ANIS: “La nuova tariffa dell’energia elettrica comporterà un aumento di quasi tre volte tra novembre e dicembre, portando il costo per le aziende sammarinesi a livelli più alti di quello dei loro competitor italiani”
Come noto, l’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia ha deliberato i nuovi aumenti per le tariffe di energia elettrica e gas erogati dall’AASS. Si tratta non di semplici ritocchi, ma di aumenti esponenziali che per l’energia elettrica sono quasi triplicati in quanto legati all’andamento medio del PUN a cui va aggiunto uno spread fisso e calcolato preventivamente.
Tutte le nostre aziende associate hanno quindi iniziato a monitorare l’andamento del PUN mensile per calcolare preventivamente il loro costo dell’energia elettrica. Il risultato finale è drammatico: il PUN medio di dicembre è infatti pari a 0,37 €/kWh a cui va aggiunto lo spread di 0,02 (dato medio, che viene poi “pesato” differentemente a seconda degli scaglioni di consumo), portando il rincaro delle tariffe, che è scattato a dicembre, a circa il 178% in più rispetto alle tariffe di novembre (0,39 contro 0,14 €/kWh).
È evidente che questo aspetto, più di altri in questa fase, desta forte preoccupazione nelle imprese perché mette a rischio l’operatività stessa di molte attività economiche. Anche perché, al momento, non sono previsti interventi per compensare o calmierare almeno in parte i rincari energetici, come invece hanno fatto e stanno facendo altri Paesi come ad esempio l’Italia.
Le nostre imprese devono infatti competere soprattutto con quelle italiane, le quali, però, a fronte dell’aumento generale degli energetici che hanno subito come tutta l’area europea, hanno beneficiato nell’ultimo trimestre 2022 di un credito fiscale che va dal 30% per le imprese “non energivore” (in pratica tutte, essendo sufficiente che siano dotate di contatori di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kW) fino al 40% per le imprese “energivore”. Non solo: la finanziaria italiana per 2023, in corso di approvazione, prevede ulteriori crediti di imposta per il primo trimestre 2023 secondo lo stesso principio di “consumi”, pari al 35% per le piccole imprese e al 45 % per quelle più energivore. Risorse liquide, se vogliamo, perché saranno crediti fiscali cedibili anche a banche e/o assicurazioni: di fatto, i nostri concorrenti avranno un beneficio del 45% sul prezzo dell’energia nei primi mesi del 2023. La conseguenza della nuova tariffazione sammarinese PUN+spread, combinata agli interventi del Governo italiano, è che i nostri competitor avranno un costo di gran lunga inferiore per l’energia elettrica: ciò rappresenta una perdita di competitività enorme. Inoltre, lo stesso meccanismo di credito d’imposta, stando alle indicazioni della stessa finanziaria, verrà istituito anche per il gas per usi produttivi, riducendo quindi anche tale costo per le imprese italiane.
Il problema non si esaurisce qui purtroppo, perché l’economia è entrata in una fase di rallentamento e non consente alle imprese di riversare anche solo in parte i maggiori costi di produzione sul cliente finale, a differenza di quanto avvenuto nei primi nove mesi dell’anno dove la domanda era in forte crescita. Senza dimenticare che le imprese devono fare i conti con una inflazione a livelli record, il rialzo dei tassi di interesse e quindi una minore liquidità a disposizione.
Questo cambiamento delle politiche tariffarie diventa oltremodo strategico per tutto il sistema sammarinese e merita grande attenzione: se da un lato occorre assicurare la fornitura delle fonti di energia, dall’altro è necessario mantenere la competitività delle imprese. Si tratta di mettere in atto una strategia in grado di contemperare tutte le esigenze, avviando anche una seria riflessione sul ruolo di AASS, partendo da una maggiore trasparenza su dinamiche e prezzi d’acquisto delle materie prime (che ancora oggi non conosciamo) e, in generale, sul regime di monopolio a cui devono sottostare soprattutto le imprese, nonostante siano sempre più evidenti le sue criticità.
ANIS