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Accorpamento scuole elementari, le riflessioni della Giunta di Castello di Città

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Accorpamento delle scuole elementari nel plesso di Murata, la Giunta di Castello vuole fare alcune considerazioni.
Purtroppo da diversi anni stiamo vivendo, in tutto il territorio, un calo demografico importante e uno dei suoi effetti è quello di non avere abbastanza bambini, in alcuni Castelli, che possano costituire una classe, sia dell’infanzia che delle elementari. Ci si ritrova quindi ad avere un numero molto basso, non superiore alle 6/8 unità, di alunni delle prime elementari e questa situazione, secondo il parere di molti insegnanti e formatori non è educativa per i bambini perché non consente uno scambio proficuo fra gli alunni che è parte fondamentale della didattica. Già due anni fa, infatti, abbiamo dovuto affrontare la stessa problematica con la prima elementare del plesso di Murata, dove erano presenti solo 9 iscritti, ma nonostante la legge e visti i numeri degli anni successivi si era deciso di tenere la classe. Purtroppo da allora ad oggi il trend è rimasto lo stesso continuando a calare e inevitabilmente siamo arrivati al risultato di dover scegliere di chiudere un plesso scolastico, oggi in Città, domani in altri Castelli, il dato delle nascite nel 2020 è il più basso mai registrato, 204.
Ma questi episodi devono farci riflettere concretamente sulle vere cause e le vere cause di questi effetti sono da imputarsi ad una gestione politica degli ultimi 30 anni che ha privilegiato i personalismi e l’arricchimento individuale a discapito della comunità, una politica che non ha mai affrontato il problema del calo delle nascite e dello spopolamento dei nostri Castelli. Questi problemi purtroppo non si risolvono nell’immediatezza, hanno bisogno di anni di buone politiche verso la comunità e la famiglia, che tengano conto di quelle che sono le esigenze primarie: la casa, il lavoro, la sanità, la scuola. Di interventi coraggiosi e impopolari, ma soprattutto lungimiranti, perché ci vorranno tanti anni prima di vederne i risultati.
E così la Giunta di Castello di Città di San Marino, che oggi perde uno dei suoi patrimoni più importanti, la scuola elementare di Ca’ Caccio, esprime con forza la necessità che queste politiche inizino oggi, con interventi mirati al ripopolamento del Castello e di tutto il territorio. Come Giunta ci siamo interrogati spesso su quali possano essere le soluzioni e saremo ben lieti di confrontarci con la Politica Centrale, così crediamo anche tutte le altre Giunte di Castello, perché abbiamo il legame stretto con la cittadinanza, conosciamo quali sono le criticità dei nostri territori e le problematiche dei nostri cittadini e se la politica vuole essere incisiva su questi aspetti dovrebbe ripartire dai residenti, da quello di cui hanno bisogno e soprattutto da quello che possono offrire.
Rimane comunque un problema immediato, quello di sistemare le scuole elementari perché garantiscano ai bambini il miglior percorso educativo possibile. Secondo una relazione avvenuta in seguito al tavolo tecnico composto da insegnati, direttori e dirigenti sotto la guida del professor Guerra nel 2019, risulta che la scuola più idonea all’accorpamento dei plessi di Ca’ Caccio e Murata sia quella di Murata. Su questa scelta non possiamo porre dubbi, ma fra le tante considerazioni, una ci colpisce più di altre e a questa vorremmo porre rimedio. Dalla scuola di Ca’ Caccio gli alunni, accompagnati dalle loro insegnanti possono comodamente raggiungere il Centro Storico a piedi, conoscere direttamente i luoghi e le Istituzione della nostra storia millenaria, aspetto fondamentale per l’appartenenza e l’identità di una comunità. Purtroppo da qualsiasi altra scuola risulta difficile raggiungere il centro della Capitale per i problemi legati alla fruibilità del trasporto, ci auguriamo quindi che dal risparmio derivato dalla chiusura di un plesso possano arrivare risorse per permettere ad ogni scuola di fruire facilmente e prontamente del trasporto pubblico per le uscite alla scoperta del nostro Centro Storico.
In questa triste vicenda, però, si apre la possibilità di destinare lo stabile di Ca’ Caccio ad un uso che possa mantenerne la sua dignità e offrire alla comunità nuovi spazi destinati alla cultura e al sociale. La scelta di insediarvi l’Istituto Musicale Sammarinese ci sembra, quindi, un’ottima scelta e, da un lato, ci rende felici che dopo 12/13 anni di peregrinazione l’IMS trovi la sua sede nel nostro Castello. Non abbiamo dubbi che l’Istituto e le persone che lo compongono siano una garanzia di impegno, passione e condivisione, elementi fondamentali per lo sviluppo di una comunità. Siamo convinti che questo possa portare nuova linfa al nostro territorio e tante persone a riscoprire la propria Capitale. Immaginiamo che l’IMS non usufruisca di tutti gli spazi del complesso di Ca’ Caccio e allora ecco che alcune aule possono essere opportune per ospitare attività per bambini come la ludoteca, attività per anziani, laboratori della memoria o semplici luoghi d’incontro, attività per la cittadinanza e la palestra potrà certamente essere condivisa e ospitare corsi di vari tipi come yoga, tango, ginnastica dolce, ecc.. tutte attività che mancano nel Castello di Città per la mancanza di spazi fruibili. Riteniamo che questa visione di gestire gli spazi pubblici sia fondamentale se si vuole puntare alla ripopolazione dei territori.
Ma a questa visione si devono per forza aggiungere azioni immediate che mirino al miglioramento della qualità della vita, perché è solo questa la vera ricchezza di un Paese.

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