CulturArte

Sold out per Valerio Massimo Manfredi

Giochi del Titano

Valerio Massimo Manfredi fa il pieno a Villa Manzoni. Comincia alla grande la quarta stagione del salotto letterario che ospita, per la sua prima serata, il maestro del romanzo letterario, affascinante quando scrive, tanto quanto racconta le sue opere e i suoi personaggi.

Valerio Massimo Manfredi racconta Teutoborgo, una delle più grandi sconfitte del potentissimo esercito di Roma. Parla dei due protagonisti Wulf e Armin, due giovani germanici, fatti prigionieri ed educati a Roma, ma con destini completamente diversi. Descrive i grandi generali, da Druso a Germanico, ma anche Publio Quintilio Varo che portò le legioni al massacro di Teutoburgo, e il centurione della Diciottesima Legione Marco Celio Tauro, qui morì da valoroso. Narra della potenza di Roma, della sua perizia nelle opere civili, gli acquedotti, i ponti, le strade che non finiscono mai; delle sue navi e dei suoi eserciti. Spiega i suoi punti deboli a causa del lavoro basato sullo schiavismo. E poi descrive anche Palmira, vista tanti anni fa, che si tinge di rosso sullo sfondo verde dei palmizi mentre arriva la notte e il cielo si accende sul bagliore dei marmi eterni, che solo la furia dell’uomo ha saputo distruggere. Una damnatio memoriae che attraversa i secoli, che abbatte ogni testimonianza, ma non riesce a cancellare la bellezza e far dimenticare gli eroi.

Del resto, il romanzo che racconta epoche lontane ha il fascino di “another time, another place”.  Una sorta di macchina del tempo che riporta indietro la mente del lettore e alimenta la sua curiosità, la sua sete di conoscenza. Non solo: il vantaggio che ha la narrativa sulla storia è che la storia è obbligata all’onere della prova, deve dimostrare tutto quello che dice. Forse qui è uno dei segreti del successo dei lavori di Valerio Massimo Manfredi e una di serata che ha fatto luce sui segreti di Teutoburgo, la battaglia che ha cambiato le sorti dell’impero romano. E dell’Europa. Se così non fosse stato, forse l’Europa Unita avrebbe oggi 2000 anni. Ma questa storia non fu mai scritta.

 

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