Usot: Fare sistema
“Fare sistema”. La strategia necessaria per migliorare la competitività del nostro turismo. Quello che è importante però capire è se gli operatori del settore (amministratori pubblici, imprenditori, associazioni di categoria, consulenti, ecc.) abbiano una visione unitaria e condivisa di cosa significhi “fare sistema”. Ad oggi, secondo noi, la risposta è sicuramente no; non siamo in presenza di alcuna logica di sistema. Questo nonostante lo scenario competitivo sia caratterizzato da grande complessità, dal costante arrivo di nuovi competitors, da consumatori sempre più esigenti e attenti alle “promesse” e da una forte richiesta di personalizzazione del servizio. E’ finita l’epoca in cui i mercati presentavano dinamiche di crescita regolari o facilmente prevedibili, lo sviluppo delle tecnologie applicate era lento, la domanda di servizi personalizzati era scarsa e la competizione era concentrata in pochi mercati. Quel sistema turistico è entrato in crisi e la necessità di cambiamento ha portato ad emergere progressivamente i “sistemi turistici” meglio organizzati, dotati di una forte identità, più flessibili nell’interpretare i nuovi scenari che si andavano delineando sul versante della domanda di turismo. Il nostro turismo per essere vincente oggi deve operare per creare un forte legame con il territorio, adottare efficaci e innovative strategie di marketing e comunicazione, abbandonare la logica autoreferenziale e soprattutto fare sistema per soddisfare la “domanda” sempre crescente da parte del turista di personalizzazione, creatività, responsabilità, autenticità, rapporto qualità/prezzo, infrastrutture e sostenibilità ambientale. Questa domanda richiede, in altre parole, un “sistema” che funzioni nella sua globalità e non solamente un singolo operatore, un singolo segmento, una singola prestazione. Un servizio fatto sì di cultura, paesaggio ed enogastronomia ma anche di incontro, di accoglienza, di emozione e di relazione con la comunità. “Fare sistema”. Posto che se ne abbia l’intenzione, come si fa a “fare sistema”? Essenzialmente in due modi. Da una parte, creando un elevato numero di interazioni ed una forte collaborazione tra tutti i soggetti che possono contribuire al processo di costruzione, comunicazione e vendita del prodotto turistico. Dall’altra, attraverso l’impiego collettivo delle esperienze e delle conoscenze acquisite per sfruttare le opportunità di business che si presentano. Fare sistema significa infatti pensare all’offerta turistica in modo globale e, soprattutto, con una nuova capacità organizzativa. A tal fine, come già più volte evidenziato, risulta essenziale rinnovare il rapporto di collaborazione fra l’Ufficio del Turismo, la Segreteria di Stato per il Turismo e le Associazioni Datoriali del Settore. Un rapporto che valorizzi realmente le competenze, la passione e l’esperienza delle Associazioni. Un confronto continuo che preveda tempistiche certe ed adeguate ed una reale apertura alle osservazioni ed alle proposte che si mettono sul tavolo. In sostanza, la certezza di poter effettivamente partecipare al processo di costruzione e di realizzazione delle politiche turistiche. Allo stesso modo, è essenziale che tutte le Associazioni Datoriali e gli operatori che ne fanno parte, siano in grado di condividere con maturità e consapevolezza le iniziative che vengono definite e “fare sistema” affinché tutto possa essere realizzato al meglio nell’interesse dei concittadini, dei turisti e dell’economia del Paese. “Fare sistema”, quindi, significa guardare tutti nella stessa direzione: collaborare all’interno per competere all’esterno.
c.s. Usot