Economia e Lavoro

Allarme CDLS: in autunno rischiamo nuova ondata di licenziamenti

E’ forte e chiaro l’allarme che il Segretario Generale della
CDLS, Gianluca Montanari, lancia in vista della convocazione del consiglio
confederale che dovrà decidere – tra gli altri punti all’ordine del giorno –
anche l’eventuale slittamento del 16° Congresso Confederale previsto per il
prossimo ottobre.

Le stime della Confederazione Sindacale Europea (CES) del resto sono ben
note:
la lunga paralisi economica provocata dal lockdown economico e sociale
in Europa a causa del Covid19 provocherà 40 milioni di nuovi disoccupati.
“E’ chiaro che anche la nostra Repubblica – afferma il segretario Montanari
– è estremamente vulnerabile ed esposta a questa ondata di licenziamenti,
anche perché Il contagio del virus si è abbattuto su un Paese già messo a
dura prova da un precario equilibrio del Bilancio pubblico e da forti
criticità del comparto bancario e finanziario appesantito da una mole
consistente di NPL”.

“Difficile fare previsioni per i prossimi mesi, ma visti i dati parziali
sinora disponibili Lo scenario è molto preoccupante: in autunno rischiamo
alcune migliaia di licenziamenti
.  La priorità è quindi quella di
trovare le risorse necessarie per fronteggiare questa emergenza
occupazionale, anche perché i recenti tagli alle retribuzioni, la riduzione
degli ammortizzatori sociali e il prelievo alle pensioni diventano
oggettivamente insopportabili se restano sacrifici a senso unico e,
parallelamente, non si affianca un progetto concreto e sostenibile di
rilancio dell’economia sammarinese”.

Per il Segretario della CDLS non ci sono scorciatoie: “Lo sforzo per
arginare i costi sociali e far ripartire il Paese deve essere corale.
Tutti
i soggetti economici devono partecipare a questo progetto di rilancio e
collaborare per uscire da questa emergenza. La soluzione della attuale crisi
non può certamente passare attraverso l’ipotesi di qualsivoglia prelievo
forzoso sui depositi bancari, sarà indispensabile che si attivino linee di
credito tramite controparti Istituzionali ed Organismi internazionali per
finanziare gli investimenti, il rilancio dell’economia e la riconversione
economica dei comparti più critici; saranno necessari interventi concordati
improntati ad equità e condivisione per affrontare le dinamiche e le
criticità del Bilancio dello Stato. Serve un impegno deciso per porre le
basi a un a seria lotta all’evasione fiscale, anche perché gli ultimi dati
sulle dichiarazioni dei redditi pre-pandemia restano del tutto inverosimili,
con l’80% delle  imprese individuali che dichiarano meno di 30mila euro
all’anno e il 50% delle società che dichiara di essere in perdita. Così come
sul fronte bancario è ormai indispensabile affrontare senza pregiudizi
quanto necessario a risolvere la complessa problematica di recupero degli
NPL e, soprattutto, è necessario avviare e portare a compimento le azioni di
responsabilità verso chi in questi anni ha bruciato centinaia di milioni”.

Il lockdown ha provocato una sospensione delle attività del Tribunale
,
riteniamo oggi più che mai indispensabile che si possano chiudere le innumerevoli indagini in corso, con il rinvio a giudizio dei responsabili
dei dissesti bancari e finanziari che hanno affossato il Bilancio del Paese
e che partano immediatamente i sequestri dei beni di proprietà dei rinviati
a giudizio, attivando anche le necessarie rogatorie internazionali per
recuperare quanto più possibile, a beneficio dello Stato e della
collettività. Abbiamo atteso ormai troppo tempo, è giunto il momento dei
fatti.

Apertissimo poi il tema del rilancio del sistema-banche: “Ancora non c’è –
conclude Montanari- un’idea, un progetto che ridisegni un nuovo scenario
interno, ma fortemente integrato e connesso con i circuiti internazionali,
che consenta di uscire dalla logica dell’autosufficienza e dall’isolamento:
il sistema bancario, su basi di rinnovata trasparenza ed efficienza, dovrà
tornare a produrre risultati positivi che saranno indispensabili a garantire
e sviluppare l’occupazione, la crescita economica ed a sostenere un debito
pubblico che altrimenti rischiamo di lasciare in eredità ai nostri figli e
nipoti.”