Elezioni

La vera politica estera non può nutrirsi di gaffes

L’interrogativo rischia di essere pleonastico: è esistita una politica estera in questi ultimi tre anni a San Marino?

La sopravvivenza della nostra Repubblica è sempre stata affidata alla capacità dei nostri avi di dialogare e intessere relazioni diplomatiche con gli altri Stati. Non era facile per una comunità senza eserciti e senza ricchezze relazionarsi con re, imperatori, signorie, grandi condottieri e conquistatori. “Siamo fieri della nostra picciolezza” rispose Antonio Onofri all’emissario di Napoleone Bonaparte. E la Repubblica si salvò dalla conquista dell’esercito francese alla fine del ‘700.

Ma in questi tre anni, Nicola Renzi ha brillato… di luce spenta. Al Global Compact di Marrakech ha preso una posizione esattamente contraria a quella del governo italiano (poi non ci si può stupire che dopo un anno non si riesca ancora a risolvere il problema targhe). Mentre era in trattativa con la EU per un accordo di integrazione, ha ricevuto il ministro agli esteri russo Lavrov, quando la Russia era sotto sanzione dalla UE. Ha appoggiato gli accordi economici con la cinese ZTE mentre Trump aveva dichiara la guerra commerciale con la Cina. Ha nominato ambasciatori che non hanno ricevuto il gradimento dei paesi di elezione. La lista ovviamente è molto più lunga, ma tanto basta per domandarci: sono delle gaffes, o è piuttosto incompetenza?

In un pianeta sempre più interconnesso, nel quale la Repubblica di San Marino rappresenta una delle più piccole sfaccettature, è impossibile ritenere la politica estera un’entità marginale, di secondo piano.

RETE ha sempre sostenuto che la capacità di dialogare e di instaurare rapporti con interlocutori all’esterno del territorio nazionale rappresenta una caratteristica fondamentale per la classe politica.
Ricostruire una politica estera a San Marino significa innanzi tutto revisionare i rapporti verso la vicina Italia, rendendola il principale partner strategico, oltre che un intermediario con gli altri attori internazionali, primo fra tutti l’Unione Europea, con l’obiettivo di integrare il paese all’interno della struttura politica mondiale, senza per questo rinunciare alle nostre peculiarità.

Per collocare nuovamente il nostro Paese in un tessuto di relazioni internazionali utili al suo sviluppo è necessario sostituire il vecchio accordo di “amicizia e buon vicinato” con veri e propri accordi strategici e di stretta collaborazione, prima ancora di guardare oltre il confine delle Alpi. Con la Repubblica italiana dovremo saper trovare soluzioni che permettano di affrontare il problema di liquidità senza compromettere la nostra sovranità, in un’ottica di reciproco vantaggio.

Fondamentale, in proposito, è garantire l’apertura, il riconoscimento e l’operatività del sistema sammarinese verso l’esterno in settori strategici, a cominciare da quello bancario.
Di tutto questo, con molti altri approfondimenti, i rappresentanti di RETE parleranno lunedì sera, 25 novembre, alle ore 21, presso il Centro Sociale di Fiorentino, all’interno del ciclo di serate organizzate per illustrare in tutti i Castelli i vari capitoli del programma di governo.

Movimento RETE