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Congresso FUCS, eletto il nuovo Direttivo e approvata all’unanimità la mozione conclusiva

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 Il 15° Congresso FUCS, Federazione Unitaria Costruzioni e Servizi, svoltosi al Centro Gualdo di Guladicciolo martedì 21 gennaio, al temine dei lavori ha proceduto alla votazione su scheda per l’elezione dei 15 membri del nuovo Consiglio Direttivo della Federazione. Al termine dello spoglio dei voti, sono risultati eletti: Diego Moretti, Stéphane Colombari, Carlotta Antonelli, Matteo Missiroli, Valentina Capicchioni, Olga Radulova, Massimiliano Selva, Giuseppe Fantini, Lucia Semperlotti, Francesco Bacciocchi, Monica Toni, Giuseppina Capizzi, Riccardo Raschi, Massimo Di Cristoforo, Leonardo Venturini.

Nella parte finale della mattinata, è stata approvata all’unanimità la mozione conclusiva, che si riporta di seguito.

Mozione conclusiva

Il 15° Congresso FUCS – svoltosi nella giornata di martedì 21 gennaio 2025 presso il Centro Gualdo di Gualdicciolo, sentita la relazione del Segretario uscente Stéphane Colombari, e l’intervento conclusivo del Segretario Generale CSdL Enzo Merlini, che fa propri – in primo luogo ribadisce la necessità del confronto e della concertazione per impostare le politiche generali per lo sviluppo del paese, oltre che per le misure specifiche che riguardano i lavoratori, i pensionati, i cittadini.

L’Esecutivo che si è insediato da alcuni mesi deve mettere fine al metodo unilaterale e autoreferenziale utilizzato dagli ultimi Governi, per ricercare il confronto con il sindacato e le parti sociali. Non sono accettabili decisioni sia su questioni di stretta pertinenza sindacale che sulle scelte che riguardano l’intera collettività senza il contributo e il ruolo negoziale delle organizzazioni sindacali.

Di particolare importanza è il confronto sulle trasformazioni che riguarderanno la Repubblica a seguito dell’accordo di Associazione con l’Unione Europea, per le quali è necessario il pieno coinvolgimento dei lavoratori e dei cittadini, ad iniziare da una costante e completa campagna di informazione sugli effetti che tale accordo produrrà sulla vita dei cittadini. La FUCS rivendica la necessità di conoscere quanto prima i contenuti dell’accordo.

Si ribadisce la forte preoccupazione per il debito pubblico che ha raggiunto una entità spropositata, quasi interamente determinato dai dissesti bancari, rispetto a cui i cittadini non hanno alcuna responsabilità. San Marino non può permettersi di pagare interessi sul debito pubblico estero così onerosi. Lo stesso debito estero dovrà essere collocato per la maggior parte sul territorio sammarinese.

È necessario impostare politiche di bilancio che puntino alla messa in ordine dei conti pubblici, razionalizzando la spesa dello Stato, e agendo soprattutto attraverso l’equità fiscale. In tal senso è necessario completare la riforma del 2013 attraverso l’introduzione di nuovi strumenti di accertamento ed emersione di tutti i redditi e i patrimoni finora sottratti al fisco, e potenziando gli organi di ispezione e controllo.

Si rende improrogabile l’attuazione dell’ICEE, affinché diventi un reale strumento attraverso il quale attuare gli interventi dello Stato alle famiglie e ai cittadini in maggiori difficoltà economiche, tra cui quelli relativi ad assegni familiari, diritto allo studio, previdenza, edilizia sociale e sovvenzionata. Nel confronto con l’Esecutivo, obiettivo fondamentale è includere, nel valore che questo strumento andrà ad indicare, tutti i redditi e i patrimoni ovunque prodotti e detenuti, cosa che il Decreto in attesa di approvazione ancora non ha realizzato.

Il raggiungimento di un buon livello di occupazione è un risultato soddisfacente, ma da solo non è sufficiente a garantire solidità al nostro sistema economico e stabilità ai posti di lavoro. Occorre attivare percorsi formativi permanenti per migliorare i livelli di professionalità e accrescere le competenze di lavoratori, affinché siano sempre in grado di rapportarsi con le continue trasformazioni del mondo del lavoro.

La lotta al lavoro nero, particolarmente presente in molto settori della FUCS – tra cui il comparto turistico-alberghiero e della ristorazione – richiede che il personale degli organi ispettivi (recentemente potenziato) non venga distratto da altre mansioni, affinché siano in grado di svolgere un’efficace azione di controllo tesa all’emersione di tutti i casi di lavoro irregolare.

Sul fronte dell’annosa questione dei contributi non versati, si prende atto del PdL  all’esame della Commissione Finanze che introduce nuove norme, tra cui la sospensione della licenza per gli operatori che non pagano i contributi da almeno un anno e qualora il debito superi 100.000 euro, ma occorre fare dei passi ulteriori: non viene prevista alcuna specifica modalità di accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori e rimane invece irrisolta la mancanza di trasparenza nei confronti dei lavoratori, che devono avere il diritto di sapere per tempo se i loro contributi non vengono pagati dal datore di lavoro.

Va rilanciato l’impegno per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro: occorre istituzionalizzare la figura degli RLS Territoriali, importanti soprattutto nelle piccole e piccolissime aziende, i quali devono ricevere la necessaria formazione, per contribuire a garantire la piena applicazione delle norme sul lavoro. Va definitivamente superata l’idea che la prevenzione rappresenti un costo per le aziende: è invece un investimento di lungo periodo.

