I palazzi del turismo
Dalla stampa ho appreso che la Segreteria di Stato al Territorio-Ambiente ha deciso di modificare il progetto di quello che da alcuni giornalisti disinformati (ma guarda un po’) viene definito il nuovo “Palazzo del Turismo” in via Paolo III di Città. Questa nuova localizzazione dell’Ufficio del Turismo nell’edificio degli ex ambulatori medici di Città, è stata scelta fin dal 2015/2016 come alternativa all’attuale sede dell’Ufficio del Turismo (questo si che si merita l’appellativo di Palazzo) da più di vent’anni contestato dai dipendenti in quanto considerato pericoloso per le immissioni elettromagnetiche generate dalle numerose e potenti antenne installate sul fronte dell’edificio verso il mare, per essere considerato completamente fuori norma sia negli impianti tecnici (impianto elettrico e impianto idraulico) che nelle strutture murarie obsolete, non coibentate e soggette a infiltrazioni di ogni genere; i grandi terrazzi esterni non sono attualmente considerati agibili.
Appena entrato in Segreteria ho convocato una riunione con tutti i dipendenti dell’Ufficio del Turismo prendendo atto delle loro lecite richieste per un cambio di sede; contrariamente a quanto non fatto dai precedenti Segretari, mi sono attivato per far fare il progetto di ristrutturazione della palazzina di via Paolo III all’Ufficio Progettazione per poter così giungere infine all’apertura del cantiere. Percorso non facile anche perché al primo piano della palazzina vi era la sede della Segreteria dell’Università che avrebbe lasciato liberi i locali previa assegnazione di altro luogo idoneo allo svolgimento delle loro funzioni. Il cantiere è finalmente partito qualche mese fa dopo l’assegnazione del lavoro all’impresa risultata vincitrice in base ai risultati di regolare gara d’appalto. Il progetto dell’UP prevedeva l’abbattimento di due (2) piante aderenti all’edificio dalla parte a valle per poter costruire un ascensore esterno utile all’abbattimento delle barriere architettoniche e una rampa per disabili di accesso dalla strada per arrivare sia all’ascensore che al giardinetto presente di fianco alla palazzina per renderlo agibile a tutti anche perché non è mai stato utilizzato dalla popolazione. La nuova Segreteria ha deciso di far modificare la posizione dell’ascensore e della rampa di accesso in modo da evitare l’abbattimento delle due (2) piante. Nulla da dire, sono scelte, più o meno logiche ma competono a chi ha responsabilità non solo di retorica politica ma anche economiche.
Da libero cittadino di questo paese chiedo informazioni su questa operazione; fermare un treno in corsa per cambiare un po’ di vagoni, ha dei costi, a volte consistenti. Quanto ci costerà questo giochino? Il rifacimento del progetto, le variazioni dei costi di progettazione e di cantiere e l’adeguamento delle cifre nei capitolati contrattualizzati con l’impresa in base agli spostamenti anche strutturali che il nuovo rifacimento comporterà, ecc. Ma questo, chi ha preso tale decisione lo sa già e avrà già contabilizzato questi nuovi costi, non avrà sicuramente deciso il cambiamento del progetto a cantiere aperto senza sapere quanto sarebbe costato in più; ma anche noi cittadini (in fondo siamo tutti noi che pagheremo questi nobili ripensamenti) abbiamo dei diritti, uno dei quali è il diritto all’informazione su come verranno spesi i soldi di tutti. Sarebbe bello che la Segreteria al Territorio organizzasse una serata pubblica per illustrare il nuovo progetto alla popolazione corredato naturalmente da tutte le variazioni dei costi per capire quanto ci verranno a costare questi cambiamenti. Questo lo dico perché non vorrei si ripetesse quanto successo qualche anno fa, quando l’allora Segretario al Territorio GC Venturini acquistò da un cittadino di Rovereta, con i soldi di tutti, n°3 querce per la modica cifra di 72.000 €uro, si, avete capito bene, ogni quercia costò alla comunità circa 24.000 €uro (alla faccia del regalino). Da buon ambientalista quale sono (non penserete che la gente si sia bevuta la storiella artatamente denigratoria quanto falsa diffusa sulla mia propensione al taglio degli alberi? Mo va là), ho dovuto amaramente constatare che, con la stessa cifra, stante il valore di mercato delle querce anche storiche, avremmo potuto piantare un nuovo querceto con qualche centinaio di piante. Aspettiamo con ansia le nuove opere sul territorio del nuovo governo, naturalmente senza abbattimenti di alcun tipo di albero, sperando che si muova e che faccia qualcosa in fretta considerato che non ci sarà bisogno del solito periodo di adattamento perché da quanto detto in numerose passate dichiarazioni, erano e sono tutti pronti all’azione, soprattutto quelli che ricoprono ora incarichi inerenti alle problematiche territoriali.
Augusto Michelotti