Economia e Lavoro

OSLA: sulla PA interventi non più rinviabili

Occorre agire con decisione affinché la Pubblica amministrazione di San Marino sia uno dei cardini dello sviluppo del paese

La PA deve essere al servizio dei cittadini” è la frase che sentiamo dire da tutti i partiti e da tutti i Governi. Ma va declinata in azioni concrete. OSLA lo sostiene da sempre in ogni consesso.

Ora però il tema è ancor più pressante: occorre intervenire con decisione affinché la Pubblica Amministrazione di San Marino sia uno dei cardini dello sviluppo del Paese.

Vogliamo essere chiari: non scendiamo nel qualunquismo da bar che taccia in modo negativo tutti i dipendenti pubblici. Sappiamo bene che in tutti gli ambiti e le professioni ci sono bravi e meno bravi. Così come non facciamo un semplicistico discorso di costi o di quantità di personale.

Ma chiunque si trovi a doversi confrontare con la PA sa bene che la macchina pubblica di San Marino va ammodernata nella mentalità e negli strumenti, riqualificata nella forza lavoro, migliorata nella produttività.

Occorre avere il coraggio di tagliare dove serve, come nei servizi meno qualificati e non strategici che possono essere esternalizzati, e allo stesso tempo di investire risorse e capitale umano per potenziare quei servizi che oggi vanno a rilento.

Una PA lenta, improduttiva e non al servizio dell’utenza è doppiamente costosa. È costosa per famiglie e imprese che devono districarsi tra le varie procedure e uffici o che si vedono allungare i tempi di conclusione delle pratiche e quindi il momento del pagamento della parcella. Ma è costosa anche per lo Stato stesso, quindi tutti noi.

Basti pensare che la spesa complessiva del bilancio pubblico, al netto delle partite di giro, ammonta per il 2019 a 570 milioni di euro (dati Programma economico 2021). Di questi 100 milioni, ovvero quasi il 20%, sono Oneri retributivi del personale in attività (composta dalle categorie oneri retributivi degli Organi Istituzionali, personale in attività e oneri retributivi) e dal Personale in congedo.

Quanto “rendono” questi 100 milioni di euro? Siamo sicuri che a parità di investimento sia possibile una organizzazione migliore.

In questo senso le figure centrali devono essere le decine e decine di dirigenti in organico che vanno maggiormente responsabilizzati e formati, ed il loro stipendio va ancor più basato sui risultati raggiunti.

In questo senso accogliamo con favore l’intesa tra l’Università degli Studi di San Marino e la Direzione Generale della Funzione Pubblica che ha consentito l’avvio nell’Anno Accademico 2020/21 del primo Master di II livello in “Le pratiche manageriali nella pubblica amministrazione” con cui il Governo intende ampliare il bacino dei possibili aspiranti a posizioni dirigenziali pubbliche e favorire un’importante e specifica formazione preventiva per coloro che ambiscano a ricoprire posizioni apicali e di responsabilità nell’Amministrazione.

In poche parole occorre avvicinare il settore pubblico al settore privato, in cui i dirigenti d’azienda possono valorizzare i dipendenti più motivati e preparati ed allontanare gli altri, in cui se l’azienda è in difficoltà ha la possibilità di intervenire anche sulla forza lavoro, in cui i risultati sono chiari e costantemente monitorati; non dimenticando altresì l’obiettivo di parificarne anche il livello retributivo a parità di mansione.

Siamo in un momento storico cruciale per la sopravvivenza del Paese. Ci attendono enormi sfide e riforme importanti. Non possiamo pensare di portarle a termine senza aver prima dotato lo Stato di una Pa più efficiente e produttiva.

 

 

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