Attivo CSU: “Sulla finanziaria non vogliamo sorprese!”
San Marino. Con una sala Montelupo gremita e un dibattito animato da molti interventi, si è svolta questa mattina l’Assemblea dei Rappresentanti sindacali CSU, che ha dimostrato più che mai la vitalità del movimento sindacale e l’alto livello di attenzione dei lavoratori sui temi più sensibili del mondo del lavoro e del paese in generale. Legge finanziaria, nome sul lavoro occasionale, riforma pensionistica, ma anche la situazione della Magistratura, al centro di una violentissima disputa tra le forze politiche, sono stati gli argomenti in primo piano.
Circa il bilancio previsionale, il copione si ripete da anni: viene depositata in prima lettura una versione della legge, ma poi in seconda lettura e anche attraverso emendamenti in Consiglio vengono compiuti veri e propri blitz e introdotti una serie di provvedimenti molto dolorosi per i diritti dei lavoratori. Ormai la stessa finanziaria è diventata una “legge omnibus” dove vengono “imbarcate” misure che nulla hanno a che vedere con la natura di questa legge. L’Esecutivo a parole ha dichiarato che non vi saranno sorprese: la CSU vigilerà con la massima attenzione affinché non si compiano nuovi blitz, con l’obiettivo di tutelare i diritti dei lavoratori e dei cittadini più deboli.
L’Attivo ha ribadito il no secco e perentorio alle norme sul lavoro occasionale – di fatto i cosiddetti “voucher “- che il Governo ha inserito nella stessa finanziaria. La CSU per coerenza ha addirittura rifiutato di partecipare agli ultimi incontri su queste norme – fatto questo che non ha precedenti negli ultimi anni – che vanno a deregolamentare ulteriormente e in generale a devastare l’intero mercato del lavoro, abbassando in modo irreversibile la soglia dei diritti e delle tutele, ma anche la dignità stessa del lavoro.
Queste norme consentono alle aziende di assumere i lavoratori a chiamata, in condizioni di totale precarizzazione, bypassando le tutele previste dai contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato. Le imprese possono infatti disporre liberamente di lavoratori per un monte ore (560) equivalente al tempo pieno per quasi 4 mesi all’anno, oltre a poterli intercambiare con altri una volta raggiunto il tetto su base individuale.
L’Attivo chiede senza mezzi termini la cancellazione di queste norme: il lavoro occasionale deve continuare ad essere regolamentato dalle norme attualmente in vigore, che pongono precisi limiti a questa forma accessoria di lavoro, che in nessun caso può diventare strutturale all’interno dei posti di lavoro, cosa che accadrebbe se entrasse in vigore questa normativa.
In merito alla tassa patrimoniale, anch’essa inclusa nella prossima legge di bilancio, si tratta di una misura di cui non viene delineata la natura, demandando la parte attuativa ad un successivo Decreto; il Governo si è limitato ad annunciare che si tratta di un intervento sui beni immobili e mobili, escludendo i conti correnti. L’Attivo rivendica la definizione dei contenuti della patrimoniale fin dalla legge finanziaria, attraverso il confronto con le organizzazioni sociali. Per il Sindacato la tassa patrimoniale deve assolutamente evitare di colpire i ceti sociali con minori redditi e beni basilari come la prima casa, per indirizzarsi prevalentemente sulle grandi concentrazioni di ricchezza, e deve avere un carattere temporaneo e non strutturale, in quanto i patrimoni e le ricchezze nel corso degli anni vanno tassati in modo “ordinario” attraverso una efficace attività di emersione dei redditi e dei patrimoni.
Il Governo propone la reintroduzione della minimun tax: per la CSU, questa proposta di fatto è una ammissione del fallimento dello Stato nell’accertamento dei redditi delle categorie del lavoro autonomo. Peraltro si tratta di una forma di tassazione iniqua, che colpisce allo stesso modo i lavoratori autonomi, senza distinguere tra coloro che hanno reali problemi economici da quelli che invece nel corso degli anni non hanno dichiarato i loro guadagni. L’Attivo ribadisce che la strada maestra per realizzare una vera equità è l’attivazione di una seria ed efficace attività di controllo fiscale per accertare fino in fondo i ricavi di tutte le attività e i soggetti economici.
La scorsa settimana si è svolto un incontro introduttivo sulla riforma delle pensioni, nel quale peraltro sono state consegnate delle proiezioni attuariali che dimostrano in modo lampante l’insostenibilità dell’attuale sistema; alla luce dello sbilancio che si registra ogni anno tra entrate e uscite, il patrimonio accumulato nel fondo pensioni lavoratori dipendenti, pari a circa 420 milioni di euro, andrebbe ad azzerarsi nel giro di una decina di anni. Nel 2018, in maniera concertata, si dovrà realizzare una equa ed efficace riforma pensionistica, in grado di assicurare trattamenti previdenziali adeguati per i pensionati attuali e quelli futuri, in una quadro di sostenibilità economica.
Forte preoccupazione è stata espressa dall’Attivo rispetto alle vicende che hanno coinvolto la Magistratura sammarinese, al centro di un conflitto particolarmente violento tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione, in cui i toni dello scontro politico si sono pericolosamente innalzati oltre il livello di guardia. Il paese non può sopportare un clima di scontro così acceso; l’Attivo, nell’appellarsi al mondo politico affinché metta fine a questa guerra senza esclusione di colpi, ha espresso il proprio pieno appoggio e sostegno alla Magistratura, che va messa nelle migliori condizioni per proseguire il suo lavoro di indagine e di accertamento di tutti quegli illeciti e vicende di malaffare e collusione con la criminalità che hanno portato enorme discredito al nostro paese. La politica metta fine ad ogni tentativo di condizionare la Magistratura, che deve poter agire in piena autonomia!
La soglia di attenzione per il movimento sindacale unitario resta molto alta; il gruppo dirigente è impegnato a riconvocare anche nel giro di pochi giorni una nuova riunione dell’Attivo dei Rappresentanti sindacali e a intraprendere iniziative di mobilitazione, qualora – in primis all’interno della legge finanziaria – dovessero emergere misure penalizzanti o nuovi attacchi ai diritti dei lavoratori e ai livelli di stato sociale.
CSU