Attualità

Interruzione volontaria di gravidanza: progetto di legge al centro del Consiglio Grande e Generale

Giochi del Titano

Il Progetto di legge sull’Interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è stato al centro dei lavori consiliari odierni.
In apertura della seduta, in mattinata, si è concluso
l’esame dell’ultimo decreto delegato, rimasto all’ordine del giorno, il n.56, “Disposizioni relative alla semplificazione della struttura del Dipartimento Funzione Pubblica” che è stato ratificato con 27 voti a favore e 6 contrari. Quindi si è aperto il comma 20 con la presentazione in prima lettura del Progetto di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza”, presentato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni, dalla Segreteria di Stato per la Giustizia e dalla Segreteria di Stato per la Sanità.

Sono 53 gli iscritti ad intervenire al dibattito che ha visto per certi versi il riproporsi di posizioni anche distanti sull’IVG. All’unanimità però da un lato si riconosce come il quesito referendario sia stato recepito, aspetto fondamentale per rispettare la volontà espressa dei cittadini nel referendum del 26 settembre scorso. D’altra parte, la maggioranza degli interventi a livello bipartisan riconosce come lo scheletro normativo proposto dal governo sia essenziale e incompleto, non contemplando aspetti fondamentali quali, per esempio, la disciplina dell’obiezione di coscienza, l’introduzione di Consultori, o misure di sostegno- economico, psicologico- alle donne che si trovino ad affrontare la scelta di procere o meno all’IVG. Di qui l’invito al confronto e all’ascolto, espresso dai consiglieri di tutti i gruppi, anche prima di arrivare in Commissione, per condividere integrazioni al testo.

Abbiamo avuto l’intenzione di accogliere il quesito in modo asciutto- motiva il Segretario di Stato Massimo Andrea Ugolini, tra i firmatari del Pdl- perché crediamo in un approccio responsabile da parte della politica. Noi crediamo il quesito in questa maniera venga quantomeno recepito, è chiaro poi che bisogna mettere in campo servizi accessori per la tutela della vita nascente, come diceva il consigliere Valentini, per tutelare i più deboli, ma all’interno di un assetto normativo ben delineato.” Lo stesso Segretario di Stato porta in Aula dati Istat che confermano come la pratica dell’IVG sia presente anche sul Titano, malgrado l’attuale divieto: le interruzioni volontarie di gravidanza, praticate da donne residenti nella Repubblica di San Marino, nelle province italiane limitrofi, sono risultate 303 dal 2005 ad oggi, 20 interruzioni di gravidanza all’anno. “Credo sia fondamentale legiferare in Aula e che le nostre istituzioni possano aiutare persone in questa situazione- manda infine dire il Segretario di Stato- Non è più accettabile che chi sceglie di effettuare questo percorso vada fuori territorio”.

Il dibattito sul Pdl è stato interrotto a fine seduta e riprenderà in notturna.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta odierna al comma 20, Progetto di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza”, presentato in prima lettura dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni, dalla Segreteria di Stato per la Giustizia e dalla Segreteria di Stato per la Sanità.

 

Elena Tonnini, Sds Affari interni dà lettura della Relazione del Pdl co-firmata con i Segretari di Stato per la Giustizia e per la Sanità
Il progetto di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza” è stato elaborato a seguito del referendum propositivo del 26 settembre 2021 in occasione del quale la cittadinanza sammarinese si è espressa sul seguente quesito: “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna ?”. Con Decreto Reggenziale 30 settembre 2021 n. 170 è stato dichiarato l’accoglimento della proposta referendaria considerato che la risposta affermativa al quesito ha ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi (77,30% sì, 22,70% NO). In conformità all’articolo 23, comma 1, della Legge Qualificata 29 maggio 2013 n. 1, tale decreto ha altresì fissato il 30 marzo 2022 quale termine entro il quale il Congresso di Stato avrebbe dovuto redigere il progetto di legge volto a disciplinare, secondo i principi ed i criteri direttivi approvati dal corpo elettorale, la materia oggetto di referendum.
Il Congresso di Stato, con delibera 11 ottobre 2021 n. 14, ha dato mandato ad una delegazione formata dal Segretario di Stato per gli Affari Interni, dal Segretario di Stato per la Giustizia e dal Segretario di Stato per la Sanità, di predisporre un progetto di legge atto a regolamentare l’interruzione di gravidanza nella Repubblica di San Marino; il progetto di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza” è stato adottato dal Congresso di Stato con la delibera n
. 18 del 31 gennaio 2022 e, come previsto dalla Legge Qualificata 1/2013, inoltrato alle Loro Eccellenze per la trasmissione al Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme; con nota del 25 febbraio 2022, l’Ufficio di Segreteria Istituzionale ha inoltrato il parere n. 1 del 23 febbraio 2022 formulato dal Collegio Garante, secondo l’articolo 23 della Legge Qualificata 1/2013, sulla proposta di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza” in attuazione del referendum proposto; in tale parere il Collegio, al punto 6, afferma: “Dal confronto tra il testo della proposta di legge sopra riportata con il quesito referendario, risulta che lo proposta di legge formulata dal Congresso di Stato è compatibile con il quesito referendario approvato, poiché assicura alla donna lo possibilità di interrompere volontariamente lo gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna”; al punto 7 del parere il Collegio Garante specifica altresì: “Il Collegio ritiene, inoltre, utile segnalare che il tenore dell’art.3 comma 2 della proposta di legge potrebbe risultare di incerta interpretazione laddove, dopo aver previsto la necessità del consenso di coloro che esercitano la potestà legale sulla donna minore di età che ha fatto richiesta di interruzione della gravidanza, prevede la necessità del ricorso al Giudice Tutelare “in caso di conflitto tra le due volontà”, senza specificare se si fa riferimento al conflitto tra la volontà della minorenne e quella dei soggetti esercenti la potestà legale, ovvero al conflitto tra le diverse volontà espresse dai soggetti esercenti la potestà legale“;
preso atto del parere del Collegio Garante, la delegazione di governo incaricata della redazione del progetto di legge ha provveduto a modificare larticolo 3, comma 2, specificando che il conflitto tra volontà a cui si fa riferimento è quello tra la minore e i soggetti esercenti la potestà. Il conflitto tra le parti esercenti la potestà, infatti, è già disciplinato dall’articolo 81 della Legge 26 aprile 1986 n.49 e pertanto non si è ritenuto opportuno richiamarlo nel testo; il progetto di legge così modificato è stato quindi nuovamente adottato dal Congresso di Stato nella seduta del 7 marzo 2022 e depositato per l’avvio dell’iter consiliare.

