Migranti Aliens alla Biennale
Venezia. Il Commissariato del Padiglione Nazionale della Repubblica di San Marino alla 57° Biennale d’Arte di Venezia informa che si sono concluse le cerimonie di inaugurazione della Biennale e dal 13 maggio scorso tutte le installazioni presenti nel capoluogo lagunare sono visitabili.
Il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale è andato alla Germania con l’artista Anne Imhof “per un’installazione potente e inquietante che pone domande urgenti sul nostro tempo e spinge lo spettatore a uno stato di ansia consapevole. Risposta originale all’architettura del padiglione, il lavoro di Imhof è caratterizzato da una scelta rigorosa di oggetti, corpi, immagini e suoni”, come viene riportato nelle motivazioni della giuria presieduta da Manuel J. Boria-Villel.
San Marino, con il Friendship Project curato da Vincenzo Sanfo, sta ben figurando con le proprie sedi espositive e nella giornata di domenica 14 maggio, grazie alla collaborazione con studenti e docenti del Liceo Artistico Marco Polo, luogo dove espongono quattro degli artisti coinvolti nel progetto di padiglione, ha avuto ampia visibilità fra turisti e veneziani.
Gli studenti hanno infatti portato a passeggio per Venezia gli alieni creati dall’artista cinese Fu Yu Xiang, vestiti per l’occasione con le magliette del Friendship Project del Padiglione San Marino, e le statue rappresentanti extraterrestri un po’ frastornati dalla visione della città, si sono ritrovate sull’affollato Ponte di Rialto o in Piazza San Marco attirando l’attenzione della folla sulla partecipazione sammarinese alla Biennale.
Anche in questa occasione il progetto, che già ha cominciato a destare l’attenzione dei media di settore, comparendo ad esempio sulle pagine di Area-Arch, Lifestar, sta già portando buona visibilità alla Repubblica di San Marino, cambiando la normale concezione di padiglione statico per trasformarla in sede diffusa e in movimento, anche attraverso la possibile ospitalità nei confronti di altri artisti.
I “Migrant Aliens” intendono aprire una riflessione sul rapporto con “l’altro”, con il diverso, con l’alieno appunto, magari sfidando noi stessi a investigare sui nostri dualismi o sul nostro io interiore. Un dialogo del singolo anche declinato attraverso il rapporto fra artisti di nazionalità e formazioni differenti e lontane, in cui i sei artisti sammarinesi stanno molto ben figurando.