei, il primo costeggia un panificio e il giardino di una scuola elementare, l’altro una strada provinciale a quell’ora molto trafficata.

È quello l’unico momento della giornata in cui mi concedo di perdere un po’ del mio “prezioso” tempo di adulto nell’era dei social e di internet, per interagire con ciò che mi circonda.

Il luogo degli incontri è il giardino della scuola, stralci di natura che mi scorrono a fianco regalandomi un campionario incredibile di reperti naturali.

Funghi, muschi, insetti, uccelli, fiori e vegetazioni spontanee, e ancora terra, secca o profumata di pioggia e, fra me e loro, una ringhiera a rimarcare la distanza che ci separa. Che separa l’uomo dalla natura.

Il San Marino Green Festival si è da poco concluso, lascia una nuvola densa di emozioni, incontri, buoni propositi…

La domanda è però una: cosa ci ha lasciato di concreto? Come e quanto ha potuto incidere nella coscienza dei pochi o molti che vi hanno partecipato a vario titolo? O di chi ne ha semplicemente beneficiato leggendo le cronache sui vari media locali o vedendoci alla Tv? Siamo riusciti a capire o a carpire qualcosa di importante da innestare nella vita di tutti in giorni? Perché “capire è cambiare”, come insegna quella minuscola e a tratti sgraziata ragazzina svedese avversata da tanti.

Voleva essere un festival “di prossimità” in cui le relazioni contassero più dei numeri o dei grandi ospiti che richiamano folle oceaniche. Questo ci eravamo detti io e Chiara, una cara amica venuta di lontano per fungere da rilevatore di emozioni, da coscienza critica, appuntando tutto sul taccuino con cui si aggirava discreta fra le pieghe del festival.

Di sicuro i tanti bambini delle scuole elementari che hanno visitato le mostre d’arte inserite nel programma (ce n’erano ben 7 di mostre!) sotto la guida appassionata di artisti con la vocazione a narrare, avranno fissato in maniera indelebile nel loro immaginario qualcosa di prezioso, che vale più dell’oro in questo preciso momento terrestre.

E solo per questo il festival ha già vinto!

C’è una cosa che negli ultimi 10 anni mi sta devastando, ed è il soccombere delle creature più deboli all’acuirsi degli effetti dei cambiamenti climatici.

Ecco allora che torniamo al capezzale dell’insetto morto in posizione di preghiera, da cui questo pensiero prende il largo.

È il suo corpo che ci parla. Ed è da quel corpicino svuotato di vita, dal corpo malato del pianeta e di tutti noi da cui dobbiamo ripartire. Ripensando in modo radicale le nostre esistenze fino a focalizzarci uniti sul nemico, su colui che sta uccidendo il pianeta e che ci sta derubando della nostra umanità.

Una bambina di 16 anni lo ha capito e si sta battendo contro questo sistema di cose, un’organizzazione economica che governa la terra nel nome del profitto, seguendo linee dettate da cinici algoritmi. Aiutiamola!

Sconfiggerlo significherà bloccare il countdown letale e tornare a pensare di essere capaci di costruire un futuro in cui ci sia acqua, spazio e vita degna per tutti. Nessuno escluso.”

Gabriele Geminiani

Presidente Fuorigioco Network e direttore del San Marino Green Festival

Didascalia immagini

  1. In forma di preghiera
  2. L’isola
Giochi del Titano