“Il vero sballo” di Giovanni Maria Zonzini
Anche sulla stampa italiana recentemente ha avuto un certo rilievo l’approvazione dell’Istanza d’Arengo che propone una regolamentazione della produzione, vendita e consumo di cannabis. Il dibattito s’è aperto anche in Repubblica. Ad oggi, il nostro Paese considera reato penale il consumo anche di una modica quantità di marijuana, ma – nonostante l’assai pesante repressione poliziesca e giudiziaria – il fenomeno non accenna a diminuire.
È la realtà stessa a provare che il proibizionismo semplicemente non funziona, né qui né nel resto del mondo. C’è da dire, però, che il resto del mondo se ne sta accorgendo da tempo: la vendita è di fatto libera in Olanda, regolamentata in Spagna, in Canada e in diversi stati degli USA, e a breve potrebbe aggiungersi anche il Lussemburgo. In Italia, e nella grande maggioranza dei paesi occidentali, il consumo personale di cannabis è tollerato de facto, quando non depenalizzato.
Il furore oscurantista dei proibizionisti necessita un rischiaramento da parte della ragione scientifica: la cannabis è una sostanza che sia a livello medico sia a livello sociale causa danni non superiori a quelli provocati dal consumo di tabacco e alcool, visto che la cannabis non dà dipendenza fisica (le sigarette e il vino sì) né uccide per overdose. La “teoria del passaggio” secondo la quale il fumo di cannabis condurrebbe all’eroina è ampiamente screditata da decenni e suona come una barzelletta nella comunità scientifica: l’unica correlazione fra droghe pesanti e cannabis è lo spacciatore, che è anche l’unico che ha da rimetterci con la regolamentazione.
Dati alla mano, negli ultimi dieci anni in Italia sono morte circa mezzo milione di persone per malattie o incidenti correlati all’alcool. Senza scordare, a proposito di dipendenze, le persone rovinate dal gioco d’azzardo. Per queste ragioni, i novelli custodi del buon costume ora dovrebbero proporre anche la chiusura di bar e tabaccai, se volessero affiancare un briciolo di coerenza alle sciocchezze che dicono e scrivono.
Leggendo i giornali ho letto con stupore la posizione proibizionista del PDCS. Stranamente, la DC pare non si renda conto dell’enorme potenziale economico che potrebbe avere una regolamentazione della cannabis, basti pensare al solo settore turistico. Si badi bene, questo non vuol dire: “maria libera”. Significa che lo Stato, previ accordi con la vicina Italia, procede alla produzione e alla vendita di fiori di canapa, consentendone il consumo in appositi luoghi e per quantità stabilite dalla legge, garantendo a tutti la massima sicurezza anche stradale. Questo sistema potrebbe attirare numerosi turisti, portare entrate importanti nelle casse dello stato, creare posti di lavoro e favorire la nascita di nuove attività commerciali e industriali. Oltre a ciò, darebbe un colpo allo spaccio, togliendo così risorse alla microcriminalità e – sopratutto – porterebbe qualche fastidio anche alle mafie: non è un caso che da anni il Dipartimento Investigativo Antimafia italiano raccomandi la regolamentazione della cannabis nei suoi report annuali (consultabili gratuitamente in rete).
È evidente a tutti che un sistema-cannabis ben regolamentato e sorvegliato potrebbe portare importanti vantaggi economici al nostro Paese. Tutto il mondo occidentale sta procedendo verso la regolamentazione: noi sammarinesi dobbiamo scegliere se stare nel gruppo di testa oppure, come al solito, aspettare chiusi in pregiudizi arcaici e poi inseguire. I democristiani, però, si preoccupano dell’immagine del Paese. È apprezzabile che ora esprimano queste pie preoccupazioni, anche se tutti noi dobbiamo ricordare qual era l’immagine di San Marino nel ventennio democristiano 1986-2006: il fatturificio, il rifugio degli evasori, il forziere delle mafie. Visti i precedenti e i risultati, credo non possano dare lezioni a nessuno. La cannabis ben regolamentata, in realtà, non potrà che migliorare la nostra percezione internazionale: saremmo infatti fra i paesi all’avanguardia su questo tema (insieme a parte degli Stati Uniti, al Canada, alla Spagna ecc) e finalmente la Repubblica potrà trovare risorse togliendo introiti alle mafie, anziché riciclando i loro soldi. È questo il vero “sballo”!
Giovanni Maria Zonzini