I Gdc richiamano l’attenzione sul problema della viabilità
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dei GDC di San Marino
Il grave incidente avvenuto nel mese di aprile nei pressi dell’incrocio situato sopra il benzinaio di Murata, che ha portato al ferimento di un ragazzo di 30 anni in sella ad una moto, dimostra come quella della sicurezza stradale a San Marino sia una questione che richiede interventi seri e non più rinviabili oltre che una chiara e precisa assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni. Quello di Murata è purtroppo solo l’ultimo di un lungo elenco di incidenti, con conseguenze più o meno gravi, che negli ultimi anni hanno contribuito ad aumentare la pericolosità delle nostre strade, rendendole in alcuni punti delle vere e proprie trappole per gli utenti che le percorrono. L’incrocio in questione è sicuramente uno dei punti più critici del nostro territorio, ma non certo l’unico. Le cause sono molteplici: manto stradale deteriorato, vernici scivolose, posizionamento non ottimale della segnaletica verticale. L’installazione di dossi e autovelox è senza dubbio un deterrente, ma non rappresenta certo la soluzione, anche perché ha come effetto collaterale quello di trasformare le arterie cittadine in un circuito di motocross. Questo anche a fronte della conferenza avvenuta mercoledì 19, in cui la Commissione per le Politiche Giovanili ha espresso la necessità e l’urgenza di dover affrontare la tematica in questione. Ricordiamo che da agosto dello scorso anno, il Consigliere Lorenzo Bugli, assieme al gruppo dei GDC e all’unanimità del Parlamento, ha proposto l’istituzione della Giornata Nazionale per la Sicurezza Stradale, la quale ora ricade ogni 23 maggio. Non vorremo dover continuare, negli anni a venire, ad aggiornare con la stessa frequenza del passato il tragico registro degli scontri e degli incidenti che avvengono sul fronte della viabilità. Per questo motivo urgono soluzioni radicali e un ripensamento globale del piano viario della Repubblica capace di garantire sicurezza e sostenibilità. Serve una proposta che guardi anche al tema della mobilità lenta, legata ai mezzi elettrici e alle biciclette, nel segno di una rivoluzione già intrapresa in numerosi Paesi del mondo.