CulturArte

La Maison de la petite Sara: sei artisti al Kursaal in mostra per la Palestina a corollario di un’interessante asta/esposizione

“Why I cannot exist” questo il significativo titolo della mostra che sei artisti dedicano alla Palestina, una delle terre più martoriate del Mondo. L’esposizione è stata inaugurata il 22 dicembre al Palazzo dei Congressi di San Marino, una collettiva che vede protagonista Nidaa Badwan, la famosa fotografa di Gaza, che proprio dieci anni fa trovò ospitalità nella Repubblica di San Marino. Con le sue intense immagini, dalle luci caravaggesche, la Badwan ha conquistato la critica d’arte lanciando un messaggio a favore della pace nel suo paese, ma anche della necessità che si generino condizioni di democrazia e rispetto dei diritti umani.

Accompagna Nidaa in questo interessante viaggio anche un artista sammarinese, Gabriele Gambuti, con un’opera a tecnica mista che scompone l’immagine sottolineando la drammaticità della separazione. Due le opere introspettive di Denise Camporesi, artista riminese, che propone gli sguardi di bambini che interrogano la coscienza di chi resta impassibile di fronte alla violenza di una guerra che non risparmia gli innocenti. Con “Bimbi in guerra” partecipa alla mostra anche Roberto Anfossi, esponendo un trittico che ricorda le pale d’altare, dove però la passione non è raffigurata dal racconto classico, quanto dai ‘martiri’ della contemporaneità. Di forte intensità emotiva l’acrilico di Vio che al centro di un turbinio di colori, quasi urla angoscianti, propone il grido di dolore che Picasso ha immortalato per sempre nei nostri cuori con il Guernica. Infine, Michele Ammirati che nella pacatezza di uno sfondo bianco fa avanzare un carro armato ormai in disarmo, con un fiore tenuto in mano dal carrista fermo nella contemplazione di una bandiera palestinese stracciata ma che ritorna in campo attratta da uno dei simboli, il cuore rosso, che Bansky usa nei suoi graffiti per significare il bisogno di fraternità.

Una mostra che fa da corollario alla grande asta/esposizione che occupa tutti i locali del Palazzo dei Congressi, e che vedrà gli appassionati d’arte contendersi opere di grande valore fra cui un disegno di Fernando Botero (valore stimato 85mila euro), uno splendido mosaico di Sandro Chia (24mila euro), uno dei famosi paesaggi di Salvo (30mila), alcune sculture/installazioni di Marco Lodola (30/40mila), assieme ad opere della Acardi, Cassinari, Bonalumi, Arman, Angiola Churchill e tanti altri fra cui opere degli artisti sammarinesi Thea Tini, Eleonora Mazza, Gabriele Gambuti, Walter Gasperoni, per un totale di 227 lotti d’arte moderna e contemporanea. Il 23 dicembre verrà invece battuta all’asta una rassegna di oggetti e curiosità, tra cui segnaliamo una colonnina distributore di benzina Esso del 1962 e una Slot Machine Royal Luxus del 1959. Il 29 dicembre sarà la volta di una raccolta di opere, oggetti e mobili d’arte classica fra cui un’interessante collezione di vasi policromi in vetro di Emile Gallè (1846-1904) e alcuni mobili, fra cui un raro Bar Cabinet in Art Dèco fabbricato presumibilmente intorno al 1930/40. L’ultima sezione d’asta si terrà il 30 dicembre dedicando attenzione all’arte fotografica e ai multipli. Accanto alle opere di Santiago Sierra (valore stimato 25mila), e ad un’opera in unico esemplare di Orlan (23/28 mila), i nudi di Mariashin (c.a. 1mila) e le straordinarie fotografie di Nidaa Badwan. Infine, i multipli dei più grandi artisti contemporanei.

L’organizzazione dell’asta la si deve alla galleria d’arte con sede a San Marino e a San Remo “La maison de la petite Sara” che informa l’importante novità di sperimentare l’applicazione fissa di diritti d’asta al 18%. L’asta si svolgerà in presenza ma anche con la possibilità di effettuare offerte telefoniche e on line essendo l’elenco delle opere all’asta già presente sul sito: lamaisondelapetitesara.com. Bellissimi i quattro cataloghi che contengono le descrizioni di tutte le opere pubblicati da Aiep Editore e realizzati graficamente da Loris Ceccoli, su carta fotografica in pochissimi esemplari (60 copie) e che diventano anch’essi opere rare da conservare.