L’articolo 1 indica le finalità e i principi generali del progetto di legge e fissa il principio in base a cui l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è garantito, alle donne assistite ISS, da parte dell’Istituto per la Sicurezza Sociale che, a tal fine, è autorizzato a stipulare apposite convenzioni con strutture ospedaliere sanitarie pubbliche e private accreditate, interne ed esterne alla Repubblica di San Marino. La possibilità di convenzionamento con un ampio ventaglio di strutture risulta fondamentale per garantire alla donna di poter scegliere (come stabilito all’articolo 2, comma 2) dove farsi assistere e praticare l’eventuale intervento. In un territorio piccolo come la Repubblica di San Marino, che possiede un unico Ospedale di Stato, tale facoltà viene assicurata a tutela della privacy della donna e dell’eventuale partner. L’articolo, infine, chiarisce che l’assistenza sanitaria, dalla presa in carico e in tutte le fasi successive, è in capo all’ISS che, pertanto, deve adeguare gli appositi capitoli di spesa ed emanare specifici protocolli sanitari sulla base delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In nessun caso, dispone il comma 4, il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è considerato uno strumento di limitazione e controllo delle nascite.

L’articolo 2 entra nel merito della materia trattata dal quesito referendario e prevede: i termini entro cui la donna può richiedere l’interruzione di gravidanza; la necessità di certificazione da parte di un medico ISS o convenzionato ISS; l’obbligatorietà della sottoscrizione del consenso informato da parte della donna ai fini della presa in carico da parte dell’ISS; la possibilità di scelta della struttura sanitaria da cui farsi assistere nonché la possibilità di accedere ad un servizio di assistenza psicologica prima e dopo l’intervento; la garanzia di riservatezza dei dati; la formazione periodica per gli operatori sanitari e non sanitari coinvolti nelle varie fasi relative all’IVG.

L’articolo 3 disciplina i criteri in base a cui è possibile richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione. Fermo restando che, entro tale termine, non è previsto l’obbligo di motivare la propria scelta, l’articolo opera delle distinzioni nel caso in cui l’accesso all’IVG venga richiesto da donne maggiorenni o minori di anni 18 In quest’ultimo caso, occorre il consenso di coloro che esercitano sulla stessa la potestà legale. In caso di conflitto tra la volontà della minore e quella degli esercenti la potestà, oppure in caso di rifiuto a rispondere alla richiesta, oppure quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, il medico deve inoltrare entro 3 giorni, al Giudice Tutelare, una relazione corredata del proprio parere circa l’opportunità o meno d’interrompere la gravidanza. li Giudice Tutelare, entro 5 giorni, sentita la minore e tenuto conto della sua volontà e della relazione del medico, può autorizzare l’intervento d’interruzione della gravidanza con atto non soggetto a reclamo. Quest’ultima disposizione può essere derogata, e quindi la minorenne può decidere autonomamente, solo nei casi previsti dal comma 3 ovvero se la donna sia vittima di stupro o incesto. In tali eventualità rimangono comunque fermi gli obblighi di segnalazione previsti dalla Legge 20 giugno 2008 n. 97 “Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere” che, all’articolo 19, pone in capo ai pubblici ufficiali e agli esercenti la professione sanitaria l’obbligo di segnalare, al Commissario della Legge esercente le funzioni di Giudice Tutelare civile, i fatti violenza sulle donne, sui minori o di genere. Il comma 4 infine stabilisce le modalità di interruzione di gravidanza, quella farmacologica e quella chirurgica.

L’articolo 4 disciplina i criteri in base a cui è possibile richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza dopo la dodicesima settimana di gestazione ovvero solo nei casi in cui vi sia pericolo di vita per la donna oppure vi siano anomalie o malformazioni del feto, accertate dal medico curante, che comportino un grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna. In tali casi la procedura di interruzione deve avvenire entro sette giorni dalla richiesta della donna e l’intervento avviene solo in modalità chirurgica, considerato che avviene in una fase avanzata della gestazione, che esclude quindi l’intervento di tipo farmacologico. Il rischio per la salute fisica è accertato dal medico curante; il rischio per la salute psicologica è accertato da un medico del Servizio Salute Mentale dell’ISS o medico psichiatra convenzionato ISS.

L’articolo 5 integra le precedenti circostanze relative alle indicazioni degli eventi interruttivi della gravidanza inserendo, tra questi, anche il caso in cui !’intervento debba essere praticato in emergenza a causa dell’imminente pericolo di vita per la donna. Laddove sussista la possibilità di vita autonoma del feto, il medico deve adottare ogni misura idonea a salvaguardarne la vita.

L‘articolo 6 va a modificare l’articolo 153 del Codice Penale, che finora puniva laborto tout court ed stato rinominato “Interruzione illecita di gravidanza” per maggiore coerenza con il progetto di legge. La ratio che ha guidato la modifica dell’articolo 153 del Codice Penale è stata quella di accogliere il quesito referendario prevedendo delle possibilità di interruzione volontaria di gravidanza in determinati casi.
L’articolo 153 del Codice Penale dunque si pone l’obiettivo di regolamentare in maniera stringente i casi in cui è possibile ricorrere all’interruzione di gravidanza, perseguendo penalmente tutti i casi in cui viene praticata al di fuori di quanto previsto dalla normativa, ovvero:

oltre la dodicesima settimana di gestazione senza che vi sia pericolo per la vita della donna o in assenza di accertate anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna;
senza il consenso della donna;

da soggetto che fa mestiere di pratiche illecite o agisce con fine di lucro; quando, in conseguenza di un’interruzione illecita di gravidanza, la donna incinta muore o subisce lesione grave.
Proprio riguardo a quest’ultimo punto
, che nel progetto di legge è previsto all’articolo 6, comma 2, lettera c), va considerato come trattasi di misfatto e dunque fattispecie di reato punibile a titolo di dolo. L’articolo 153 è infatti compreso tra i misfatti del Libro II, Titolo I, Capitolo I del Codice Penale. Per queste ragioni non potrà mai essere ritenuto responsabile penalmente chi, a seguito dell’interruzione di gravidanza, abbia causato la morte o la lesione grave della donna, qualora questo sia avvenuto per colpa. La responsabilità penale sussiste esclusivamente nei casi in cui tali condotte siano state poste in essere con dolo. Si è ritenuto opportuno mantenere invariata la graduazione delle pene e relative aggravanti.

