CSU: subito un piano di stabilizzazione per i precari della sanità
Subito un piano di stabilizzazione straordinaria per il personale precario in prima linea nella battaglia contro il coronavirus e contratti pluriennali per i dipendenti pubblici non residenti in Repubblica. E’ quanto chiedono i segretari delle Federazioni Pubblico Impiego della CSU, Antonio Bacciocchi e Milena Frulli, in una lettera spedita questa mattina al Governo. Nella missiva anche la richiesta di riconoscere la quarantena come infortunio di lavoro.
Ecco il testo integrale della missiva
Facciamo riferimento al nostro comunicato stampa del 26 marzo u.s. in cui dichiariamo la nostra vicinanza e il nostro ringraziamento a tutti quanti stanno operando affinché la situazione di emergenza che il Paese sta vivendo in questi giorni sia la meno grave possibile e che vigilano e lavorano affinché la nostra salute non sia compromessa da questo nemico invisibile.
Particolare riconoscimento va a tutto il personale sanitario (medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici, autisti soccorritori) e non (barellieri addetti alle pulizie, cuochi, ecc.) che sta operando nell’Ospedale, al Colore del Grano, alla RSA La Fiorina e ai Servizi Territoriali.
Prima dell’emergenza erano state avviate le procedure di selezione tramite concorso per Infermieri, OSS e Autisti Soccorritori: vista l’abnegazione con cui questi professionisti stanno operando, mettendo avanti a tutto la salvaguardia della salute di tutta la cittadinanza, ciò anche a discapito della propria incolumità, chiediamo all’On.le Congresso di Stato di annullare i concorsi prevedendo nel contempo per loro e per tutti i precari, che stanno operando per fronteggiare l’emergenza, una stabilizzazione straordinaria che li inquadri con un contratto a tempo indeterminato. E’ palese ed oggettivo l’impegno personale e professionale dimostrato instancabilmente da tutti questi lavoratori sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, nonché della loro costante e continua abnegazione visto il prolungarsi della situazione emergenziale in atto. Riteniamo che i lavoratori anzidetti abbiano di fatto ampiamente dimostrato – se mai ce ne fosse stato bisogno, visto che alcuni di loro operano nelle nostre strutture da svariati anni – le proprie doti umane e professionali e la loro indubbia dedizione al lavoro.
In tutto ciò non possiamo dimenticare il personale che opera a San Marino, ma che non è in possesso della residenza e che quindi, per la vigente legge sul Pubblico Impiego, non può essere assunto a tempo indeterminato; anche a loro riteniamo debba essere riconosciuto il merito del lavoro svolto e che quindi vengano assunti con contratti pluriennali con le stesse condizioni economiche e normative. Reputiamo che anche la loro professionalità ed il loro impegno vadano riconosciuti e conservati all’interno del nostro Ospedale. Sarebbe indubbiamente una rilevante perdita per l’ISS qualora questi validi professionisti lascino San Marino, a fronte di offerte lavorative più stabili ed interessanti magari fatte da altre strutture italiane.
Occorre, inoltre, verificare se anche in altri servizi della Pubblica Amministrazione (ad es. Polizia Civile e Protezione Civile) che stanno operando attivamente per l’emergenza sanitaria, c’è personale precario a cui riconoscere in maniera concreta e non solo a parole la vicinanza e il ringraziamento dello Stato.
Infine va pensato un riconoscimento concreto per tutto il personale “in ruolo” per le tante ore che stanno facendo oltre il normale orario di lavoro, senza aver mai fatto alcuna obiezione o recriminazione, ma con grande abnegazione e spirito di servizio.
Approfittiamo della presente per richiedere al Governo di rivedere l’art.8 del Decreto Legge 55/2020 e riconsiderare le percentuali da riconoscersi in caso di malattia a tutti quei lavoratori che, essendo obbligati a operare in servizi di prima necessità, dovessero contrarre il Coronavirus o dovessero osservare il periodo di quarantena; a nostro avviso in tale situazione per i dipendenti, sia pubblici che privati, si potrebbe riservare un trattamento equivalente a quello previsto per l’infortunio sul lavoro.
Altro aspetto critico e da rivedere, sempre con riferimento all’art. 8 del D.L. 55/2020, è l’aver considerato al pari della malattia comune tutte le malattie dovute a patologie croniche o post intervento: a nostro avviso è necessario ripristinare la percentuale di indennità dell’86% per quei pazienti che hanno un percorso sanitario personale legato a patologie che nulla hanno a che vedere con l’attuale emergenza sanitaria.
Confidando in un celere riscontro della presente, con l’occasione porgiamo deferenti ossequi.
I Segretari delle Federazioni Pubblico Impiego della CSU – Centrale Sindacale Unitaria
C.S.d.L. C.D.L.S
Antonio BACCIOCCHI Milena FRULLI