Economia e Lavoro

Crediti Delta e quote SUMS in Cassa, tutte le novità

Giochi del Titano

San Marino. Crediti Delta. Un nervo scoperto, ormai da tempo. La notizia della loro vendita era uscita verso la metà di gennaio nell’incontro tra il governo e le forze politiche: un bando d’asta gestito dalla SGCD (Società di gestione crediti Delta) in scadenza il 29 gennaio. Per un anno si è sentito parlare di bad bank e good bank, non solo per i recupero dei famigerati NPL, ma anche per dare il via al rilancio di Cassa di Risparmio. Invece, si viene a sapere che c’è tutto un percorso di vendita, per altro cominciato probabilmente nella primavera del 2017. Come del resto è nelle prerogative autonome della SGCD. Il cui presidente, Domenico Livio Trombone, uomo potentissimo in Italia, intervistato da RTV, dribbla l’ostacolo: “Se ne parla troppo.” In effetti, le banche non fanno comunicati, salvo le eccezioni che abbiamo visto negli ultimi mesi. Ma nulla sui crediti Delta. Probabilmente erano in pochissimi a sapere tutto. Pare comunque di capire che ancora non ci sia un esito definitivo per il bando d’asta. Per fortuna, a cambiare un pochino le carte in tavola, è intervenuto un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio, che impone il passaggio in commissione finanze di qualsiasi proposta di vendita, o di acquisto, o di qualsiasi altra cosa succeda. E nella prossima convocazione della commissione, che si riunirà il 15 febbraio prossimo, non è previsto nessun comma sugli NPL, né tanto meno un’audizione del presidente SGCD Livio Trombone, che a nessuno è venuto in mente di invitare. Al momento, la prassi prevede che la SGCD comunichi al Cda di Cassa, che è socia al 10 per cento di quella società, il vincitore del bando e la sua offerta finale. E questo pare che non sia ancora avvenuto.

SUMS. Altro nervo scoperto dopo gli screzi e le minacce di querele avvenute nei mesi scorsi. Così il governo ha deciso di acquistare le quote SUMS in Cassa di Risparmio. Oggi l’assemblea decisiva, dopo un periodo intenso di confronti e trattative. Con 92 voti favorevoli, 4 astenuti e qualche mugugno, la Società Unione Mutuo Soccorso ha quindi deciso di cedere le sue quote residue allo Stato per 3 milioni e 200.000 euro, cifra a cui si aggiungono i 7 milioni e 400.000 del Casale la Fiorina, la cui firma dell’accordo, subordinata all’esito dell’Assemblea, viene quindi sbloccata. Tirando le somme, sono 10 milioni e 600.000 euro pagabili in 25 anni con rate annuali di 428.000 euro, indicizzate al costo della vita. Dal canto suo la Sums rinuncia a tutte le impugnazioni in tribunale. La partita non è però finita del tutto. Rimangono infatti fuori le azioni di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio che ha un debito nei confronti dello Stato di 60 milioni di euro. L’assemblea del 27 gennaio ha dato mandato al cda di trattare con il Governo per la cessione delle azioni. In cambio dell’annullamento del debito, lo Stato potrebbe quindi acquisire il 100% della proprietà di Cassa.

 

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