L’articolo 7 abroga l’articolo 154 del Codice Penale (Aborto per motivi d’onore).

L’articolo 8 riguarda le norme transitorie con cui si stabilisce che entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge l’ISS deve portare avanti una serie di attività al fine di garantire l’efficacia della normativa. In tale periodo, pertanto, l’ISS è chiamato a predisporre gli atti necessari ed a rendersi parte attiva per la sottoscrizione dei convenzionamenti con strutture pubbliche e private, interne ed esterne al territorio sammarinese; a predisporre la modulistica necessaria per l’accesso all’IVG, incluse le informazioni relative al consenso informato; a predisporre gli appositi protocolli sanitari; a proporre un piano di formazione per tutti gli operatori, sanitari e non sanitari; ad attivarsi per implementare l’APP Tecum con le informazioni relative all’lVG nella Repubblica di San Marino. La Segreteria di Stato per la Sanità, insieme al Comitato Esecutivo ISS, dovrà relazionare circa i punti sopraelencati nell’ambito della IV Commissione Consiliare Permanente.

L’articolo 9, infine, fissa l’entrata in vigore della legge il quinto giorno successivo alla quello della sua legale pubblicazione.

Con l’augurio che la presente relazione chiarisca adeguatamente i contenuti e gli obiettivi del progetto di legge, se ne auspica il benevolo accoglimento da parte del Consiglio Grande e Generale.

