La CSU per un 8 marzo di diritti
San Marino. Il quadro in cui si celebra quest’anno la giornata internazionale della donna è ancora caratterizzato, in primo luogo, da una situazione di arretratezza sul piano dei diritti civili, e dal persistere di una significativa disoccupazione femminile. In tal senso l’unico settore che attualmente a San Marino mostra qualche segno di ripresa è quello industriale, ma come è noto in questo comparto le possibilità di occupazione per le donne sono molto limitate. Il problema per le donne non è solo quello di accedere ad un lavoro, ma anche di mantenerlo. In tal senso riportiamo alcuni dati esemplificativi: dall’inizio di quest’anno al 21 febbraio scorso, nei settori privati su 38 licenziamenti per riduzione di personale le donne coinvolte sono state 27, ovvero i tre quarti del totale.
In tutto il 2017 le riduzioni di personale hanno coinvolto 434 persone; le donne sono state 237, oltre la metà: tenendo conto che nel settore privato i lavoratori uomini sono in netta maggioranza (9mila, contro 6mila donne), le donne licenziate in proporzione sono state molte più degli uomini. Ciò è dovuto al fatto che le crisi aziendali hanno coinvolto prevalentemente le imprese dei settori dei servizi e del commercio, dove le donne sono impiegate maggiormente. In generale, secondo gli ultimi dati disponibili, relativi alla fine del 2017, il tasso di disoccupazione femminile è del 12% per le donne, contro il 5,5% per gli uomini. Per favorire l’occupazione, nella ricerca di nuove imprese da insediare a San Marino e nel consolidamento di quelle esistenti, occorre puntare su quelle aziende che assicurano posti di lavoro tutelati alle donne, e che diano le necessarie garanzie di solidità e di stabilità, con una adeguata capitalizzazione.
Un altro tema fondamentale è quello dei diritti civili, rispetto a cui San Marino sconta alcuni ritardi. In tal senso, riteniamo che lo Stato debba prestare particolare attenzione a quei cambiamenti che da tempo si sono affermati nella società e che richiedono la necessaria evoluzione della nostra legislazione.In generale, auspichiamo che anche sulla base di alcune deliberazioni consiliari degli ultimi anni, venga affermata la possibilità di compiere significativi passi in avanti sull’insieme dei diritti civili e per l’emancipazione femminile.
CSdL e CDLS aderiscono e sostengono le campagne delle Confederazioni internazionali a cui sono affiliate, CSI e CES, in quanto ne condividono le finalità e anche quale forma di solidarietà verso i popoli in cui i diritti delle donne sono più arretrati. La Confederazione Sindacale Internazionale (CSI) ha promosso la campagna “Stop Gender Based Violence at Work”. Partita il 14 febbraio, si conclude proprio domani ed è rivolta alla sensibilizzazione dei singoli governi per sostenere la necessità di una Convenzione/Raccomandazione dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) contro la violenza e le molestie nei luoghi di lavoro.
La CES, Confederazione Europea dei Sindacati, ha indetto una mobilitazione a sostegno del “Sì alla Direttiva per l’Equilibrio Vita privata/Lavoro” che sollecita l’approvazione della bozza di Direttiva europea sull’equilibrio vita-lavoro, attualmente in discussione al Consiglio Europeo, in modo da promuovere l’occupazione femminile e affermare più tutele per le donne per realizzare una vera conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. In generale l’8 marzo è una giornata di impegno per l’uguaglianza dei diritti, ad iniziare dal lavoro, per la parità salariale, contro la violenza e contro il sessismo, affinché tutte le donne siano protagoniste emancipate della propria vita personale e sociale.
CSU