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Violenze sulla moglie, Uds chiede “provvedimenti nei confronti del Gendarme”

Unione Donne Sammarinesi interviene in merito alla vicenda delle violenze fisiche, verbali e psicologiche subite da una donna sammarinese e dalla figlia minorenne da parte di un agente della Gendarmeria.

“Mai avremmo creduto che un pubblico ufficiale, pagato per difendere i cittadini, potesse macchiarsi di comportamenti così indegni del ruolo che ricopre.
Sulla base di prove inoppugnabili a carico del gendarme e che non lasciano alcun dubbio sulle violenze subite dalla donna e dalla bambina, sollecitiamo il giudice Morsiani ed il Tribunale ad emettere in tempi brevissimi una sentenza esemplare che possa mettere fine a questa terribile vicenda, consentendo alle vittime di poter riprendere al più presto una parvenza di vita normale. UDS sta valutando se costituirsi parte civile nel procedimento contro l’agente.
Allo stesso modo UDS chiede al Comandante del Corpo della Gendarmeria di provvedere, a sentenza emessa, al suo immediato licenziamento per giusta causa con l’aggravante del ruolo ricoperto dall’uomo. Non accetteremo né una sospensione dal servizio, tantomeno lo spostamento in altro ufficio pubblico, come troppe volte è successo in passato in questo Paese. Con piacere apprendiamo da un comunicato che il Comandante Faraone andrà a fondo nella vicenda per chiarire eventuali omissioni da parte di subalterni o colleghi all’interno del Corpo. Crediamo che ci siano responsabilità gravissime da parte di coloro che, pur sapendo, hanno taciuto, insabbiato o sminuito la vicenda. Ci affidiamo all’indiscussa etica del Comandante che, già in passato, ha dimostrato tolleranza zero nei confronti di chi non rispetta la divisa che indossa.
UDS invierà una lettera agli Ecc.mi Capitani Reggenti, alla Segreteria Sanità ed Esteri, all’Authority Pari Opportunità, alla Commissione Pari Opportunità, al Tribunale e alla Gendarmeria per sollecitare ogni azione a tutela delle vittime ed una sentenza in tempi brevi, augurandosi che l’uomo in questione non sia più messo nella condizione di far del male alle vittime o altri. Si avvicina il 25 novembre e proprio per non rendere questa la solita celebrazione “di facciata” chiederemo che contro la violenza sui più deboli la mano ferrea delle istituzioni non abbia tentennamenti”