Pasquale Valentini, Pdcs
Se su questo tema non si sente esigenza del raddoppio dei tempi di intervento, non so su che tema si possa avere… Una breve premessa: la domanda è se ci rendiamo conto del livello della questione. Stiamo parlando dell’essenza dell’essere umano, del diritto di nascere e affinchè questo avvenga ci sia un atto di accoglienza. Qui c’è un livello di coscienza. Mi auguro che di queste cose non si parli a prescindere da questo livello: lo scopo principale del diritto è tutelare il più fragile. Guardando la proposta di lege che si inserisce in un referendum ci sono aspetti della legge che confermano la premessa, tre in particolare. 1) dovremo fare di tutto perchè non ci si arrivi all’aborto. 2) L’interruzione non deve essere uno strumento di controllo delle nascite e lo si ribadisce nella legge 3) al di fuori dell’ambito previsto dalla legge, l’interruzione è reato. Ora, ci sono aspetti nel testo in contraddizione con la premessa. L’articolo 2 e l’articolo 3 dicono infatti che entro le prime 12 settimane basta che si dica che si è incinta per cui si può procedere all’Ivg. Questo è un elemento che contraddice la premessa. Poi l’articolo 4, al punto b, quando si parla di rischio di salute psichica della donna, questo è un elemento molto aleatorio. Manca poi l’aspetto dell’obiezione di coscienza: non prevederlo significa non considerare la vicenda personale che questa questione pone. Io auspico che nell’esaminare la legge- che ha bisogo di integrazioni per le contraddizioni presenti- ci sia un elemento di apertura e di disponibilità, perché tutti questi aspetti siano tenuti in considerazione. Marica Montemaggi, Libera
Anche io sono d’accordo con il collega Valentini, per questa legge si sarebbe potuto chiedere un raddoppio dei tempi, 6 minuti di intervento sono pochi.
Finalmente abbiamo la legge in Aula, una legge che deve essere prima di tutto chiara e mi auguro si arrivi a una legge chiara, solida, attuabile, all’altezza delle aspettative della popolazione che si è espressa il 26 settembre scorso. Il quesito è stato recepito, lo scheletro normativo che ci è stato presentato oggi deve essere necessariamente integrato. Vogliamo una legge che tolga il velo di ipocrisia, ma soprattutto che ci renda giustizia, ci rappresenti e per farlo dobbiamo sicuramente prevedere una fase di prevenzione e di profonda educazione. Serve un processo culturale importante che in questa legge non c’è. Tutti vogliamo arrivare ad aborti zero. Siamo tutti contro l’aborto, ma dobbiamo fare un profondo lavoro culturale per arrivare a una consapevolezza piena. Certamente l’obiezione di coscienza va regolamentata, ma per far in modo che non diventi un limite alla legge, dobbiamo regolare meglio la velocità di applicazione, pensare all’istituzione di consultori fuori dalla struttura Iss e introdurre limiti per tutelare la privacy della donna, far sì che ci sia l’aiuto dalle associazioni.
Maria Luisa Berti, Npr
Non ho mai nascosto il mio approccio diverso su questa tematica, ma come consigliere devo anche io prendere atto di un risultato referendario e cercherò di dare un contributo per fare in modo che certe tutele, in particolare quelle della vita, possano avere un trattamento e una considerazione primaria nell’impostazione di questo testo normativo.
Rilevo nel testo arrivato oggi un grande limite a quello che poteva essere un testo normativo che, da una parte, avrebbe recepito l’esito referendario, ma che avrebbe anche tutelato il diritto alla vita e anche il diritto alla madre. Questa impostazione non vede assolutamnete la mia condivisione, la donna di fronte alla scelta abortiva non deve essere lasciata sola e purtroppo il testo è molto carente su questo fronte e ci sono tutta una serie di mancanze, anche se facciamo il raffronto dal testo normativo nostro liquidato e la legge in materia che ha l’ordinamento italiano, la legge 194 del ’78, e quanto essa prevede. In quella sede ci sono maggiori tutele che il nostro testo normativo assolutamente non prevede. Non solo una impostazione in generale che dovrebbe essere il fondamento del testo normativo, quello di avere in considerazione massima la tutela della vita. Condivido quanto espresso dal consigliere Montemaggi: l’obiettivo, malgrado andiamo a disciplinare l’IVG, deve essere quello che l’IVG non avvenga mai. Dobbiamo veramente lavorare e prevedere discipline che rendano realizzabile questo obiettivo. Ci sono altre carenze nello specifico: l’assenza della considerazione del ruolo paterno nella scelta abortiva, c’è una mancata considerazione dell’opera di confronto con la donna nella fase preliminare alla scelta definitiva, non vi è alcuna previsione di consultori, non c’è la possibilità di confronto con le associazioni riconosciute che si occupano della materia, n’è con le istituzioni perchè le motivazioni, magari di carattere economico, siano superate. E’ un testo normativo molto, molto carente, soprattutto nell’impostazione generale, per fare in modo che la scelta dell’IVG sia sempre visto come ultimo atto e si dia invece tutte le opportunità affinché, di fronte alla scelta, la donna scelga la vita. Dovremmo fare un grande lavoro di miglioramento del testo.
Carlotta Andruccioli,Dml
Un appello alla serietà dell’Aula: al di là delle posizioni legittime che ognuno di noi ha e che, nonostante l’esito referendario, non sono cambiate, abbiamo un compito importate che è quello di rispettare quel risultato e di approcciarci al tema con serietà e in tempi ragionevoli. Il tema dell’IVG è un tema delicato, unisce però quasi tutti l’idea che questo pdl sia incompleto, ci sarà bisogno di un lavoro serio tra prima e seconda lettura, perché mancano aspetti nell’articolato e inteventi da portare parallelamente alla proposte. Primo aspettto mancante è la regolamentazione dell’obiezione di coscienza. Il diritto all’obiezione è importante che venga garantito anche a San Marino, come è parimenti importante che la donna che prenda questa scelta sia accompagnata. Altro tema che va meglio approfondito è quello relativo alla tutela della privacy e della riservatezza per le decisioni che una donna prende. Purtroppo abbiamo dinamiche da ‘paesino’ e anche per l’acquisto di concezionali o pillole di emergeza molte donne vanno fuori confine, perché dentro il territorio si sentono giudicate. E ancora: va disciplinato l’aspetto della prevenzione, in cui famiglia, scuola e struttura sanitaria devono collaborare per educare i più giovani alla conoscenza del proprio corpo e all’uso corretto delle contraccezioni, superando i mille tabù. Altri aspetti che vanno meglio specificati: all’articolo 4- quando di parla di poter abortire dopo la 12esima settimana per motivi gravi salute