Iniziate le assemblee zonali CSU
San Marino. È iniziato ieri il ciclo di sei assemblee zonali intercategoriali organizzato dalla CSU per informare i lavoratori e i pensionati sulle principali problematiche che gravano sul paese, e sull’andamento dei tavoli di confronto con il Governo. Ieri si sono riuniti presso la mensa di Faetano i lavoratori dipendenti delle zone produttive di Faetano e Montegiardino.
Dopo l’introduzione del Segretario CDLS Riccardo Stefanelli, è seguita l’ampia relazione del Segretario CSdL Giuliano Tamagnini, che ha spaziato sui vari temi all’ordine del giorno: la necessità di un progetto di sviluppo per la ripresa dell’economia e dell’occupazione, la messa in sicurezza del sistema bancario sammarinese, il confronto sul progetto di legge sullo sviluppo, il bilancio dello Stato e il bilancio di assestamento, il consolidamento della riforma tributaria, potenziando lo strumento della Smac, la necessità di riformare il sistema pensionistico, il processo di integrazione di San Marino con l’Unione Europea.
Grande spazio è stato dedicato ai temi della crisi del sistema bancario e del progetto di legge per lo sviluppo.
Sul primo argomento, Tamagnini e Stefanelli hanno ricordato l’ampio impegno e le molteplici iniziative della CSU in rappresentanza dei lavoratori e dei cittadini. Nel riepilogare le convulse vicende di questo ultimi mesi, particolarmente difficili, hanno puntato l’attenzione sulle massime garanzie che la CSU chiede per tutelare i fondi pensione, ed in particolare i 31 milioni di euro investi in Asset Banca.
La delibera del Governo che dovrebbe garantire, attraverso “l’accollo cumulativo”, la liquidità di questa somma, per la CSU non ha alcun valore reale, in quanto non è previsto nessun capitolo di spesa a bilancio, e quindi non sussiste nessuna copertura. La CSU ribadisce la richieste di una fidejussione bancaria da parte di Cassa di Risparmio, la Banca che a quanto sembra rileverà la stessa Asset.
Una delle domande più impellenti per il sindacato, è chi pagherà i quasi 500 milioni di euro di NPL che si stima non potranno essere recuperati. In primo luogo, per la CSU occorre verificare le eventuali responsabilità anche penali di quei dirigenti bancari che hanno concesso prestiti senza le dovute garanzie. Rispetto a questi comportamenti, occorre che vengano avviate da parte della Magistratura le necessarie iniziative giudiziarie, arrivando anche a rivalersi sui beni patrimoniali. La CSU chiede altresì di conoscere i grandi debitori che hanno dato origine agli NPL, oltre che per verificare eventuali responsabilità penali, per potersi rivalere, anche in questo caso, sulle loro proprietà personali.
Non è possibile che debba essere sempre la collettività a pagare le conseguenze di azioni irresponsabili che hanno messo in ginocchio il sistema bancario e creato discredito al paese.
Sempre in relazione al rifinanziamento degli NPL non recuperabili, da parte del Governo è stato espresso l’orientamento di non ricorrere al debito esterno ma piuttosto di utilizzare le risorse interne. In tal senso l’equazione è facile: la gran parte delle risorse liquide presenti nelle banche, è rappresentata dai fondi pensione, che ammontano a circa 415 milioni per il primo pilastro.
Da parte sua la CSU chiede che le risorse dei fondi pensione investiti negli istituti di credito vengano scorporate dalla liquidità del sistema bancario, per essere inserite nella raccolta indiretta, affinché queste risorse siano tutelate anche in caso di default della stessa banca.
Se si aprirà un negoziato su questi temi, qualunque scelta verrà compiuta, ha sottolineato il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini, sarà sottoposta a referendum sindacale tra i lavoratori e i pensionati, ai quali dunque spetterà la decisione definitiva.
Altro argomento molto sentito è quello relativo al confronto con la Segreteria Industria e Lavoro sul progetto di legge sullo sviluppo. La CSU ha sottolineato i diversi punti di criticità: la modifica, non condivisibile, degli sgravi fiscali, che verrebbero riconosciuti in modo indistinto a tutti, anche a chi non ha fatto nessun investimento o assunto nuovo personale; la completa liberalizzazione dell’assunzione dei lavoratori frontalieri, quando per la CSU è invece necessario mantenere un “filtro” in entrata per tutelare il diritto al lavoro dei sammarinesi e residenti; la introduzione di una nuova “tassa etnica” del 6% a carico delle aziende sull’assunzione dei lavoratori non residenti; il rinvio a tempi imprecisati della stabilizzazione degli stessi frontalieri, legandola ad una assai improbabile revisione della convenzione del 1974 con l’Italia in materia di ammortizzatori sociali.
La CSU è impegnata, nel confronto che proseguirà nei prossimi giorni, a continuare a rivendicare le importanti modifiche richieste. Il ciclo di incontri con i lavoratori prosegue lunedì 3 luglio con l’assemblea in programma al Teatro Nuovo di Dogana, dalle 10 alle 12.30, con i dipendenti delle zone produttive di Galazzano, Dogana e i Salariati dell’AASLP, oltre ai pensionati.
CSU