Il Fellini crolla, decolla il T7
San Marino. Il quotidiano Libero, nel fine settimana, torna a parlare di san Marino accusandolo di svuotare l’aeroporto Fellini di Miramare, adottando lo stesso comportante di altri piccoli stati d’Europa. Ovvero, fa diminuire i passeggeri per accedere ai finanziamenti europei. Sul Titano invece decollano le immatricolazioni di aerei. Ma vediamo come stanno le cose.
Cominciamo con l’articolo di Antonio Castro, di Libero. Titolo: Tutte le piste dei Vip / Ecco perché a San Marino conviene svuotare l’aeroporto / Bruxelles ha autorizzato gli aiuti di Stato per gli scali che non raggiungono i 200mila passeggeri l’anno. E il Federico Fellini di Rimini ci sta arrivando.
Arrivano gli aiuti di Stato per gli scali minori che restano sotto i 200mila passeggeri l’anno. E a beneficiarne saranno anche molti dei cinque Stati, poco più grandi di un fazzoletto di terra, ma con “dignità” di scalo aereo.
Nel Vecchio Continente ce ne sono cinque: dallo Stato del Vaticano ai Principati di Monaco, Andorra e Liechtenstein, al più antico Stato del mondo, San Marino (che nel primo semestre 2017 ha avuto 110.103 passeggeri). Tra corone, radici millenarie e qualche scandalo finanziario, c’è anche l’aspetto, non trascurabile, dei collegamenti aerei.
Vip, ricconi e turisti benestanti si attirano non solo con l’arte, la riservatezza e gli eventi mondani. Ma anche con la facilità di arrivarci, la comodità negli spostamenti e la semplificazione doganale. Vaticano a parte, la piena sovranità e l’indipendenza di questi micro Stati garantisce “corsie preferenziali” anche nei collegamenti aerei. Mentre i comuni mortali vedono chiudere i piccoli scali locali, queste città-Stato possono contare su un buon traffico d’elite, a cui offrire servizi d’eccellenza abbattendo considerevolmente pure tempi e procedure burocratiche. (…)
C’è un piccolo problema. Atterrare sul Monte Titano, a via della Conciliazione o sui Pirenei non è possibile. L’unica alternativa è stata quella di “appoggiarsi” alle strutture aeroportuali già esistenti delle Repubbliche confinanti. Come Fiumicino per la Città del Vaticano, Rimini per San Marino, Nizza per Monaco, St. GallenAltenrhein Airport (al confine tra Austria e Svizzera), per il Liechtenstein. Poi per comodità ci si fa trasportare magari in elicottero. (…)
Viene quasi da dire che, un tale articolo sembri soffrire di gelosia per quanto accaduto in Italia con la compagnia nazionale, affossata nei debiti e a rischio di chiusura se non fosse intervenuto lo Stato. E ancora non è fuori pericolo. Ma ognuno ha i guai suoi.
Per fortuna, a San Marino, qualcosa che funziona, c’è. È il registro areonavale, che sta incrementando il gradimento delle compagnie, grazie anche alla minor burocrazia rispetto ad altri Paesi. E questo dovrebbe far riflettere… al momento sono 146 gli aerei che hanno deciso di registrarsi in Repubblica ed avere così la ‘targa’ T7, ovvero la sigla internazionale di riconoscimento per gli aeromobili immatricolati a San Marino. La svolta importante è avvenuta attraverso l’accordo di un’importante società di Miami per la gestione dei grandi aerei che ha così permesso di lanciare il registro aereo sammarinese nel grande mercato.I proprietari degli aeromobili o delle società di appartenenza di questi sono di varia nazionalità: libanesi, cittadini degli Emirati Arabi, svizzeri, nigeriani, serbi, ma non mancano tanti europei.