donna, o anomalie del feto- a cosa facciamo riferimento nello specifico? Nell’articlo 2 quando si parla di assistenza psicologia della donna: l’aspetto del sostegno è imprescindibile. Credo vada allargata l’assistenza non solo alle donne che richiedono l’Ivg, ma anche a chi decide di portare avanti la gravidanza malgrado tutte le difficoltà. Inoltre serve assistenza informativa per la donna su tutte le forme di aiuto e di supporto economico, affinché non si senta abbandonata quando deve prenedere una decisione, anche grazie a struttuure simili ai consultori italiani. L’IVG deve essere l’ultima strada percorribile, quindi dovremmo mettere in campo interventi seri, a partire dalla prevenzione. Lo Stato deve intervenire anche a sostegno della maternità, con la lotta alla discriminazione di genere sui luoghi di lavoro, sia in termini di gap salariale che di occupazione, con la tutela della genitorialità, considerando anche il padre…tanti interventi ci sono da fare. Tutti questi aspetti vanno approfonditi e portati insieme al pdl, diversamente resta un progetto di legge incompleto e insoddisfacente.
Matteo Ciacci, Libera
E’ stato un risultato storico quello del referendum del 26 settembre 2021, con la vittoria schiacciante del sì, oltre il 77%. Come Aula dobbiamo tenere in considerazione il risultato e lavolontà popolare, attraverso l’impegno da mettere in campo per predisporre un progetto di legge rispondente a quello che ha detto la cittadinanza quel 26 settembre. Dobbiamo lavorare assolutamente sul tempo, in prima lettura c’è uno scheletro iniziale per perseguire l’obiettivo: vogliamo che l’aborto sia sicuro e dobbiamo lavorare certamente per puntare che le interruzioni di gravidanza siano il meno possibile e dobbiamo rendere la legge applicabile. Per questo dobbiamo affrontare il tema dell’obiezione di cosicenza, perché non si pregiudichi il diritto alla donna di interrompere la gravidanza. Sappiamo quanto il tema influenzi negativamente l’applicazione della legge in Italia, parallelamente dobbiamo lavorare per la formazione e per il lavoro di prevenzione per ridurre il più possibile le gravidanze indesiderate, promuovere l’uso dei contraccettivi e una maternità consapevole. Su queste questioni sarà necessario un confronto che tenga in considerazione le opinioni di tutti, ma soprattuto il mandato della cittadinanza.
Massimo Andrea Ugolini, Sds per la Giustizia
Quella che affrontiamo oggi è una tematica delicata. Mi auguro l’approccio che scaturisca dall’Aula parlamentare sia quello di un atteggiamento responsabile su una tematica di sensibilità estrema. Io vorrei ricordare poi che c’è una tematica che riguarda l’aspetto istituzionale sulle prassi che scaturiscono dall’adozione del quesito referendario. Il Congresso di Stato, nel rispetto del risultato del 26 settembre scorso, ha cercato di mettere in campo un Pdl che potesse essere aderente al quesito. E’ chiaro che l’aupicio è che, a fronte del dibattito in Commissione, si possa intervenire per migliorarlo. Ma abbiamo avuto l’intenzione di accogliere il quesito in modo asciutto, perché crediamo in un approccio responsabile da parte della politica. Noi crediamo il quesito in questa maniera venga quantomeno recepito, è chiaro poi che bisogna mettere in campo servizi accessori per la tutela della vita nascente, come diceva il consigliere Valentini, per tutelare i più deboli, ma all’interno di un assetto normativo ben delineato.
Dire che questo fenomeno non sia presente nel nostro Paese inoltre non è corretto: a fronte dei dati richiesti all’Istat sui numeri di IVG praticate da donne residenti nella Repubblica di San Marino nelle province italiane limitrofi, sono risultate praticare 303 dal 2005 ad oggi, 20 interruzioni di gravidanza all’anno. Certamente rispetto al supporto alla genitorialità, alla famiglia, si potrà intervenire grazie ad altri provvedimenti, come con il Pdl sulla tutela della ragazze madri si cercherà di aiutare chi non ha ancora compiuto il proprio percorso personale e di carriera. Credo sia fondamentale legiferare in Aula e che le nostre istituzioni possano aiutare persone in questa situazione. Non è più accettabile che chi sceglie di effettuare questo percorso vada fuori territorio. A fronte del dibattito in Commissione, mi auguro si arrivi a un pdl che possa aiutare le persone che si trovano di fronte a una scelta difficile e, come comunità, possiamo far sì che chi decida di portare avanti la vita siano sempre di più, sapendo che c’è uno Stato che supporta queste situazioni.
Sull’obiezione di coscienza: vorrei ricordare l’articolo 16 comma 6, sul decreto delegato del 18 marzo 1996 n.32, dove si dice che qualora siano chiesti procediementi sanitari contro proprio cobvincimento etico, il medico può opporsi. La privacy è un aspetto delicato che andrà verificato su tutti i percorsi, cerchiamo però di intervnie in questi aspetti, ma in modo proattivo.
Michele Muratori, Libera
Di fronte alla vittoria schiacciante del Comitato promotore del Referendum dobbiamo portare a compimento una legge più aderente possibile al quesito. E’ chiaro molte problematiche non sono state affrontate, ci sono mancanze nella legge e noi come gruppo consiliare predisporreremo emendamenti che andranno ad affrontare alcune situazioni. Si è parlato di obiezione di coscienza, tema che va affrontato adeguatamente, ide per il supporto psicologico della donna, altra temarica non affrontata a dovere è quella della paternità. Questa è una prima lettura, la accogliamo come tale e c’è ancora molto lavoro da fare.
Emanuele Santi, Rete
La politica in questi anni ha perso perchè non ha mai voluto affrontare un tema che richiedeva un approccio diverso e importante. Siamo qua perché a settembre 2021 c’è stato un plebiscito, il 77% dei cittadini ha dato un messaggio chiaro su cosa pensano dell’IVG e siamo qua per dare seguito a questa volontà. Il Pdl risponde al quesito, ma chiaramente, e se l’Aula lo riterrà opportuno, in Commissione potrà essere implementato. Ma il segnale vero da dare oggi è che la politica finalemente si prende carico di questa richiesta della cittadiannza e abbiamo il dovere di darne seguito. Certo obiettivo di questa legge non può essere aumentare il numero di aborti, ma l’IVG non può essere un reato penale dentro il nostro confine, in modo che si sia ‘costretti’ ad andare fuori confine, senza alcuna assistenza da parte delle nostre istituzioni.
Nicola Renzi, Rf
Sinceramente una legge così, da Segretario di Stato, io non l’avrei firmata.
La campagna referendaria ha avuto sì colpi bassi, ma anche momenti alti, chi era spinto dalle proprie convinzioni ha dato valore aggiunto al dibattito politico del paese. Abbiamo ascoltato le due forze culturali, Uds e il Comitato ‘Uno di noi’ per la vita: da questi confronti sono venuti molti spunti.
