Usl: “Sulla riforma previdenziale nessuna visione d’insieme del Paese”
Si è tenuto questa mattina, 22.7.21, il secondo incontro convocato dalla Segreteria alla Sanità sul progetto di riforma previdenziale, nel quale ci è stata consegnata una prima bozza di testo che rappresenta un punto di partenza sulla quale lavorare.
Introduzione della quota 103 con 63 anni anagrafici, aumento delle aliquote di solidarietà sono solo alcuni degli elementi critici contenuti nell’articolato che, per come attualmente scritto, a nostro avviso rappresenta un mero disegno ragionieristico finalizzato al contenimento dei costi e non ci vede d’accordo.
Non si tratta di una vera e propria riforma, perché nulla viene sancito rispetto ai lavori usuranti, alla tutela delle donne, alle nuove generazioni; anzi l’impianto presentato per certi versi penalizza le categorie di persone che per motivi famigliari, di studio o a causa di carriere frammentate e della precarizzazione del lavoro si ritrovano, loro malgrado, a non avere versamenti contributivi continuativi e importanti.
Assente, inoltre, quasi totalmente la parte relativa alla previdenza complementare.
Come USL abbiamo contestato questo impianto, segnalando le relative lacune e le anomalie, affermando altresì che manca una visione per il Paese, manca un progetto complessivo che comprenda tutte le riforme necessarie per il rilancio della nostra Repubblica; non si può discutere una riforma di questa portata senza contestualmente intervenire sulle norme che regolano il mercato del lavoro, senza avere un regime fiscale realmente ispirato a principi di equità, dove chi non versa i contributi viene davvero perseguito e punito per le sue inadempienze.
L’USL conferma la sua disponibilità a discutere di una riforma previdenziale che si renda necessaria per mettere in sicurezza i Fondi Pensione, che vedono le loro risorse erodersi di anno in anno; è un atto di responsabilità per il Paese e per le future generazioni che altrimenti potrebbero vedere compromesso il proprio diritto alla pensione, però è indispensabile fare una riforma a 360° che non lasci indietro nessuno, che tenga in considerazione anche l’aspetto sociale della materia, e che tale intervento sia calato in un progetto Paese che deve necessariamente coinvolgere altre riforme. Solo così il sistema sarà messo realmente in equilibrio, senza pregiudicare la sostenibilità dell’intervento.
San Marino 22-07-2021 La Segreteria USL