Nuove dimissioni in Carisp: lasciano Borri e Cotella
San Marino. Continuano ad addensarsi nuvole nere su Carisp, che perde altri due membri del Cda: Luigi Borri e Massimo Cotella. Giusto, giusto all’indomani delle dimissioni di Michela Cartanese. Rimangono solo tre dei sei membri, più il presidente Romito, che rimane più che mai in sella.
Tutto è successo nella giornata di sabato 2 settembre, quando la notizia giunge del tutto inaspettata, almeno per chi non è addetto ai lavori.
È l’Ansa a riportare un estratto della lettera di dimissioni irrevocabili: saltano all’occhio le perplessità espresse dall’ormai ex consigliere sulla scelta del Governo di “accantonare le perdite in un fondo e spalmarle in moltissimi anni”.
“Credo (e spero) – scrive Borri – che l’opera svolta possa essere di utilità al Vostro Stato ed alla comunità intera poiché dopo molto tempo sono stati portati in evidenza numeri e situazioni che giacevano da tempo ovattati e illeggibili: la soluzione di accantonare in un fondo le perdite e “diluirle” in moltissimi anni, ripresentando di fatto un altro (“nuovo”?) bilancio, è una scelta che mi lascia un po’ perplesso considerati i grossi problemi di liquidità della banca e la mancanza, sottesa, di ingenti capitali freschi per mettere in sicurezza l’Istituto. L’operazione verità che mi ha visto impegnato non può e non deve essere travolta da ripensamenti o tentennamenti: restare in questo stallo, diluendo i tempi e parzializzando le decisioni, sarebbe una forzatura troppo grande per la mia professionalità, il mio morale ed il mio modus operandi”.
Il problema sarebbe dunque il recente decreto legge emesso dal Governo che sostiene la distribuzione delle perdite su un orizzonte temporale lungo. E quei 25 anni ipotizzati per spalmare il deficit avrebbero fatto storcere il naso a più di un consigliere di amministrazione.
“Il piano industriale approvato all’unanimità dal Cda prevedeva già una diluizione, ma in un arco temporale minore, ovvero 10 anni – ricorda il Presidente Romito – tuttavia, il decreto ormai c’è e indica linee di indirizzo di finanza pubblica tracciate dal Governo e come tali vanno rispettate.” Il decreto esplicita inoltre che l’autorizzazione finale della spalmatura passi dalle mani di Banca Centrale a quelle del Ccr, ma la proposta iniziale resta in capo al Cda Carisp.
Una parte della maggioranza esprime massimo rispetto per l’ottimo lavoro svolto dall’organo amministrativo, questo al netto delle dichiarazioni di Borri, ma la decisione sulla tempistica entro la quale suddividere la perdita – insistono – spetta soltanto alla politica.