Vorrei fare questa proposta: per rendere giustizia ai sammariensi che sono andati a votare e all’impegno civile dei comitati che si sono costituiti, io vi dico, preoccupatevi della sostanza, facciamo sì che prima di arrivare in Commissione ci sia un confronto vero con i comitati della campagna referendaria e con tutte le forze politiche. Se qualcuno spera invece che si faccia bene la legge arrivando in Commissione, votando una ridda di emendamento, secondo me faremo solo peggio. Non sono per nulla soddisfatto del lavoro fatto dal governo, predisponendo questo Pdl, e mi sembra che l’aula si esprima all’unanimità a riguardo. E mi hanno colpito gli interventi delle donne- dei consiglieri Andruccioli, Berti e Montemaggi- che hanno preso posizioni diverse, ma sono state degne di attenzione.
Chi può prendere l’iniziativa per questo tavolo di confronto sul testo? Non credo il governo, ma le forze politiche sì. Mi auguro la forza politica più rappresentativa abbia la volontà di proporre questa iniziativa politica.
Gaetano Troina, Dml
Stiamo affrontando il controverso Pdl sull’IVG. Il progetto depositato risulta carente di attenzioni e tutela anche di rilievo in alcuni casi. Alcuni esempi: la regolamentazione dell’aborto presso strutture convenzionate esterne previsto dagli articoli 1-2 del progetto è una proposta che ritengo poco attuabile. Una donna che abortisce in Italia o in un altro Stato, per quanto le strutture possano essere convenzionate, deve sottostare a regole sull’aborto vigenti all’estero, ne potrebbero seguire molteplici problematiche in questo senso.
Per evitare che rimanga un mero enunciato il principio che l’IVG non possa essere strumento di controllo delle nascite deve trovare una formulazione meglio esplicitata: non può essere consentito un secondo, terzo o quarto aborto nelle prime 12 settimane. Se infatti la donna abortisce più volte nelle prime settimane di gravidanza, potrebbe trattarsi di un segnale che evidenzi l’utilizzo dell’aborto come strumento contraccettivo. Allo stesso modo, dovrebbe esserci divieto assoluto di aborto quando vi siano sufficienti elementi per ritenere che ciò sia legato al sesso del nascituro. E sarebbe anche cosa buona la previsione di un necessario contatto con realtà in grado di fornire adeguato supporto o adeguata informazione alla donna su quali siano gli aiuti economici per la maternità o la possibilità di partorire in anonimo: la donna può comunque scegliere di procedere, ma avrà avuto modo di meglio ragionare sulla possibilà di scelta. Il ruolo del padre continua a rimanere troppo marginale, non comprendo questa esclusione. Mancano poi totalmente disposizioni in tema di obiezione di coscienza. Andrebbe adeguatamente disciplinato l’accesso ai Consultori. La formazione dei giovani: la tecnologia oggi facilita l’accesso a contenuti di ogni tipo, ciò può trasformarsi in dis-educazione. Diventa importante che lo Stato- attraverso le scuole ma non solo- organizzi e garantisca adeguati approfondimenti su questi temi, garantendo imparzialità rispetto alla diversità di pensiero. La tutela della riservatezza: ritengo disciplinabile unicamente l’utilizzo della pratica abortiva sul nostro territorio e non all’estero, ma conoscendo la realtà sammarinese ritengo fondamentale garantire adeguata ed elevata protezione all’informazione e ai dati sanitari sensibilim come quelli legati all’IVG. In questo senso vanno garantite e applicate con severità sanzioni in caso di diffusione di notizie.
Sandra Giardi, Gruppo Misto
Sembra che stiamo tutti tenendo attenzione a quello che sono le vere intenzioni di quello che il Comitato promotore del referendum ha tentato di richiedere: portare le donne verso una scelta consapevole. In Aula sono arrivati molti suggerimenti perché ognuno di noi ha sensibilità proprie rispetto quello che la legge prima impediva. A noi ora spetta l’opportunità di dibattere dell’argomento e togliere questo velo di omertà, portando all’interno dela nostra Repubblica, una legge ch dovrà permettere di arrivare all’IVG nella maniera più consapevole possibile. E’ necessario prendere atto di tutte le osservazioni arrivate. Nel momento in cui la donna sceglie l’IVG, questa deve essere fatta nella maniera più sicura possibile.
Non è da condannare qualsiasi sia la scelta di una donna, da condannare semmai è il fatto che un paese civile non permetta che la scelta sia la più consapevole possibile. Il pdl non è completo, manca di tutta quella parte di sostegno a un’eventuale scelta di IVG o diversamente, a quelladi continuare la gravidanza. Spero si affrontino in modo più preciso tutti gli aspetti sanitari e assistenziali che si devono mettere in campo. Il Pdl per quanto non sia completo, dà l’opportunità a tutti di confrontarsi prima che arrivi in Commissione e di coprire i ‘buchi’ con osservazioni costruttive per arrivare a un pdl definitivo che rappresenti le sensibilità di tutti
Luca Boschi, Libera
Finalmente arriva in Aula un Pdl che fa seguito al risultato epocale dello scorso 26 Settembre. La cittadinanza ha tolto il velo di ipocrisia al Paese e dimostra che ci sia una mancata corrispondenza tra le idee portate in Consiglio e i sentimenti più intimi della nostra cittadinanza. Spero questo iter porti a compimento in pieno il quesito referendario.
Gian Matteo Zeppa, Rete
Concordo, siamo di fronte a una svolta epocale per la società sammarinese. Non concordo invece con chi precedentemente ha definito controverso l’argomento. La controversia è piuttosto arrivare a distanza di 44 anni rispetto la normativa italiana, la 194 del 1968. Ci arriviamo solo ora a San Marino a una prima lettura scaturita da un quesito referendario richiesto dalla cittadinanza. Anche oggi ho sentito ancora nel dibatitto gli stessi schieramenti del referendum ma quel referendum ha già avuto un risultato e va data risposta alla cittadinanza per regolare al meglio l’IVG. Si auspicherebbe che in un dibatitto del genere ci si spogliasse dei retaggi della campagna referendaria e si iniziasse a predisporre uno strumento normativo fatto per tutelare la donna. Compio una digressione da ‘uomo’: è un falso retaggio culturale pensare che la scelta di voler intraprendere un certo tipo di percorso la si faccia in due. E’ soprattutto la donna, è lei, che subisce o sceglie di voler fare un certo percorso, l’uomo ha un ruolo marginale, è una scelta che deve poter fare la donna. E quando viene dipinto questo scenario anche come qualcosa di ‘leggero’ mi fa male. Le Segreterie che hanno lavorato a questo testo non si sono inventate nulla, hanno recepito il quesito referendario. Andrea Zafferani, Rf:

