Giornata della Memoria, l’incubo ha il suo indirizzo
Già nei primi anni del ‘900 andava diffondendosi quella disgraziata convinzione dei studiosi di eugenetica, di dover intervenire per impedire la trasmissibilità di quelle che allora si riteneva fossero creature inferiori o errori della natura. Dapprima negli Stati Uniti ed in seguito anche in Europa. Quella sciagurata idea, cioè, di bloccare mediante pratiche di sterilizzazione, ad esempio determinate malattie o menomazioni.
In Germania il regime nazista appena insediato, rese obbligatoria tale pratica disumana già nel 1933, ma come se ciò non fosse sufficientemente orribile, nel 1939 la follia assassina di Hitler si spinse oltre l’immaginabile. Con il “Decreto Eutanasia” il Fuhrer, infatti, autorizzò la soppressione sotto responsabilità medica di persone considerate invalide, malformate, malate di mente e inguaribili, motivando tale decisione con la necessità di salvaguardare la purezza della razza e di tagliare le spese rappresentate da detti individui ritenuti fardelli viventi, improduttivi, socialmente inutili e quindi vite nemmeno degne di essere vissute.
“Action T4”, così fu denominata la programmazione conseguente a tale Decreto, dove T4 stava per Tiergartenstrasse 4, indirizzo sede del Centro in cui in gran segreto, cominciando dai bambini, si smistavano le pratiche di annientamento. La prassi criminale consisteva nella validazione dei certificati medici, nell’organizzazione del prelevamento del soggetto presso la famiglia, l’Istituto o l’ospedale, e del definitivo trasferimento verso i centri d’uccisione.
Fu lì, dunque, che iniziò l’incubo, lo sconcerto e il terrore che portò allo sterminio di oltre 300.000 persone, e fu proprio da quell’aberrante operazione omicida, che nell’insofferenza e nell’indifferenza prese forma e sostanza, purtroppo, l’Olocausto.
C’è davvero tanto su cui pensare e sul perché tutto ciò sia potuto accadere. Primo Levi scrisse: <Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali.
Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figli di persone di un’altra religione. Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione.
Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”.>
Le attività di sensibilizzazione, le lotte per la piena affermazione dei diritti e per la difesa di determinate tutele, così come il contrasto alla cultura dell’odio e dello scarto, sono esercizi ancor oggi indispensabili e fondamentali.
Nel Giorno della Memoria “Un fiore al n.4 di Tiergatenstrasse” serve anche a questo, a stimolare certe riflessioni e a ricordare quanto successo affinché non accada mai più.
Saremo presenti al Memoriale di Berlino durante la cerimonia di commemorazione in ricordo delle vittime, posando un omaggio della Repubblica di San Marino.
Attiva-Mente (comunicato stampa)