Anis: “Riforme, serve una forte e chiara assunzione di responsabilità da parte di tutti”
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di ANIS:
Concretezza e sostenibilità. Questo il binario su cui deve muoversi il Paese nell’affrontare il programma di riforme che, come dicono i numeri, sono ineludibili. Nonostante l’urgenza, però, non c’è ancora nel Paese quella volontà chiara di realizzarle e il ritardo con cui i tavoli di lavoro stanno procedendo ne è purtroppo la dimostrazione. Serve quindi un’accelerazione, con una forte e chiara assunzione di responsabilità da parte di tutti, politica e parti sociali, perché non è accettabile che siano tenuti in stallo tutti i processi di ammodernamento, sviluppo e salvaguardia del sistema sammarinese. È su questo fronte che ANIS chiede un impegno pubblico a tutti gli interlocutori, dal Governo alle forze di maggioranza e di minoranza, alle altre categorie economiche e alle organizzazioni sindacali.
Siamo consapevoli che non basta enunciare o sottoscrivere “patti” o “manifesti delle riforme”, ma serve più che mai serietà e spirito costruttivo e collaborativo per adottare definitivamente un metodo di lavoro più efficace, che sappia tradurre le buone intenzioni in provvedimenti concreti, attraverso una adeguata condivisione.
Nei mesi scorsi, infatti, la nostra Associazione ha incontrato più volte il Governo e le forze di maggioranza, per condividere il loro programma delle riforme: a seguito della recente illustrazione di un documento comprendente tutti gli interventi ipotizzati per i prossimi mesi, il Consiglio Direttivo di ANIS si è confrontato sulle reali possibilità di realizzazione degli stessi. Dall’analisi dei vari progetti, proposti ancora come “elenco di cose da fare” e non sotto forma di un vero Piano Strategico, è quindi emersa la preoccupazione che senza un metodo di lavoro efficace, c’è il rischio di arrivare alla fine dell’anno senza alcuna riforma completata. Da qui la nostra proposta, che punta a dare concretezza a ciò che effettivamente e oggettivamente si può realizzare entro i prossimi otto mesi: la riforma delle Pensioni – uno dei pochi tavoli aperti finora e di cui si conoscono tutti i dati e le dinamiche attuali – su cui si deve intervenire urgentemente, perché sappiamo già che a fine 2021 i Fondi registreranno un disavanzo di 50 milioni di euro; l’entrata in vigore delle Leggi del cosiddetto “pacchetto Banche” per ridare stabilità ed economicità al sistema e perché possa svolgere appieno il suo ruolo di sostegno alle famiglie e alle imprese; una seria Spending Review che riduca sprechi e inefficienze, liberando quelle risorse necessarie agli investimenti per ammodernare sia la P.A. sia il Paese, come ad esempio le infrastrutture e le opere pubbliche che potrebbero a loro volta sbloccare anche quel volano essenziale rappresentato dall’Edilizia.
Con lo stesso metodo, si potrà suddividere in più progetti l’insieme di interventi e strumenti appena presentati dalla Segreteria al Lavoro, al fine di arrivare alla loro concretizzazione entro l’estate, come previsto dalla delega. Si tratta infatti di significativi interventi di riordino sia normativo che organizzativo, allo scopo di rendere più efficiente il sistema del collocamento, sia per le imprese che devono assumere, sia per i lavoratori. La possibilità di fruire di ulteriori strumenti, inoltre, renderà più efficiente lo svolgimento dell’attività aziendale.
Tempi oggettivamente più lunghi per vedere operative altre riforme, su cui però occorre avere, perché è fondamentale, la più ampia possibile condivisione e già un piano d’azione da attivare subito per raggiungere l’obiettivo in tempi congrui: l’introduzione dell’IVA, ad esempio, e l’Accordo di Associazione all’Unione Europea. Due temi differenti, ma legati comunque tra loro soprattutto dalle prospettive di miglioramento dei rapporti diplomatici e commerciali, che oggi vivono tutte le problematiche conseguenti all’essere un Paese terzo.
Il “faro” di tutte queste azioni è e deve essere l’attenzione all’ingente debito contratto verso l’esterno in questi ultimi mesi, che si somma al già consistente indebitamento interno: ogni azione dovrà essere misurata e mirata alla sostenibilità di questi prestiti, evitando che si trasformino in mera spesa corrente e il rischio di essere costretti a chiedere ulteriori finanziamenti esterni per ripagare quanti ci hanno concesso fiducia e risorse. È una spirale in cui non dobbiamo assolutamente entrare.