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È in arrivo: “Tuttavia… io amo!”

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San Marino. “Tuttavia…” è un’iniziativa tesa all’inclusione sociale e coerente con la Convenzione ONU sui Diritti della Persona con Disabilità (CRPD) ratificata da San Marino il 22 Febbraio 2008, e l’abbiamo pensata per far conoscere a tutti che nonostante una condizione psicologica, fisica e sensoriale problematica, le persone con disabilità possono, anzi, hanno il diritto di fare le stesse cose come tutte le altre persone. Lo slogan che caratterizza il Progetto è: “Per una comunità inclusiva!” ed il fine è quello di operare per costruire società capace di includere tutti e rendere tutti partecipi, sperimentando la reciprocità delle relazioni. Vogliamo porre in evidenza il diritto di ciascuna persona di desiderare, di aspirare alla propria piena realizzazione, e spesso questo è reso difficile non tanto dalla condizione di svantaggio della persona con disabilità, ma dalla condizione ambientale e sociale esistente attorno a sé, che spesso non risponde neanche alle minime esigenze. In definitiva, vogliamo dimostrare ciò che è possibile fare nonostante le varie difficoltà che le persone con disabilità affrontano quotidianamente. “Tuttavia…” è una vera e propria SFIDA anche in termini umani, essendo un modo anche per vedere nei limiti dell’altro i propri limiti.

Perché questo specifico Argomento?

Intanto diamo subito una risposta a chi avesse delle perplessità circa il nesso tra tali argomenti e la CRPD, dato che quest’ultima non dedica alcun specifico articolo a riguardo: ebbene, pur non essendoci articoli all’interno della CRPD, essa ne parla chiaramente sia in modo esplicito (all’art. 25 stabilisce espressamente che alle persone con disabilità debbano essere forniti «[…] servizi sanitari gratuiti o a costi accessibili, che coprano la stessa varietà e che siano della stessa qualità dei servizi e programmi sanitari forniti alle altre persone, compresi i servizi sanitari nella sfera della salute sessuale e riproduttiva […]»), sia in modo implicito (nel preambolo, ad esempio, si sottolinea «la necessità di incorporare la prospettiva di genere in tutti gli sforzi tesi a promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità»; l’art. 23, sempre ad esempio, sancisce e tutela il diritto di ogni persona con disabilità, che sia in età per contrarre matrimonio, di sposarsi e fondare una famiglia sulla base del pieno e libero consenso dei contraenti. Esso riconosce e tutela anche il diritto delle persone con disabilità di decidere liberamente e responsabilmente riguardo al numero dei figli e all’intervallo tra le nascite e di avere accesso, in modo appropriato secondo l’età, alle informazioni in materia di procreazione e pianificazione familiare, fornendo i mezzi necessari ad esercitare tali diritti). È del tutto evidente, dunque, che non si può parlare di prospettiva di genere o del diritto di sposarsi ed avere figli senza fare riferimento, implicitamente, all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità.

Ciò premesso, riteniamo che siccome si sta trattando di Diritti Umani, sia giusto discutere anche di tali argomenti senza pietismo o ipocrisia, nel pieno rispetto delle diverse opinioni e sensibilità, ma prendendo in considerazione tutte quelle possibilità che favoriscono la libertà di scelta e l’autodeterminazione, quali ad esempio, la figura dell’Assistente Sessuale. Il link al sito internet in continuo aggiornamento è il seguente www.attiva-mente.info/tuttavia2017/start.htm

 

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