Demandare all’Iss gran parte della regolamentazione di ‘dettaglio’ significa, secondo me, che ci si crede poco nella necessità di portare questa norma, si sarebbe donuto far prima diversamente e comunque un pdl più complessivo. Invece sono serviti sei mesi per una legge breve che si limita a requisire il quesito e rimanda il resto all’Iss, è una legge volutamente incompleta. Invece per non demandare all’Iss certe scelte, dobbiamo cercare noi di fare un lavoro più completo. Anche rispetto ai temi di contorno, ma che non sono secondari.
Condivido: se l’obiettivo è quello di cercare di evitare il più possibile gli aborti, mancano tante cose in questo Pdl oltre ai due articoli che non possono essere messi in discussione. Nel metodo, come ha detto il consigliere Renzi, se non vogliamo trovarci in Commissione a fare una selva di emendamenti, dove ognuno propone i suoi, con il rischo di creare una legge confusa e contraddittoria, dovremmo fare un lavoro preliminare come forze politiche, magari coinvolgendo anche gli attori della campagna referendaria. Il ruolo di coordinamento- promozione di questo tipo di approccio gioco-forza credo debba spettare al partito di maggioranza relativa.
Riccardo Stefanelli, Pdcs
Non mi preoccupa l’aspetto che la legge non sia completa, compito del Congresso di Stato era quello di predisporre un testo di base, da sottoporre al Consiglio, rispondente al quesito di base, questo è stato fatto. Ora l’organo legislativo deve trovare il modo di costruire una legge il più completa possibile. Ed è anche giusto che non sia un tema del governo di maggioranza o di opposizione, ma del parlamento nella sua interezza. In campagna referendaria mi sono schierato per il ‘no’, non credo che cambierà ora la mia idea personale, ma ciò non mi esime dal portare un contributo per rendere la legge che scaterirà il più completa possibile e la migliore possibile. Anche secondo me ci sono temi da approfondire: ad esempio la figura del padre e la solitudine in cui la donna viene lasciata in questo testo di legge.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
Il referendum ha finalmente abbattuto un muro, un muro delle incompatibilità delle posizioni. Il referendum consente di definire un percorso con cui tenere ben presenti i diritti principali. Con il pdl, non è che il governo si sia sforzato in maniera particolare, non tanto in maniera formale sul recepimento del quesito, che il Collegio garante ha ritenuto valido. Sappiamo bene un progetto di questa natura non può essere scevro da tutta una serie di interventi che possono coaudiuvare la donna nella sua scelta. Su questo aspetto il confronto dovrà essere il più aperto possibile, tenendo presente alcuni elementi che sono imprescindibili: rendere le procedure del tutto asettiche ma anche efficaci, non ci devono essere tentennamenti che possano indurre a remore di natura etica e morale, ma sia lasciata piena libertà, affrontando contemporaneamente interventi che possano consentire alla donna a optare per soluzioni anche diverse, quindi anche interventi di carattere economico e sociale da parte dello Stato. Il pdl lascia ampio spazio al confronto che non dovrebbe essere fatto solo in Commissione consiliare.
Giovanni Zonzini, Rete
Ritengo che l’Aula abbia il dovere di approvare in tempi rapidi una legge che recepisca il quesito referendario ma anticipo che io e il mio gruppo ci opporremo a qualunque tentativo di inserire nella legge ostacoli tali da rendere poi di fatto la legge inapplicable. Per esempio ritengo una donna non debba sottoposti alle umiliazioni di farsi controllare da organizzazioni più o meno laico-clericali se intende prrocedere per una certa scelta in autonomia. Auspico l’Aula proceda all’approvazione della legge che non contempli elementi che di fatto recepiscano il quesito, ma rendano complessa la sua applicazione.
Gloria Arcangeloni, Rete
Per esprimere soddisfazione per il testo che approda in prima lettura in Aula, non posso che condividere il primo passaggio del consigliere Stefanelli, quando sostiene sì che il testo sia molto asciutto, ma recepisca il quesito. Sarà poi l’Aula ad andare a implementare tutti quegli aspetti che devono dare riscontro a un esito referendario. Ricordo infine che il movimento Rete aveva già depositato un Pdl sulla Salute sessuale in passato in prima lettura, un testo molto completo che andava a disciplinare genitorialità, prevenzione, anche con agevolazioni, per dare informazioni a 360 gradi rispetto a una tematica delicata sicuramente. Aspettiamo la convocazione in Commisisone per andare ad approfondire gli aspetti legati a questo pdl.
Paola Barbara Gozi, Pdcs
Il Pdl è un passo avanti, un atto dovuto per tutelare la donna. La norma è un progresso etico nella libertà di autodeterminazinoe della propria salute, riconoscere il diritto di abortire è fondamentale per rispettare la bioetica di ogni donna, a prescindere da età, condizioni economiche e di salute. Nessuno, al di là di colei che si trova in stato di gravidanza, può sostituirsi a una decisione così personale. E’ non di meno e altresì una sconfitta per la vita, per la società, per il futuro nascituro che non ha in questo caso alcun diritto. Nella presente legge si evince che la voce del nascituro non è ascoltata. E’ ascoltata solo la voce di chi lo mette al mondo e dovrebbe avere cura di lui. Non è contemplato il soggetto più fragile. Eppure per le più recenti ricerche scientifiche si ritiene che nella terza settimana di concepimento tutti gli organi dell’embrione siano stati già delineati. È una vita umana che va tutelata. In questo testo inoltre non si cita il ruolo paterno: è come se il concepimento non sia avvenuto tra l’unione di due persone. Perchè la parola dell’uomo non è ascoltata? Non si fa riferimento all’obiezione di coscienza che necessita una regolamentazione, non si menziona l’aspetto di prevenzione. Condivido che la donna non vada lasciata sola ed è impensabile che finora doveva recarsi fuori territorio, dall’altro credo sia doveroso mettere in atto tutte quelle condizioni di supporto per far sì che la scelta sia differente.
Eva Guidi, Libera
Siamo ancora in campagna referendaria? Mi pare di sentire ancora oggi una serie di echi, alcuni anche molto spiacevoli, ma il referedundum è già stato celebrato e il 77% dei sammarinesi si è espresso. Condivido che devono essere portati ulteriori provvedimenti per poter supportare massimanente e in ogni modalità chi vuole portare avanti scelte diverse dall’Interruzione di gravidanza, benissimo. Sarebbe una grossa sconfitta non riuscire in alcun modo ad aiutarli. Una risposta dobbiamo darla, ma non è questo il pdl, c’è quello portato dal Segretario in Consiglio con queste precise finalità, per me è insufficiente, ma avemo modo di parlarne.
Alessandro Mancini, Npr
Condivido alcune considerazione dei consiglieri di opposizione che cercano di dare un contributo affinchè l’iter del Pdl sull’IVG sia un percorso il più approfondito e condiviso possibile. Mi auguro la politica sia in grado di dimostrare e di produrre un pdl rispondente al quesito. Il legislatore ha scelto la strada giusta: il quesito è recepito, il Collegio dei garanti ha certificato che quanto scritto in prima lettura corrisponde alla volontà dei cittadini e di lì si deve partire. Il lavoro lo facciamo tutto in Commissione sanità come prevede l’iter istituzionale? O vogliamo creare spazi di confronto preliminare, perché quando si arriva in Commissione ci possano essere già scelte più armonizzate al dibattito del paese? Perchè no. Certamente quel Pdl dovrà essere integrato con una serie di indicazioni e raccordi che oggi giustamente non ci sono, per la scelta fatta dal legislatore.
Sara Conti, Rf
