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Open Arms: ‘Italia e Spagna diano mezzi per lo sbarco’

Giochi del Titano

“Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di garantire, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari, che queste persone finalmente sbarchino in un porto sicuro”, ha detto la Open Arms riferendosi alla possibilità di uno sbarco in Spagna.

Intanto a bordo di tre pulmini scortati dalle forze dell’ordine 24 minori, tutti maschi, scesi dalla Open Arms, sono giunti nel molo commerciale per essere imbarcati nella nave Sansovino della Siremar per Porto Empedocle e poi collocati in diverse strutture.

IL PUNTO

La speranza di sbarcare a Lampedusa s’è incrinata in mattinata, quando si è saputo che per gli ispettori sanitari saliti sulla Open Arms, su delega della Procura di Agrigento, le condizioni igienico-sanitarie non costituiscono un’emergenza tale da sgomberare la nave.

“Non abbiamo rifiutato l’offerta della Spagna, solo fatto presente che dopo 26 giorni di missione, 17 giorni in mare con 107 persone stremate e la situazione di emergenza a bordo non siamo in grado di affrontare altri 5 giorni di mare”, afferma il fondatore della Ong, Oscar Camps. “Non possiamo mettere a rischio la sicurezza di tutte queste persone, devono essere sbarcati subito perché siamo in una situazione di emergenza umanitaria”, aggiunge Laura Lanuza, direttore della comunicazione di Open Arms, che ha inviato “una richiesta urgente per poter entrare nel porto di Lampedusa”. Una scelta che fa infuriare Salvini. “Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l’Italia non è più il campo profughi d’Europa”, attacca il ministro. E il suo collega dei Trasporti Toninelli mette “a disposizione la Guardia Costiera, pronta ad accompagnare l’ong verso il porto spagnolo per far sbarcare lì tutti i migranti”. Tutto ciò, mentre dalla Procura di Agrigento filtra che “l’offerta di un porto sicuro da parte delle autorità spagnole pone una battuta di arresto all’attività d’indagine in corso”.

In sostanza la Procura non sembra intenzionata ad adottare alcun provvedimento, in attesa di sviluppi della situazione e della decisione del Consiglio di Stato, prevista per domani, sul ricorso presentato da Salvini contro il Tar del Lazio che aveva dato l’ok all’ingresso della nave nelle acque territoriali. Riguardo all’ispezione fatta ieri a bordo della Open Arms, fonti sanitarie vicine agli inquirenti parlano di “condizioni abbastanza accettabili” e di un “quadro meno drammatico” di quanto veniva ipotizzato, anche se, sottolineano, la situazione a bordo è molto critica. Gli ispettori sanitari oltre a verificare le condizioni sulla nave hanno visitato alcuni dei migranti: si tratta di due medici della sanità marittima giunti ieri a Lampedusa con un elicottero militare.

Dopo il rifiuto della nave Open Arms di dirigersi ad Algeciras, Madrid ha proposto alla nave della Ong, “il porto più vicino”, ovvero Mahon, sull’isola di Minorca (Baleari). Lo scrive El Pais. Mahon si trova a quasi 1.000 km da Lampedusa. Il comandante della nave, Marc Reig, non ha ancora risposto, scrive il giornale.

Fonte ANSA

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