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Per i pensionati dell’Usl serve un “piano emergenza anziani”

Giochi del Titano

San Marino si trova innanzi ad un bivio; i dati mostrano come stiamo gradualmente uscendo dalla fase di emergenza Covid 19 e dobbiamo scegliere come ripartire, sapendo che nulla sarà come prima.
La classe dirigente e in primo luogo il Governo, devono trovare la fermezza e la lucidità per affrontare, consapevolmente, le situazioni che riguardano la condizione di chi si trova nella cosiddetta “terza età”.
La Federazione Pensionati USL, in attesa dell’incontro con il Segretario di Stato per la Sanità richiesto durante la riunione del Comitato di Confronto, intende esprimere alcune riflessioni e proposte per la costruzione di un nuovo modello di protezione e inclusione sociale considerato che l’elevata denatalità e l’incremento dei casi di inabilità da invecchiamento sono due dei gravi problemi che, purtroppo, stiamo cominciando a conoscere come Stato.
Occorre capire se e come il sistema attuale sarà in grado di affrontare le sfide del prossimo futuro connesse alle rapide trasformazioni dei bisogni sociali e all’aumento della popolazione di riferimento per questo serve un vero e proprio “Piano Emergenza Anziani”.
La Federazione Pensionati invita la popolazione al senso di responsabilità nei confronti degli anziani, categoria particolarmente esposta e a rischio contagio, pertanto auspica che vi sia la massima adesione alla campagna vaccinale.
Per la Federazione Pensionati USL sono tre le principali direttrici da seguire per superare l’attuale sistema che è divenuto disfunzionale e inadeguato a far fronte alle sfide e ai nuovi bisogni emergenti (e insoddisfatti) legati all’invecchiamento e alle trasformazioni sociali: centralità della persona e della sua famiglia adottando un nuovo approccio culturale che ponga al centro del sistema non la malattia, ma la persona e il suo progetto di cura e di vita considerati non solo sotto il profilo clinico; definizione di un percorso integrato di presa in carico spostando il focus sull’analisi integrata dei bisogni del paziente in una logica di accompagnamento e non solo di cura, integrazione e coordinamento di tutte le risorse disponibili che consistite nell’ adottare un approccio multidimensionale integrato, che presuppone sinergie tra servizi sanitari e sociali, fra professionalità diverse.
Per riflettere sulle possibili azioni di intervento è importante partire dalla considerazione che c’è una generale convergenza sulla necessità di un cambiamento deciso in merito a questi temi, per questo per i pensionati USL, occorre agire verso il superamento della frammentazione delle misure e degli interventi, al rafforzamento dei servizi territoriali e domiciliari professionali per superare quella domiciliarità, oggi prevalente, fondata sull’aiuto informale prestato dai familiari e/o dai/dalle badanti nonché al potenziamento dell’offerta di servizi residenziali e servizi di cosiddetta  residenzialità leggera.
Negli ultimi decenni non sono state introdotte, programmate o discusse, riforme di rilievo nel campo delle politiche in supporto ai soggetti non autosufficienti.
Guardando al futuro, tutte le previsioni disponibili indicano due macro-tendenze destinate a rendere sempre meno sostenibile l’assistenza alle persone anziane: da un lato, un costante aumento della domanda di assistenza, dall’altro una riduzione dell’offerta, a fronte di una disponibilità non infinita di risorse pubbliche.
L’articolo 18 del Pilastro europeo dei diritti sociali (il nuovo «faro» della politica sociale Ue) dice: «Ogni persona ha diritto a servizi di assistenza a lungo termine di qualità e a prezzi accessibili, in particolare ai servizi di assistenza a domicilio e ai servizi locali»; la Federazione Pensionati USL auspica che queste parole diano una scossa anche al Governo di San Marino affinché promuova un intervento di sistema, di ampio e di lungo respiro.

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