Attualità

USC e OSLA in merito al rinnovo CCNL settore Commercio e Commercio Turistico

In merito all’articolo apparso sulla stampa a firma delle federazioni sindacali costruzioni e servizi, le associazioni di categoria USC e OSLA firmatarie e rappresentative del contratto in oggetto intendono, nel rispetto dei diritti di tutte le controparti, fare un po’ di chiarezza.
Al tavolo di confronto con tutte le sigle sindacali, le associazioni datoriali si sono rese disponibili a ragionare e lavorare per trovare una soluzione sostenibile e condivisa che tenesse in considerazione le molteplici peculiarità delle 1100 aziende del Commercio e Commercio Turistico e dei rispettivi 3000 lavoratori dipendenti delle stesse aziende.
Vero, il contratto collettivo nazionale del settore commercio e commercio turistico è scaduto da dicembre 2018. Tuttavia, non possono certo essere considerate responsabili di tale ritardo le associazioni datoriali, che già alla data della scadenza del contratto avevano formalmente invitato le sigle sindacali ad aprire la contrattazione per il rinnovo, era il 2018.
In definitiva, perché da giugno 2018 nessuna sigla sindacale ha risposto alla formale richiesta delle associazioni datoriali per l’apertura del tavolo di contrattazione? Chissà, magari, è stato un momento di distrazione viste le vicissitudini (che non riguardavano le associazioni datoriali) apparse sulla stampa proprio nel giugno 2018!
Inoltre, “La pretesa di modificare parti normative del contratto” deriva da esigenze reali di un settore, il commercio, che ha subito stravolgimenti epocali danneggiando imprese e lavoratori.
Nonostante tutto, nonostante le difficoltà causate prima dalla pandemia poi dall’aumento dei prezzi di energia e materie prime, con estremo senso di responsabilità abbiamo sin dai primi incontri proposto e confermato la volontà di riconoscere un aumento pari al 4,5% (diviso in due scatti) in attesa della firma del nuovo contratto come previsto dalla Legge 59/2016. Non a caso, in queste ultime settimane, abbiamo comunicato e formalizzato al Comitato Garante la nostra volontà a partecipare alla contrattazione collettiva di settore in riferimento sempre alla 59/2016.
Per concludere, stiamo lavorando a nuove soluzioni e strumenti con il fine di introdurre ulteriori risorse a favore esclusivamente dei dipendenti evitando altresì ulteriori costi, non più sostenibili, per le aziende del settore.
Siamo certi di aver mantenuto un comportamento responsabile in tutte le fasi della trattativa ed aver avanzato proposte concrete per arginare il problema del carovita, dapprima con aumenti retributivi “tampone” poi con la negoziazione dell’intero contratto collettivo.

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