RETE sulla Relazione della Commissione d’Inchiesta su Banca CIS
La relazione della Commissione di inchiesta su Banca CIS e il conseguente dibattito consiliare disegnano uno spartiacque nella storia recente del Paese tra il prima e il dopo le gravissime vicende di quell’istituto di credito. Per la prima volta, infatti, la politica prende coscienza di un sistema perverso e di un piano criminale volto ad impossessarsi dello Stato e delle sue risorse patrimoniali, impostato anni fa, rafforzato e ampliato negli ultimi anni, coinvolgendo tutti i partiti, tranne RETE. La cronologia degli atti, puntualmente ricostruita dalla Commissione di inchiesta, conferma la validità e l’importanza delle azioni di RETE per contrastare il piano criminale e per difendere gli interessi generali dei sammarinesi.
Negli ultimi tre anni, il piano è stato portato a conclusione intaccando addirittura le istituzioni, i poteri dello Stato, gli organismi finanziari e giurisdizionali oltre che le singole persone alcune in buona fede e ingenue, ma usate spregiudicatamente dai politici in malafede, che hanno condiviso il disegno e non hanno mai avuto scrupoli. È del tutto incredibile che in Congresso di Stato, nel CCR, nel comitato Direttivo di BCSM e di Cassa di Risparmio ci fossero persone che non sapessero nulla. Le pallide e imbarazzanti giustificazioni che si sono sentite in aula, sono tardive, insufficienti e inappropriate.
Una giustizia che agiva a comando dei poteri eversivi che si fregiavano di aver portato dalla loro parte un giudice o più di uno. “Chi tocca il CIS muore”, aveva scritto RETE in un vecchio comunicato del 2018 che qualcuno ha corretto riscrivendo: “chi tocca Grandoni muore”.
Oggi, ci siamo ritrovati con un intero Paese “quasi morto”. Ma rinascerà con la passione di chi non si è lasciato corrompere e con l’impegno di tanti giovani che vogliono diventare protagonisti del loro futuro. Non è un caso che la Commissione d’ Inchiesta sia composta in gran parte di giovani. È anche grazie a loro se si è potuto avere un quadro imparziale, oggettivo e realistico, di Banca CIS e di tutti i suoi addentellati.
Ora non ci si può più nascondere dietro a un dito. Bisogna operare con il massimo rigore attraverso le azioni di responsabilità, ricostruire lo Stato democratico, rilanciare il Paese con adeguate riforme, rafforzare lo stato sociale, assicurare la giustizia e garantire efficaci controlli. Come ha fatto in passato, RETE farà la sua parte anche in questa nuova sfida. Sarà al servizio della Repubblica.
Movimento RETE