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L’intervista – Alice Mina (Pdcs): “Violenza sulle donne: l’arma più forte per combatterla è la cultura”

Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un problema che coinvolge anche la piccola San Marino, dove negli ultimi anni si sono registrati alcuni episodi. Tuttavia si ha l’impressione che il fenomeno sia ancora in parte nascosto. E’ così?

“La violenza sulle donne è ancora oggi una emergenza a livello mondiale; tante sono le donne oggetto di molestie, vittime di tragedie, di soprusi nascosti perché consumati spesso fra le mura domestiche, discriminate nella vita pubblica e privata.
San Marino purtroppo non è esente da questo fenomeno, un fenomeno in alcuni casi taciuto in quanto permane la paura di denunciare per il timore di non essere comprese, di ritorsioni, di non essere ascoltate e di essere lasciate sole in questa battaglia. Vi sono inoltre vittime che non si rivolgono a istituzioni o ai servizi preposti perché pensano di poter gestire la situazione in autonomia. Sussiste anche la difficoltà in molte donne a riconoscere e definire come violenza un atto che le danneggia ma che non sia di natura prettamente fisica o sessuale. E’ infatti estremamente diffusa la violenza psicologica ed economica.
A San Marino sono stati fatti tanti passi avanti a partire dal 2008, anno dell’entrata in vigore della Legge 20 giugno n. 97 “Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere” e soprattutto a seguito della ratifica della “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” (Convenzione di Istanbul) nel 2016, un atto determinante attraverso il quale si sono potute sviluppare politiche in difesa e a tutela della donna contro ogni forma di violenza e di discriminazione. Un percorso che deve continuare proprio perché la violenza è “un mostro difficile da annientare”.

Ascolto e prevenzione sono senza dubbio due armi importanti che uno Stato può opporre contro ogni violenza di genere. Quali potrebbero essere alcune proposte concrete da mettere in campo nei prossimi mesi/anni?

“Ascolto, prevenzione e protezione sono gli obiettivi che mai devono venire a meno nella lotta alla violenza di genere.
La violenza contro le donne è un fenomeno che per essere contrastato richiede uno sforzo comune, un lavoro coordinato costante e in tal senso l’Istituto Sicurezza Sociale è attivo ed impegnato su questa problematica e lavora in modo integrato con l’Authority per le Pari Opportunità, le forze dell’Ordine, il Tribunale, le Scuole, le Associazioni e le Istituzioni.
La violenza deve essere combattuta anche e soprattutto con la cultura. Educazione, formazione, sensibilizzazione sono fondamentali in un percorso di presa di coscienza del fenomeno che deve costantemente crescere.
Diventa strategico qualificare il lavoro svolto sulla tematica nelle scuole, attraverso un coinvolgimento diretto degli studenti in momenti di approfondimento e di riflessione; è essenziale offrire spazi in cui la loro voce possa essere ascoltata. E’ importante insistere con azioni di comunicazione rivolte alla cittadinanza, la quale a sua volta deve farsi parte attiva per diffondere una sana cultura di amore, di accoglienza, di rispetto e di non discriminazione.
Alle Istituzioni spetta lavorare perchè vengano introdotti tutti gli strumenti necessari affinchè anche la donna possa davvero sentirsi protetta, rispettata e valorizzata nella sfera privata e in quella lavorativa, nel suo essere donna, mamma e lavoratrice.

Come Pdcs e GdC, nelle scorse settimane avete portato all’attenzione del Consiglio un progetto di legge sul revenge porn, tema di forte attualità anche in Italia dopo l’episodio che ha coinvolto una insegnante di Torino. Cosa prevede il progetto?

“Il progetto di legge discusso in prima lettura in Consiglio Grande e Generale prevede l’introduzione nel Codice Penale sammarinese del reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, comunemente noto come revenge porn.
Il fenomeno consiste nella pubblicazione, o nella minaccia di pubblicazione, anche a scopo di estorsione, di fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o in pose sessualmente esplicite, senza il consenso della persona interessata, spesso in risposta alla chiusura di una relazione e dunque per vendetta di ex coniugi, compagni/e o fidanzati/e.
Con l’introduzione di questa fattispecie di reato, gli autori e i diffusori di foto e video rischiano una pena consistente nella reclusione da 6 mesi a 2 anni e in una sanzione da 4mila fino a 10mila euro; sono previste delle attenuanti nel caso in cui il reo abbia diffuso il materiale (senza averlo direttamente realizzato), mentre viene introdotta una aggravante nel caso in cui le persone coinvolte siano coniugi (o ex coniugi) o comunque tra loro legati da rapporti di affetto, o nel caso in cui la vittima sia una persona in condizioni di inferiorità fisica e psichica o donne in gravidanza. In tal caso, la pena della reclusione potrà essere incrementata, su discrezione del commissario della legge nei casi più gravi, fino a un massimo di 6 anni, con una sanzione che andrà da 5mila a 12mila euro.
Con la presentazione del progetto di legge si prosegue nella battaglia contro la violenza sulle donne e di genere e abbiamo ritenuto opportuno e non più rinviabile un intervento in questo ambito per andare a colmare un vuoto legislativo e offrire una risposta a un problema che, anche a causa della diffusione sempre più massiccia delle nuove tecnologie, è radicato in maniera profonda nella società. Il revenge porn non è semplice vendetta, ma una vera e propria forma di violenza sessuale, capace di ledere la dignità della persona. Il risvolto psicologico spesso è devastante sulle vittime, le quali soffrono danni relazionali e professionali e assistono alla compromissione delle relazioni personali”.

Chiusa la parentesi relativa al tema della violenza di genere, parliamo di politica. Come consigliere del Pdcs, a quali iniziative sta lavorando in questi giorni?

“Un tema che mi sta molto a cuore e su cui intenderò lavorare già dalle prossime settimane, congiuntamente al collega Lorenzo Bugli e al gruppo dei Giovani Democratico Cristiani, è quello relativo alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del cyberbullismo, una forma di violenza molto comune attuata attraverso l’uso di internet. Come il bullismo tradizionale, è una forma di prevaricazione e di oppressione, perpetrata nel tempo su soggetti spesso non in grado di difendersi e percepiti come più deboli. Le moderne tecnologie, internet e i social network hanno trovato ampio spazio nella quotidianità di ognuno di noi e hanno modificato in modo radicale i modi di comunicare e di interazione interpersonale, in modo particolare quello delle nuove generazioni. E’ pertanto necessario promuovere un utilizzo cosciente di tali strumenti in quanto il cyberspazio può prestarsi a numerose circostanze di carattere criminoso. Desideriamo lavorare affichè anche San Marino si doti presto di una legge a tutela dei minori in questo ambito.
Si tratta ovviamente di un lavoro che procede di pari passo con l’impegno politico, svolto congiuntamente al gruppo consigliare del PDCS, in vista della discussione in Consiglio Grande e Generale del progetto di legge sui bilanci di previsione dello stato e degli enti pubblici per l’esercizio finanziario 2021 e sui bilanci pluriennali 2021/2023; un impegno focalizzato sull’esame dei suoi contenuti. La politica ha l’importante compito di ristabilire un giusto equilibrio nei conti pubblici e di garantire una ripresa del tessuto economico attraverso nuova progettualità e interventi strutturali.
E’ un lavoro a cui tengo particolarmente in quanto da ciò che saremo in grado di mettere in campo dipenderà il futuro del nostro Paese e quello delle nuove generazioni, le quali non vanno in alcun modo dimenticate, bensì tutelate, sostenute e valorizzate nelle loro capacità e nelle loro competenze”.