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Il messaggio del vescovo Turazzi per la giornata internazionale della donna

Giovedì 8 marzo la comunità diocesana di San Marino-Montefeltro partecipa con la preghiera e la riflessione alla Giornata internazionale della donna. Un’iniziativa particolare si è svolta ieri sera, 7 marzo, in preparazione alla Giornata: si è trattato di una veglia tenutasi a Pennabilli alle ore 21 presso il celebre monastero agostiniano “della Rupe”. Di seguito pubblichiamo un messaggio-riflessione del Vescovo Andrea Turazzi.

Abbiamo dato un tema alla Giornata in continuità con gli anni scorsi: «Quale uguaglianza?», «Quale dignità?», «Quale bellezza?».

Quest’anno: «Quale gioia?». Facciamo notare la forte provocazione contenuta nello slogan: in questi anni è andata crescendo la piaga orribile del femminicidio; è di questi mesi la denuncia di ogni forma di abuso, ultima emergenza dopo quella di ataviche discriminazioni.

«Quale gioia?» Giornali, social e media alzano la voce della protesta, della denuncia e dell’accusa. E Dio ci scampi dall’ipocrisia. Nella Giornata della donna si terrà in Italia una giornata di sciopero. Noi ci siamo, con la riflessione e la preghiera. L’interrogativo «Quale gioia?» dice la nostra volontà di far pensare; pensare nel nostro cuore, pensare insieme. Si tratta di una presa di coscienza e di un cambiamento di mentalità indispensabile. Noi lo facciamo insieme a tutti, uomini e donne che hanno a cuore la dignità della persona umana, di ogni persona. La nostra preghiera è richiesta di perdono, invocazione di aiuto, lode a Colui che creò l’uomo a sua immagine: «A immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò» (Gn 1,27).

«Quale gioia?» Anzitutto la gioia della donna: gioia per la sua altissima vocazione; gioia per la sua straordinaria capacità di amare e di essere sorgente inesauribile nel dono di sé; gioia per il suo essere nel grembo ricamatrice di bambini, collaboratrice del Creatore; gioia perché apre la danza nelle lotte di liberazione come Miriam (cfr. Es 15,20) e intona il Magnificat come Maria (cfr. Lc 1,46ss).

«Quale gioia?» La gioia dell’uomo che alza un grido di stupore dinanzi a colei che gli è stata regalata nel sonno, unica capace di colmare la sua solitudine (cfr. Gn 2,23). Gioia dell’uomo che considera la donna delizia dei suoi occhi (cfr. Ez 24,12) e che per lei lascia padre e madre (cfr. Gn 2,24).

«Quale gioia?» La gioia di Dio di fronte all’opera delle sue mani e alle opere che la donna compie nella storia dell’umanità, storia di salvezza. La gioia di Dio che viene al mondo attraverso la carne della donna e la canta come sposa, sposa di lui, sposo innamorato. Gioia di Dio che riveste la donna di sole, la corona di stelle e pone la luna sotto i suoi piedi (cfr. Ap 12,1). Dio è pieno di gioia per Maria e in lei per tutte le donne.