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Il presepe di Massimo Agostini: la natività incontra i monumenti del Titano

San Marino. Alessandro Carli su Fixing.

È  “maggiorenne” già da diverso tempo (è nato nel 1996), eppure sa sempre mantenersi (Gesù) “bambino”. Anche quest’anno una “stella” brilla poco dopo la porta del Paese: è quella del presepe di Massimo Agostini, una “meravigliosa abitudine” sia per i cittadini che per i turisti che dall’8 dicembre si fermano ad ammirare la “ricostruzione” della natività. Peccato solamente che qualche “problema tecnico” riduca la sua visione: le luci che lo illuminano funzionano poche ore al giorno e poi si spengono. E se durante il giorno la bellezza del presepe non ne risente, la sera il “buio” nasconde agli occhi dei visitatori la sontuosa composizione.

Non vuole essere chiamato “artista”, Massimo, ma a osservare bene la meticolosità e i dettagli con cui ha costruito le due capanne di legno, la capanna (che pesa quasi tre quintali) e la “vasca” (che supera i 150 chili) – tutte in pietra di San Marino – questo “titolo” gli appartiene pienamente.

“Per me è un hobby – racconta – che amo profondamente: un ‘rito’ che mi appassiona. Per realizzarlo ci ho impiegato circa due settimane: a tempo perso, un giorno due ore, un giorno tre, eccetera, ho completato l’opera”.

Con una chicca in più. “Ogni anno aggiungo un particolare. Nel 2016 ho ‘inserito’ le Tre Torri e la Porta del Paese, nel 2017 Palazzo Pubblico, anch’esso in pietra di San Marino. Per me il Natale è la festa più bella, quella che ‘vivo’ con maggiore coinvolgimento. Il presepe di quando ero piccolo era molto umile, una capanna e le pecore. Mi piace ‘vederlo crescere’, mi piace ‘caratterizzarlo’ con i monumenti della Repubblica: è il mio omaggio personale e gratuito al Paese”. E per il prossimo anno Massimo Agostini ha già in mente un nuovo particolare. Non lo svela, ma sorride con gli occhi. In fondo, a Natale è bello aspettare le sorprese…

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