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La Vita Indipendente dovrebbe essere il faro delle politiche sociali

San Marino. Vita Indipendente è un preciso Diritto riconosciuto dall’art.19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. Un concetto molto chiaro, che non può interpretarsi come una richiesta da parte delle persone con disabilità grave di assistenza meramente economica, ma piuttosto nell’esigenza di vivere liberi di scegliere, di spostarsi, di condurre appunto una vita indipendente.

Inoltre, attraverso la regolamentazione della figura dell’Assistente Personale, le possibilità di realizzare la tanta agognata autonomia sono molto maggiori: una figura liberamente scelta ed assunta da parte della persona con disabilità grave beneficiaria dei fondi messi a disposizione, previa elaborazione di un progetto personalizzato e partecipato (anche sperimentale) cui l’assistenza stessa è finalizzata. I progetti e le esigenze possono essere tra i più svariati, dalla possibilità di concludere un percorso scolastico, universitario, a quella di inserirsi nel mondo del lavoro, nel mondo della politica o dell’associazionismo e così via.

Non è dunque questa la massima espressione della realizzazione dell’inclusione sociale?

Questo approccio dovrebbe essere il faro di tutte le misure programmate a sostegno dell’inclusione sociale, perché persegue ed esprime, quando possibile, il diritto sacrosanto di ciascuno di vivere in modo autonomo e poter decidere della propria esistenza.

In tal modo, in aggiunta, i costi per l’assistenzialismo di stampo “medicalizzante” si riducono sensibilmente, la qualità della vita le persone con disabilità che utilizzano le risorse stanziate per realizzarsi ed essere produttivi all’interno della società è migliore, e attraverso la stipula di regolari contratti di lavoro, si crea nuova occupazione.

Vita Indipendente e l’Assistente Personale sono presenti e disciplinate a livello europeo e in quasi tutte le Regioni italiane, mentre a San Marino nonostante sia previsto nel programma dell’attuale Governo e nel recente Decreto Delegato approvato, ancora non è stato introdotto nulla nemmeno a livello sperimentale.

Si parla tanto di inclusione sociale dei soggetti che vivono una condizione di disabilità grave; il caso di Bryan Toccaceli è una situazione esemplare (ce ne sarebbero anche altre) che avrebbe bisogno oggi, e non chissà in quale futuro, di una possibilità di questo tipo.

C’è l’assoluta esigenza di scelte finalmente chiare, strutturate e inequivocabili circa la non autosufficienza, l’auspicio è che l’attuale classe dirigente metta veramente al centro della scena le persone con disabilità con i loro diritti fondamentali all’autodeterminazione, all’inclusione e alla cittadinanza attiva.

E’ la terza volta nel 2019 che scriviamo pubblicamente di questo argomento, il prossimo 5 Maggio, esattamente tra due mesi, si celebrerà la Giornata Europea della Vita Indipendente, confidiamo nel frattempo che chi di dovere proponga qualcosa.

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