Ricorso civile in tribunale per le modifiche su Camera di Commercio
San Marino. Le associazioni datoriali ANIS, OSLA, UNAS, USC e USOT, in qualità di socie della Camera di Commercio – insieme rappresentano più del 42% del capitale sociale – dichiarano quanto segue:
“Con la ratifica del Decreto Delegato 13 giugno 2018 n.63, il Governo continua a operare una forzatura nei confronti dei soci privati della Camera di Commercio, chiudendo di fatto ogni possibilità di dialogo e confronto. Sarà quindi il Tribunale a decidere in merito a questa iniziativa, nonostante i reiterati appelli delle associazioni scriventi a evitare questa soluzione.
Fin dall’inizio della legislatura il Governo ha palesato la sua intenzione di creare una nuova e pubblica Agenzia per lo Sviluppo, senza chiarire espressamente quale sarebbe stato il futuro della Camera di Commercio, che ha proprie funzioni e prerogative ed è, va precisato, una società di diritto privato.
Di fronte alla volontà del Governo di creare un ente pubblico con all’interno Camera di Commercio, privando i soci privati di qualsiasi potere decisionale, questi ultimi hanno avanzato diverse e importanti proposte per trovare un accordo che soddisfacesse entrambe le parti, rendendosi disponibili anche a modificare lo statuto della Camera di Commercio in funzione di una nuova governance che tenesse effettivamente conto del socio di maggioranza, ossia l’Eccellentissima Camera con il suo 51%. Tali modifiche, ovviamente, avrebbero dovute essere discusse e approvate nell’Assemblea dei soci: le regole con cui ciò deve avvenire sono scritte nello statuto della società approvato dai soci e non ci sono alternative in uno Stato di diritto come è San Marino.
Al contrario, il Governo ha scelto di modificare lo statuto tramite decreto (Decreto Delegato 25 aprile 2018 n. 41 “Statuto dell’Agenzia per lo sviluppo Economico-Camera di Commercio S.p.A.”) esautorando gli altri soci da tale scelta e di fatto estromettendoli anche dalle decisioni future che la società avrebbe dovuto prendere.
Di fronte a questa forzatura, le scriventi associazioni si sono viste costrette a ricorrere civilmente in Tribunale contro le delibere dell’Assemblea, su cui ora sono chiamati a decidere i giudici del Collegio Garante.
Coerentemente a questa posizione, le scriventi associazioni non hanno partecipato alle convocazioni della successiva Assemblea e non hanno nominato i propri rappresentanti in seno alla stessa, anche considerando che l’impostazione governativa ha tolto la possibilità ai soci privati di avere ciascuno un proprio rappresentante.
La risposta del Governo, nonostante sia stato messo a conoscenza del ricorso, è contenuta nel successivo Decreto Delegato 13 giugno 2018 n.63 appena ratificato, che modifica lo stesso Decreto Delegato 25 aprile 2018 n.41, per permettere all’Assemblea di costituirsi e di operare anche senza aver formalizzato i rappresentanti dei soci di minoranza, contrariamente a qualsiasi logica e diritto societario.
Le scriventi associazioni, nel prendere atto della reiterata volontà del Governo di procedere comunque contro di esse e contro la legge, attendono fiduciose che la giustizia blocchi questa iniziativa, a tutela della stessa Camera di Commercio, che è stata costituita nel 1997 per sostenere e garantire lo sviluppo delle imprese e dell’economia in generale. Una società di diritto privato nata per rappresentare il tessuto economico del Paese e che non può essere snaturata diventando un ente governativo e quindi di nomina politica.
ANIS, OSLA, UNAS, USC e USOT