La FUCS esprime soddisfazione per il potenziamento dell’AASLP; in tal senso è stata abbandonata l’idea di farne una semplice stazione di appalto, per andare nella  direzione richiesta anche dalla CSdL di rafforzarla in maniera significativa come importante struttura produttiva dello Stato e di salvaguardia del territorio.

Circa le normative sulle residenze fiscali non domiciliate e residenze atipiche, si ribadisce la nostra netta contrarietà. Non si condivide la scelta dell’attuale di Governo di aumentare i criteri di accesso; questo tipo di residenza deve essere abolito, anche per gli effetti che ha prodotto sul mercato immobiliare, con una impennata del costo degli affitti e delle abitazioni, divenuti inaccessibili per molti. Tutto questo è anche indicativo di un atteggiamento contradditorio del nostro governo per tre ordini di motivi: il primo rappresentato dal fatto che mentre si dice preoccupato dal crollo delle nascite e dall’inverno demografico, ‘importa’ pensionati. Il secondo determinato dal fatto che, a parole, vuole incentivare l’economia reale mentre questi provvedimenti sicuramente non vi rientrano. Il terzo ed ultimo non per importanza, è rappresentato dal fatto che stiamo (in teoria) per diventare stato associato all’Unione Europea, la quale è da sempre contraria ad una “pianificazione fiscale aggressiva” ed anche alla riduzione delle entrate fiscali nei paesi membri.

La Federazione è impegnata a rinnovare tutti i contratti di lavoro scaduti alla fine del 2024 – Assicurazioni, commercio e commercio-turistico, bar alberghi e ristoranti, servizi, salariati AASLP. L’obiettivo principale è quello di raggiungere soddisfacenti rinnovi del contratto in tempi ragionevoli, attraverso cui recuperare le quote di potere d’acquisto delle retribuzioni non coperte nei rinnovi dell’ultimo triennio.

Rispetto a ciò ha inciso anche la totale indisponibilità degli ultimi Governi a realizzare interventi di politica dei redditi volti a tutelare le retribuzioni e le pensioni dall’inflazione, tornata negli ultimi anni a livelli di guardia. A questo proposito, anche il fiscal drag previsto per legge ma colpevolmente inapplicato dal precedete governo,  avente il medesimo Segretario alle Finanze di quello attuale, consentirebbe di proteggere gli stessi redditi dall’aumento della tassazione causato, per effetto dell’inflazione, dal passaggio a scaglioni con aliquote più alte.

Nella contrattazione un impegno particolare va profuso per migliorare le condizioni economiche e normative dei contratti più svantaggiati, tra cui servizi, ristorazione e turistico-alberghiero, che peraltro sono i settori in cui le imprese lamentano difficoltà  nel trovare personale. Tali comparti, per essere più appetibili dai lavoratori, devono ottenere trattamenti retributivi, condizioni di orario e di lavoro più soddisfacenti.

Una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è un obiettivo necessario, per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di ritagliarsi il tempo per la propria vita personale e familiare; obiettivo da perseguire con strumenti sia contrattuali che normativi. In particolare sono le donne ad essere penalizzate dagli orari di lavoro che assorbono quasi l’intera giornata, soprattutto in presenza dell’orario spezzato: spesso sono costrette a richiedere il part-time per far fronte ai propri impegni familiari, con conseguenti penalizzazioni sul piano retributivo, pensionistico e della carriera lavorativa. Al contempo va rilanciato l’obiettivo della riduzione generalizzata dell’orario settimanale di lavoro.

Occorre proseguire l’impegno per superare ogni forma di discriminazione e disparità di trattamento delle donne nel mondo del lavoro. Questo impegno si unisce a quello per la concreta realizzazione del Piano Nazionale Pluriennale per l’eliminazione della violenza, delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro, sottoscritto a San Marino quale strumento di attuazione della Convenzione ILO n.190.

Per favorire la ripresa della natalità si rivendicano politiche di consolidamento e sviluppo del sistema economico, anche attraverso gli strumenti e opportunità che potrà offrire l’accordo di Associazione all’Unione Europea, per garantire la stabilità e qualità dei posti di lavoro, oltre all’aumento ed estensione delle indennità per maternità ed aspettativa più volte rivendicate. Vanno altresì estesi i congedi parentali retribuiti, per la cura dei figli così come dei genitori. Tali congedi devono essere fruibili da tutti i lavoratori, anche dai frontalieri che ne sono ingiustamente esclusi, attraverso un apposito intervento legislativo da parte dello Stato sammarinese. Non è più possibile attendere la revisione della Convezione bilaterale del 1974 tra San Marino e Italia, i cui tempi continuano ad essere molto lunghi e incerti.

La FUCS, nel ribadire la ferma condanna per il brutale attacco del 7 ottobre 2023 che ha provocato la morte di 1.300 cittadini israeliani e il rapimento di centinaia di ostaggi, molti dei quali ancora nella mani di Hamas, esprime profondo sdegno per la reazione israeliana che in maniera del tutto ingiustificata e indiscriminata ha provocato la morte di decine di migliaia di palestinesi di Gaza, tra cui un numero altissimo di bambini, con la distruzione di gran parte delle strutture abitative, sanitarie e di servizi della stessa Gaza.

Rivendica la cessazione immediata di tutti i conflitti attualmente in atto nel mondo, a cominciare da quelli a noi vicini, Ucraina e Palestina, auspicando l’intervento deciso degli organismi sovranazionali quali ONU e Unione Europea.

FUCS-CSdL

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