Economia e Lavoro

Anis: non sottovalutiamo anche questa volta le indicazione del FMI

Promuovi il tuo sito su Tribuna Politica Web

San Marino. Il report preliminare del Fondo Monetario ha messo in luce diverse criticità del sistema economico di San Marino, criticità già evidenziate nel corso delle precedenti visite: se non avessimo sottovalutato queste indicazioni, che si ripetono ormai da anni, oggi forse non ci troveremmo in questa situazione. Inoltre il FMI ha confermato per San Marino – anche nel 2018 – una stima di crescita attorno all’1%, quindi inferiore perfino a quella italiana, che nell’Eurozona è tra le più basse. Ma non ci si deve stupire: i nostri vicini hanno effettivamente messo mano ad alcuni ambiti importanti come il mercato del lavoro con il Jobs Act e hanno agevolato gli investimenti delle imprese, con i super-ammortamenti. E le statistiche stanno dando ragione all’Italia, nonostante debba comunque ancora gestire l’enorme debito pubblico e la crisi del sistema bancario.

Debito pubblico che inizia ad assumere proporzioni davvero preoccupanti anche a San Marino, mettendo una seria ipoteca sui futuri servizi pubblici e sulla capacità di rinnovare le infrastrutture. Come abbiamo sempre detto, indebitarsi per fare investimenti utili al Paese è una cosa, chiedere soldi per pagare la spesa corrente è un’altra. Serve una profonda revisione di queste spese, che non riguarda solo il numero dei dipendenti pubblici, comunque valutato come eccessivo anche dal FMI. Occorre stabilire quali siano i servizi essenziali che lo Stato può e deve mantenere, mettendo a mercato gli altri.

E’ vero comunque che il principale problema che il FMI rileva, ovviamente, è quello riferito al sistema bancario e finanziario. La nostra Associazione ritiene necessario intervenire in maniera strutturale affinché questo settore torni a svolgere il proprio ruolo fondamentale per lo sviluppo economico. Prima di tutto occorre però la massima condivisione dello stato attuale, dei numeri e dei criteri con cui vengono valutati questi numeri, come l’AQR. Quindi una Commissione di stabilità finanziaria, autonoma e formata da tecnici, dovrà ideare il piano di rilancio del settore. In caso contrario, come si è visto, si avranno nuove ripercussioni anche sul bilancio dello Stato, e questo non possiamo più permettercelo.

Dobbiamo quindi cambiare passo e affrontare seriamente le criticità che anche il FMI ci espone, ma non basteranno interventi tampone o piccole seppur buone idee. Dobbiamo tornare ad essere competitivi, se vogliamo attrarre nuove imprese e far sviluppare quelle che oggi ci sono. Quello che chiediamo è eliminare gli ostacoli che frenano lo sviluppo delle imprese: dobbiamo ridurre la burocrazia, come ha detto anche il FMI; dobbiamo siglare accordi internazionali per operare liberamente sui mercati esteri; dobbiamo eliminare i monopoli sulle energie, come hanno fatto tutti gli altri Paesi europei. E tanto altro. Ma possiamo farlo in due modi: al ribasso, costretti da fattori esterni, come è quasi sempre avvenuto negli ultimi anni, con la conseguenza di rovinare ancora di più la nostra reputazione, come si evince dalle ultime notizie apparse sui media nazionali italiani.

Oppure possiamo trasformare queste sfide in opportunità. Se saremo capaci di mettere in campo interventi e riforme lungimiranti e innovative, dall’IVA alle pensioni, aumentando altresì l’efficienza del nostro sistema con l’obiettivo di risalire la classifica del Doing Business, potremmo finalmente migliorare la reputazione internazionale del Paese.  In questo processo ANIS non farà mancare il proprio contributo di idee e competenze, così come servirà il supporto di tutti, forze politiche e parti sociali, con la consapevolezza che   i sacrifici ai quali tutti saremo chiamati saranno la base su cui costruire un nuovo futuro per il nostro Paese.

A.N.I.S.

Giochi del Titano