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Lo schermo sul leggio porta in scena “Il Padrino” al Teatro Titano

San Marino. Torna la fortunata rassegna firmata da Ivano Marescotti: “Lo schermo sul leggio. Il prossimo 14 gennaio alle ore 16.30, al Teatro Titano, il grande attore interpreterà brani da “Il Padrino” di Mario Puzo con le immagini tratte dal film di omonimo di Fancis Ford Coppola.

La finalità del progetto “Lo Schermo sul Leggio” è quella di mettere in rapporto tra loro in un unico spettacolo diverse discipline artistiche, e precisamente il cinema, la letteratura e il teatro, per raccontare una storia, attraverso l’interpretazione di un attore delle pagine di un libro intrecciate alle immagini di spezzoni del film tratto dal quel libro.

Come consuetudine, al termine della rappresentazione, ci si sposterà al ridotto del Teatro Titano per una conversazione con l’interprete, accompagnata da una degustazione a tema.

Trama de “Il Padrino”: Nella New York del 1945 il padrino della famiglia Corleone, Vito Corleone, rappresenta il capo-mafia italoamericano più potente e rispettato della città. Immigrato dalla Sicilia, ha guadagnato nel corso degli anni autorevolezza e stima, dopo aver agito per anni nei racket sindacali e nella gestione del gioco d’azzardo illegale. L’organizzazione che fa capo a lui, e che gli permette di coordinare un giro di affari illegali di vastissima entità, comprende anche Santino detto Sonny, iracondo e poco affidabile primogenito, Fredo, ingenuo e sciocco secondogenito, e soprattutto Tom Hagen, suo figliastro, avvocato brillante diventato, nel corso del tempo, suo “consigliori”, vale a dire braccio destro. Il potere esercitato da

Corleone sulla città non è fondato unicamente sulla violenza, ma su una forma particolare di amicizia: è la protezione che il boss assicura con generosità a tutti coloro che gli chiedono un favore, ma che naturalmente deve essere ricambiata con fedeltà totale e dedizione assoluta. Grazie a questa rete di amicizie, Vito Corleone nel corso degli anni è riuscito a costruirsi una serie di protezioni e conoscenze anche nel mondo “legale”.

Al termine del matrimonio della figlia Connie (Constanzia), un vero e proprio sposalizio alla siciliana con tutti i fasti che ne conseguono, Corleone riceve un trafficante di droga piuttosto pericoloso: si tratta di Virgil Sollozzo, chiamato da tutti “il Turco”, che è affiliato a una delle cinque famiglie mafiose della Grande Mela, la famiglia Tattaglia: il Turco chiede a don Vito protezione e un supporto economico (il sostegno finanziario di almeno un milione di dollari) per dare vita a un traffico di sostanze stupefacenti di portata enorme. A dispetto del parere favorevole espresso sia da Tom che da Santino, il capo nega il proprio appoggio al Turco, scatenando così una guerra tra la famiglia Corleone e la famiglia Tattaglia: una guerra fatta di rappresaglie e attentati che coinvolgono non solo i capi, ma anche i membri meno importanti. Proprio in uno di questi attentati don Vito Corleone rimane ferito in maniera piuttosto grave. Quando Michael Corleone, figlio del boss non coinvolto fino a quel momento negli affari criminali del clan, viene a sapere che la vita di suo padre è in pericolo, convince Santino, il fratello che provvisoriamente ha assunto il comando, a combinargli un incontro con il Turco per ucciderlo.

Michael, decorato della Seconda Guerra Mondiale, ha intenzione di richiamare l’attenzione di Sollozzo proponendogli un incontro per decidere una tregua, preparandogli una trappola e colpendolo a morte. E così, il figlio di don Vito uccide in un ristorante sia lo spacciatore di stupefacenti che il membro della polizia (naturalmente corrotto) che gli faceva da scorta.

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