Questo testo di legge segna una svolta epocale, nel bene e nel male, nella storia dei diritti della Repubblica, Ma noi non siamo tenuti ad esprimere le nostre opinioni favorevoli o contrarie, siamo tenuti a svolgere il nostro ruolo di legislatori e a valutare la trasformazione del quesito referendario in legge. Nel dibatttio ascoltato mi sono piaciute alcune posizioni di colleghi che sono riusciti a mettere da parte le proprie convinzioni personali, e voglio farlo anche io, per manterere piuttosto il proprio ruolo: trasformare il quesito in un testo di legge il migliore possibile. Dispiace per i colleghi che hanno continuato invece a sollevare polemiche. Quello che abbiamo detto è che il testo di oggi è molto deludente sotto molti punti di vista, emergono lacune e il testo si presenta incompleto e a tratti superficiale ed è una opinione emersa anche tra i banchi di maggioranza. La compatibilità con il quesito è stata accertata, ma il nostro compto è di arrivare a un testo di legge “fatto bene”. Spiace non trovare in questa lege il sostegno che deve essere dato a una donna- anzi a una coppia- che si trova di fronte alla scelta di dover interrompere la gravidanza.
Aida Maria Adele Selva, Pdcs
Prendo atto della volontà popolare, il risultato referendario è stato schiacciante. Nonostante questo, sono ancora convitna che certi pricipi non sono negoziabili e per me oggi non è una svolta epocale, è uno dei momenti più cupi della storia del paese. Il referendum è stato celebrato, tranquillizzo Guidi, non siamo in campagna referendaria, ma la verità va detta. Se l’aborto diventa legale si annulla una vita. La verità è questa. Prima di certi contenuti ci sono principi che non sono negoziabili. Ci sono valori inattaccabili, forse persi nella nostra società, ma ringrazio coloro che hanno difeso questi valori.
Alberto Giordano Spagni Retti, Rete
Il 26 settembre del 2021 è stato celebrato a San Marino un referendum con la vittoria del 77% dei ‘sì’ per poter rendere accessibile alle donne sammarinsi l’IVG. L’altro giorno il collega Zeppa ha affermato che siamo in uno stato di patriarcato e questo dibatito lo conferma. Questa classe politica dovrebbe rappresentare il progresso, invece rappresenta il lato più conservatore. Non si può arrivare in Aula con le posizioni uguali a quelle precedenti al referendum, i cittadini hanno parlato in modo chiaro e abbiamo dovere di dare loro una risposta concreta. Il pdl approvato dal Collegio garante è certamente un progetto asciutto e certamente è un progetto che come Rete vediamo non derogabile. Così come certamente riteniamo necessario l’implementazioni come Aula ma l’unico spirito che deve muoverci deve essere quello di renderlo quanto più efficace ed attuativo per i cittadini, ove questo sia lo spirito dei gruppi, ben venga la condivisione, dove non vi sia, il mio movimento troverà difficoltà a trovare condivisioni con posizioni così di parte. Fondamentale è il discorso su privacy, educazione sessuale, viene poi il tema di obiezione di coscienza che andrà disciplinata nella misura in cui andrà consentito anche per lo staff medico a San Marino. Mi infastidisce invece sentire voler positivizzare la posizione del padre, il corpo non è quello del padre. E’ un diritto che non è possibile avere come uomo. Rispetto ad altri percorsi di legge e percorsi di implementazione delle leggi per la famiglia siamo a favore, ma teniamo presente che questo pdl parla di interruzione di gravidanza, non di altro. Si deve viaggiare su binari paralleli. Noi rifuggiremo ogni escamotage di voler rendere difficoltoso alla donna poter utilizzare lo strumento Ivg. Ogni spirito propositivo per implementare il pdl lo accoglieremo.
Alice Mina, Pdcs
L’Aula oggi affronta un tema divisivo che smuove le coscienze di ciascuno. Il risultato referendario porta però la politica ad esprimeresi e a portare avanti la sua responsabilità Non possiamo pensare di non considerare quanto emerso dalla volontà poolare, auspico un approccio intelligente all’argomento e la capacità di ascolto è fondamemtale. Faccio appello al dialogo e a un approccio giusto al confronto, la nostra missione è di giungere a un pdl che dia estrema dignità a un tema di altissimo valore. Noi oggi abbiamo un pdl che recepisce il quesito, ma d’altra parte è mancante, e qui dobbiamo intervenire. Il valore della vita è prioritario e da tutelare: di qui la necessità di accopagnare il percorso della donna. Vanno sostenuti progetti sul supporto alla genitorialità, alla famiglia e alle ragazze madri, progetti che auspico proseguino il loro iter al più presto. Vanno creati consultori e la figura del padre va tenuta in considerazione. Ci sono associazioni che svolgono in territorio un lavoro esemplare. Mi hanno colpito i dati di Ugolini: 303 casi di IGV dal 2005 ad oggi da parte di donne sammarinesi. E’ difficile pensare che queste questioni non ci riguardino.
Iro Belluzzi, Libera indipendente
Io voglio invece rendere merito a chi porta avanti la sua convinzione anche se c’è una decisione popolare. E’ la rappresentazione plastica in Consiglio di ciò che è avvenuto nel paese con il quesito referendario. Ci saranno consiglieri che non voteranno il Pdl, chiedo rispetto per tutte le posiziomi in Aula. Credo sarà necessario intervenire da un punto di vista culturale: mi richiamo sull’importanza dell’educazione sessuale, di dotare di strumenti anticoncenzionali- per es. profilattici- anche gratuitamente ai giovani o a chi non ha la capacità reddituale. Vi è tutta una funzione che deve svolgere la nostra scuola, per l’educazione sentimentale e il rispetto del proprio corpo. Ci sono tante questioni che vanno affrontate, chiedo infine come Valentini che ci sia il raddoppio dei tempi degli interventi quando si andrà in approvazione.
Andrea Belluzzi, Sds per l’istruzione
Spero che poi non si dica che il raddoppio dei tempi sia l’unica garanzia di ampio e sereno confronto. Auspico in Commisisone ci sia un grande esercizio di democrzia e capacità di ascolto reciproco. Nel 2016 vi era proprio una istanza di arengo sull’Interruzione di gravidanza e vi fu discussione fra due fronti che non si ascoltavano minimamente e non si teneva minimente conto che siamo in uno Stato enclave di un altro Stato, per cui si può procedere all’IVG nella più grande ipocrisia. Il risultato del referendum e la normativa redatta dai miei colleghi è un grande passo avanti pe ril paese e auspico che questo lavoro possa avere ulteriore contributo dalla discussione e un accrescimento nella qualità dal lavoro che può fare il parlamento su questo pdl . Credo questa sia l’occasione per parlare non solo di IVG ma anche di tutto il fenomeno di una sessualità consapevole, occorre che i giovani possano vivere e avere informazioni nella maniera più serena possibile.
Alessandro Bevitori, Libera
Il richiamo che faccio all’Aula: avendo ascoltato il dibatitto che ha riproposto i temi referendari fuori tempo massimo e tutti ragionamenti superati, ora va fatta la legge, così come ha chiesto la cittadinanza. Se questo non sarà rispettato, se ancora pensate di metterci qua a fare ragionamenti ‘così la vita non è tutelata’ ‘la donna è lasciata sola’…no grazie. La donna deve decidere per i sammarinesi, noi ora dobbiamo essere esecutori della legge. L’auspicio è che qui dentro ci si metta da parte, nel rispetto delle richieste della cittadinanza. Arriviamo con un grande ritardo, in Italia i temi sono stati affrontati oltre 40 anni fa e mettiamoci il cuore in pace. Portiamo a casa questa legge che è una conquista di diritti della società, anche se tardiva.
Matteo Rossi, Npr
In campagna referendaria si sono sentiti dei veri colpi bassi, come la ‘minaccia’ del turismo sanitario legato all’aborto , rispetto cui la legge rassicura: saranno gli assistiti Iss che dovranno fare queste pratiche e saranno loro ad essere tutelati, le donne nel loro percorso consapevole di una scelta difficile che per la prima voltale mette di fronte alla possibilità di autodeterminarsi. Non entro nel merito dell’essere pro -contro aborto, la donna ha il sacrosanto diritto di dover scegliere e lo Stato ha il dovere di metterla nelle condizioni di scegliere l’IDV o di accompagnarla a scelte alternative, mi auguro. Privacy: ci sarà la tutela a livello di software, ma se una donna accede ad una pratica nell’ospedale di San Marino, in una piccola comunità come la nostra, qualche accorgimento va introdotto.

 

Giochi del Titano