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Aumentano le transazioni Smac: a San Marino conviene?

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La Confederazione del Lavoro sta completando uno studio approfondito sugli effetti della riforma fiscale del 2013 sulla base dei dati disponibili.

Le prime valutazioni sono state illustrate nell’ultima puntata di “CSdL Informa” dal Segretario Generale Enzo Merlini. Contestualmente ai temi fiscali, ha preso in esame anche i dati relativi alle transazioni Smac, anch’essi disponibili, seppure parziali.

“Le transazioni SMAC sono passate da 727 milioni del 2018 a 982 milioni del 2023, quindi hanno registrato un incremento di ben il 35% in 5 anni, a fronte di un’inflazione compresa tra il 16% ed il 17%, a seconda dell’indice preso a riferimento. Nonostante ciò, non credo che in alcuni settori sia scomparso il malvezzo della doppia tariffa; con lo scontrino o senza.

In valore assoluto, la parte del leone ce l’ha il settore commerciale (471,6 milioni nel 2018 e 681,2 milioni nel 2023), con un incremento del 45% nel medesimo periodo. Il dato, però, non è distinto tra i vari settori merceologici: ciò non consente di verificare l’andamento dei consumi dei beni di prima necessità. Ad esempio, non è possibile verificare quanto incidono i carburanti ed i tabacchi, i cui acquisti da residenti fuori territorio sono significativi, visti i prezzi più convenienti. Il dato relativo ai beni alimentari, riferito all’ultimo trimestre 2023, aveva invece evidenziato una riduzione dei consumi rispetto al 2022, in rapporto all’inflazione.

Il settore che ha registrato il maggior incremento percentuale (oltre il 53%) è stato quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche, quali gli studi commerciali, gli avvocati, ingegneri e geometri, ma anche i veterinari privati: le transazioni sono passate dai 18,6 milioni del 2018 ai 28,5 milioni del 2023. Anche i servizi di alloggio e ristorazione sono andati bene, con un aumento del 28%, da 53,4 a 68,3 milioni.

Spicca il dato relativo alle transazioni nel settore sanità e assistenza sociale, che hanno registrato un aumento del 27% negli ultimi 5 anni (28 milioni nel 2018 e 35,6 milioni nel 2023); qualora ce ne fosse stato bisogno, questi numeri rappresentano in maniera inequivocabile che le persone si rivolgono sempre di più alla sanità privata.

Di tutto rilievo è il fatto che la maggior parte delle transazioni non sono riferite a persone in possesso della SMAC, ovvero si tratta di scontrini fiscali; sono state pari a 350 milioni circa nel 2018 (48,2% del totale) e 511 milioni circa nel 2023 (52% del totale). Si potrebbe pensare che sia dovuto all’incremento del turismo, ma anche nel 2020 e 2021 la tendenza è stata la medesima ed in quegli anni i turisti non c’erano, per effetto delle restrizioni durante la pandemia.

Ciò significa che gran parte di coloro che percepiscono un reddito a San Marino ed hanno interesse a raggiungere la quota deducibile per pagare meno tasse, una volta raggiunta tale soglia non passano più la propria SMAC. Fin qui, nulla di male, se si pretende lo scontrino fiscale, ma è molto frequente che questo non avvenga. Ad onor del vero, molti operatori lo emettono anche senza che venga richiesto, rispettando la legge, ma è impossibile stabilire quante operazioni sfuggono alle rilevazioni.

Come vedremo nell’analisi dei dati fiscali, ci sono una miriade di imprese che sembrano costantemente sull’orlo del fallimento; sarebbe doveroso che ci fossero maggiori controlli. Non ci risulta che ne vengano fatti in merito alla emissione degli scontrini SMAC e questo non va bene. Ricordo una parentesi di qualche anno fa (2016 o 2017 se la memoria non m’inganna) durata qualche settimana, che provocò numerose multe. Tale parentesi fu chiusa a furor di popolo (leggasi operatori).

Infine, è interessante anche l’aumento delle transazioni relative a soggetti “non derivabili” che hanno passato la propria SMAC. Dovrebbe trattarsi di persone non residenti e che non lavorano a San Marino. Se nel 2018 sono state pari a circa 60 milioni (8,2% del totale), nel 2023 siamo arrivati a 93,2 milioni (9,5% del totale). Rispetto a questo dato, così come su quello complessivo, dovrebbe avere inciso l’apertura del polo della moda, avvenuta nel 2021.”

CSdL