“Calcolo dell’ICEE, va considerato il valore effettivo degli immobili”
Il Decreto per rendere applicativo l’ICEE (Indicatore della Condizione Economica per l’Equità) non verrà ratificato durante la sessione consiliare in corso. Verrà riemesso per consentire di svolgere un confronto approfondito e valutare le varie proposte di miglioramento che verranno avanzate. Diamo atto al Governo di avere condiviso questa necessità. Nell’ultima puntata di CSdL informa, abbiamo anticipato alcune considerazioni.
L’ICEE è uno strumento che deve servire a misurare la ricchezza delle famiglie, formata da redditi e patrimoni, al fine di calibrare gli interventi pubblici. C’è una delega aperta fin dal 2017: almeno tre governi non hanno concretizzato questo impegno.
La CSdL ha sempre sollecitato l’adozione di questo strumento; piuttosto che fornire sostegni indiscriminatamente a tutti, è opportuno finalizzarli in misura più incisiva verso coloro che ne hanno maggiori necessità. È risaputo che attualmente alcuni interventi sono a pioggia, mentre altri sono tarati prendendo a riferimento il solo reddito familiare che, come abbiamo posto in evidenza attraverso lo studio sugli effetti della riforma IGR, presenta diversi lati oscuri, per usare un eufemismo.
Occorre quindi dare il giusto peso anche i patrimoni. Riteniamo altresì che la messa a disposizione degli organi di controllo di un data base contenente tutte le proprietà debba servire anche per scovare chi elude il fisco.
La proporzione prevista dal Decreto è di 100 / 20, ovvero il reddito conta per intero, al netto degli abbattimenti (affitti, mutui, ecc.), mentre la parte patrimoniale viene imputata nella misura del 20%. A nostro avviso occorre far pesare maggiormente il patrimonio in rapporto al reddito, proprio per non favorire chi dichiara redditi fasulli e, al contrario, sfavorire i giovani che in virtù della loro professionalità percepiscono stipendi elevati ma non hanno ancora potuto accantonare risparmi significativi.
La CSdL ha svolto una comparazione tra l’ICEE sammarinese e l’equivalente l’ISEE italiano (in vigore da tempo): l’impostazione è piuttosto simile, ma vi è una differenza notevole per quanto concerne il peso degli immobili. Per la valutazione di questi ultimi, in Italia la rendita catastale viene moltiplicata per alcuni coefficienti al fine di determinarne il valore economico. Il Decreto sammarinese, invece, contiene una norma transitoria che, in attesa “della definizione della riforma degli estimi”, indica quale valore del patrimonio immobiliare l’importo della rendita catastale. Non è chiaro altresì il calcolo dell’importo attribuito agli immobili detenuti all’estero.
Abbiamo fatto una simulazione con alcuni esempi concreti: un appartamento acquistato 7/8 anni fa al prezzo di € 200.000 – quindi prima della speculazione che si è registrata nell’ultimo periodo, di cui peraltro occorrerebbe tenere conto – ha una rendita catastale di circa € 1.000.
Stando all’attuale Decreto, anziché il 20% di 200.000, così come verrebbe computato il patrimonio mobiliare ai fini del calcolo ICEE, verrebbe quindi considerata la misera somma di € 1.000. Finché si tratta della casa di abitazione, per la quale, al termine della fase transitoria, è prevista una franchigia, va anche bene ma, in presenza di ulteriori immobili, è veramente ridicolo!
Il risultato sarebbe che, a parità di reddito, paragonando una famiglia che detenesse unicamente discreti depositi bancari, frutto di risparmi per potersi acquistare un appartamento appena ve ne siano le condizioni, ad un’altra che avesse disponibilità finanziarie più ridotte, ma fosse proprietaria di consistenti patrimoni immobiliari, ai fini del valore ICEE la prima risulterebbe nettamente più ricca della seconda.
Così non può funzionare: la CSdL chiede di modificare questo aspetto fondamentale, facendo le riforme necessarie e trovando la soluzione migliore per attribuire agli immobili il giusto valore economico.
L’analisi del Decreto sull’ICEE prosegue con una successiva comunicazione.
CSdL