Buon Natale (dis)Unione Europea!
San Marino. È tempo di bilanci, non solo economici ma soprattutto sociali e politici, perché è dal buon equilibrio di questi tre fattori che una comunità trae i suoi elementi nutritivi e di conseguenza il proprio buono stato di salute.
C’è qualcosa di clamoroso nell’intempestività sammarinese dell’ultimo trentennio. Per secoli infatti siamo stati “noti a noi e ignoti agli altri”, chiusi nei nostri confini, coccolandosi tra le mura di un villaggio ovattato, emulando per eccesso tutte le “bolle” della vicina Italia: quella immobiliare prima e quella finanziaria poi, senza mai chiedersi come essere virtuosi da piccoli ma scattanti giocatori in mezzo agli elefanti. Fin da allora sentiamo parlare di Europa dei Popoli, un’entità geografica, sociale e politica in grado di contrastare, in senso buono, lo strapotere statunitense, peccato però che gli Stati Uniti vantino quell’ unitarietà e nazionalità che l’Europa non potrà mai avere, proprio perché formata da Popoli troppo identitari: come può un italiano sentirsi tedesco o francese e viceversa?
A testimonianza di ciò che dico ci sono persino decine di barzellette. Inoltre l’assetto politico-economico del mondo è molto cambiato passando dal bipolarismo USA-URSS, al multipolarismo con lo scomposto e prepotente arrivo delle nuove superpotenze asiatiche. Ebbene, ai Sammarinesi quell’Europa dei Popoli nella quale la più antica Repubblica del Mondo, benché piccola, avrebbe potuto dare il proprio contributo, non è mai interessata.
Oggi la concezione di Europa è profondamente cambiata.
Oggi non è più la Politica del buon governo a scegliere il miglior indirizzo di sviluppo economico per la propria comunità, ma è il Gotha finanziario di ogni Stato ad indirizzare la Politica a suon di bastone e carota.
Nasce così il concetto di “Europa dei bilanci” che si comporta come una Società per Azioni dove ogni socio tenta di predominare, lanciando scalate per estromettere un po’ alla volta i più deboli. E chi non ha i capitali per sostenere questo fratricidio, o esce oppure dà qualcosa in cambio, come ad esempio le proprie coste marittime meridionali per accogliere chi fugge da un inferno per ritrovarsi in un limbo, oppure svende i propri gioielli di Stato per manifesta incapacità di gestione.
Ecco, questo è davvero lo scenario peggiore per noi, in cui San Marino non può riuscire a spostare nemmeno una virgola di questo mefistofelico statuto societario. Non possiamo però al giorno d’oggi, fare a meno di coesistere con tale iniquo sistema, da cui l’intempestività sammarinese menzionata in apertura.
Che fare allora? È semplice e coincide anche col regalo di Natale che vorrei per la mia San Marino:
Caro Babbo Natale,
Regalaci la forza per essere depositari nell’Europa dei Popoli e nel Mondo dei valori di Pace, Democrazia e Identità.
Vorrei tornassimo a brillare per capacità diplomatica e saggezza popolare, come quando Abraham Lincoln, da neo cittadino sammarinese, ci giudicò come uno degli Stati più onorati di tutta la storia, benché il nostro territorio fosse molto piccolo, oppure come quella volta in cui i sammarinesi aprirono le proprie case a 100.000 italiani sfollati dai bombardamenti e dalla ritirata nazista, o quando nel recente passato riconoscemmo per primi la Repubblica Popolare Cinese.
Regalaci infine la forza di insegnare all’Europa e soprattutto alla Spagna che non siamo più ai tempi dei Borboni e che in tempo di pace e diplomazia, vale molto di più il senso di identità nazionale del popolo catalano, che non la violazione pacifica di una costituzione fatta ingoiare a suo tempo con l’imbuto, per mere ragioni economiche. Da ieri infatti gli indipendentisti sono in grande maggioranza in parlamento ma hanno ancora compagni incarcerati per i noti fatti dei mesi scorsi. Su questo San Marino deve prendere posizione netta.
Insomma, caro Babbo Natale, dacci la forza di tornare ad essere la Nana Biancazzurra, nel firmamento di Supernova destinate a diventare Buchi Neri di democrazia ed equità.
Prometto di essere buono. Con stima e simpatia per le renne,
Francesco Chiari
Nell’immagine: “A new guardian angel”- opera e foto del Maestro Alberto Chezzi