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Zaia plaude a Mattarella: “Ha fatto benissimo, la situazione è imbarazzante”

Giochi del Titano

Il Capo dello Stato ha esercitato i suoi poteri”. Così Luca Zaia in risposta a una domanda sul caso Palamara che ha innestato uno scandalo che sta travolgendo la giustizia e in particolare il Csm. “Se qualcuno si indigna perché Mattarella è intervenuto è inopportuno – ha aggiunto il governatore del Veneto – il presidente ha fatto benissimo a intervenire. La situazione è imbarazzante”: Salvini è una vittima ed è innegabile: “Non faccio l’avvocato di nessuno, ma è la vittima di una specie di congiura”. La stragrande maggioranza dei magistrati è per bene, ma “quello che è accaduto non è da paese civile”. Matteo Salvini aveva chiesto a più riprese l’intervento di Sergio Mattarella e alla fine il presidente della Repubblica si è espresso sul caso delle chat private di Luca Palamara, che hanno dato il via ad uno scandalo che sta travolgendo la giustizia. “Ringrazio il capo di Stato per l’intervento preciso e puntuale sulla magistratura”, ha dichiarato il segretario della Lega, che ha apprezzato le parole di Mattarella contro i magistrati politicizzati e intercettati.

Mattarella: “Ora la riforma del Csm, basta commistione politici-toghe”

ROMA. È un’indecenza? Certamente sì. Merita condanna? Risposta affermativa, senza ombra di dubbio. Rischia di azzerare la fiducia nella nostra magistratura? Difficile negarlo. E allora, non sarebbe urgente che la politica intervenisse per mettere fine alle degenerazioni messe a nudo dal “caso Palamara”? Pure qui la risposta di Sergio Mattarella è netta: Parlamento e partiti si rimbocchino le maniche, come annunciano di voler fare con tale entusiasmo da rendere perfino superfluo un messaggio presidenziale alle Camere. Se si accorderanno per una riforma del Csm in grado di stroncare il malcostume, il presidente non potrà che rallegrarsi a nome degli italiani. In fondo l’ha già detto e ripetuto una quantità di volte. Ma nessuno può pretendere che Mattarella travalichi i suoi compiti, forzi la Costituzione, impugni la frusta e si metta a cacciare – lui personalmente – i mercanti dal tempio della giustizia. Né può prendere iniziative che provocherebbero un effetto contrario. È quanto tiene a chiarire il Quirinale in una lunga, puntigliosa nota dove non viene citato nessuno in particolare ma, a leggerla in filigrana, si capisce benissimo a chi è rivolta.

Il primo interlocutore è Matteo Salvini, il quale da giorni va reclamando un intervento del Colle per stoppare eventuali congiure giudiziarie ai suoi danni. Il leader della Lega (che verrà giudicato a ottobre per il caso Gregoretti) aveva perfino telefonato a Mattarella, turbato dalle chat in cui Luca Palamara, ex manovratore delle toghe, teorizzava la necessità di attaccare il «Capitano» sui migranti. Al capo dello Stato non sfuggono le ansie di Salvini. Tuttavia precisa che, «per quanto gravi e inaccettabili possano essere considerate» le affermazioni di Palamara, condannarle adesso avrebbe un effetto boomerang. C’è un procedimento penale in corso, e ce n’è un altro disciplinare. Per cui «qualunque valutazione del presidente della Repubblica potrebbe essere strumentalmente interpretata come una posizione del Quirinale su chi è chiamato a giudicare». In altre parole suonerebbe come interferenza indebita.

Il messaggio
L’altro destinatario del messaggio è il Parlamento: non esiti a «modificare normative di legge e regolamenti interni per impedire un costume inaccettabile quale quello che si è manifestato». Occorre una riforma che «contribuisca a restituire appieno all’Ordine giudiziario il prestigio e la credibilità incrinati». Dunque non sono carezze, quelle di Mattarella alle toghe. Ma la pretesa che il presidente mandi tutti a casa, sciogliendo sdegnato il Csm, viene considerata dal Quirinale fuori luogo. Argomenta la nota: l’organo di autogoverno «conclude il suo mandato dopo 4 anni dall’elezione e può essere sciolto in anticipo soltanto in presenza di una oggettiva impossibilità di funzionamento, ove venga meno il numero legale dei suoi componenti». Allora sì che Mattarella sarebbe tenuto a intervenire. Però non siamo a quel punto. Anzi l’attuale Csm si è già in parte rinnovato, sostituendo alcuni consiglieri travolti dallo scandalo nomine, «ed è impegnato nello svolgimento della sua attività istituzionale». Sembra quasi che il presidente dica: attenzione a non delegittimare chi sta bene operando. Azzerare tutto potrebbe riportare indietro le lancette dell’orologio.
La Stampa

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