I rappresentanti più in vista di RETE da sempre in lotta contro il malaffare
Giudicate voi che paese è, un paese in cui un testimone di giustizia è considerato “infame”.
Giudicate voi che paese è, un paese in cui gli affiliati pagano la stampa amica per costruire, giorno dopo giorno, un mondo capovolto in cui i mafiosi sono martiri, mentre chi opera per la giustizia è il nemico pubblico.
Giudicate voi che paese è, un paese in cui si tutelano gli illeciti dei propri mandanti, si cancellano ogni uomo o donna di Stato, si piegano le istituzioni al proprio volere, si usa il dossieraggio come arma di ricatto e si fomenta l’odio come strumento di consenso.
Giudicate voi che paese è, un paese in cui si riesce a far apparire salvatori della patria dei truffatori, si trasforma un atto di giustizia nei confronti di un affiliato in un accanimento ingiustificato, si trasforma un pennivendolo al soldo in una specie di Nobel.
A San Marino da mesi si assiste alla denigrazione quotidiana nei confronti di RETE e dei suoi rappresentanti più in vista, che dalla sua nascita si sono contraddistinti per le lotte contro il malaffare. Si vuol far credere che RETE (e solo RETE, unico bersaglio della campagna elettorale: come mai facciamo così paura?) è come tutti gli altri.
RETE, i cui componenti venivano denunciati da Gatti mentre i suoi accusatori ci andavano a braccetto!
A San Marino, in questo clima, da qualche giorno si vocifera insistentemente che il tribunale stia preparando qualche “bomba” da far esplodere questa settimana, in piena campagna elettorale. Non si sa contro chi, ma è un copione che si ripete ad ogni elezione.
Il governo Adesso.sm è nato nel 2016 da Simone Celli (assolto nonostante avesse promesso incarichi diplomatici a Carrirolo), con la supervisione della longeva AP, la cui madrina Antonella Mularoni -che poi ha ricevuto un’esplosione di incarichi istituzionali- rimase “neutra e passiva” di fronte alla richiesta di un “sovrapprezzo” per la cessione di Delta alla presenza di Gabriele Gatti.
Nel 2016 avevamo detto no ad AP e no a Celli & co.
Da quel momento siamo diventati il nemico da abbattere.
Il Magistrato Dirigente (reo di aver denunciato le pressioni del Governo sulla Magistratura) è stato rimosso, non ci rimane che attendere qualche giorno per capire quale nemico verrà ora abbattuto in via precauzionale.
Nel frattempo sono stati tutelati gli interessi di faccendieri esteri contro i propri rappresentanti istituzionali, le comparse arabe sono divenute salvatori della patria compromettendo i rapporti diplomatici, la banca di Stato è stata spolpata.
Chi vivrà vedrà, si dice. Vedremo dunque che anticorpi critici abbia ancora il nostro paese, perché sarà chiamato a scegliere tra lo Stato e l’antistato.
Da certe dinamiche, una volta intraprese, indietro non si torna.
Movimento RETE