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Le donne della CSdL vogliono contare di più

La CSdL ha costituito al proprio interno un gruppo di donne, che si è strutturato attraverso la partecipazione ad un percorso di formazione denominato “Le donne nella CSdL, il diritto-dovere di lasciare un segno”. Questo percorso, che si è svolto con un ciclo di cinque incontri, è stato guidato da Anna Salfi, dirigente della CGIL Emilia Romagna, responsabile del coordinamento Ufficio Europa.

Lo scopo è stato quello di offrire strumenti, stimoli e conoscenze per far crescere le donne sul piano della formazione sindacale e della consapevolezza circa i propri diritti e le proprie potenzialità, affinché sappiano esprimere al meglio la loro specificità nel mondo del lavoro, nel sindacato e in generale nella società – ambiti questi ancora troppo costruiti sul sentire degli uomini – e anche affinché in prospettiva si formi una adeguata rappresentanza femminile a livello dirigenziale.

Nonostante alcuni progressi registrati negli ultimi anni, la parità di genere nei diversi ambiti del mondo del lavoro e della società è lungi dall’essere acquisita. Questo non è solo riconducibile ad una discriminazione di genere, ma anche ad un ritardo culturale e di pari opportunità che fatica ad essere colmato. Oltre alla persistente difficoltà di conciliazione tra il ruolo di lavoratrice e le responsabilità familiari, che sono sempre maggiori nella donna, anche nel mondo sindacale per tanto tempo le donne sono state di fatto ritenute poco adatte a svolgere incarichi di organizzazione, ed il loro ruolo spesso si esauriva nella fase della mobilitazione.

Oggi più che mai è necessaria una presa di coscienza del valore e delle risorse di cui noi donne lavoratrici e pensionate siamo portatrici, affinché ciò ci porti a ricoprire incarichi dirigenziali e di responsabilità, per rappresentare al meglio le donne nel sindacato, dove il numero di iscritte, nella nostra organizzazione, è molto vicino a quello degli uomini.

Grande spazio è stato dedicato alla parità dei diritti e delle opportunità, in primis all’interno dell’organizzazione sindacale, e alle politiche di genere, anche dal punto di vista contrattuale.

Uno degli obiettivi fortemente condiviso dal gruppo, è il superamento del linguaggio sessista, che alimenta modelli e stereotipi discriminatori. Anche il sindacato deve farsi parte attiva nel contrastare comportamenti e atteggiamenti di tipo sessista, contribuendo in tal modo a promuovere la cultura del rispetto fra persone diverse.

In tema di diritti sindacali e di contrasto alla violenza sulle donne, si è rilevato che sul piano contrattuale e giuridico questi diritti e tutele hanno raggiunto un livello soddisfacente, tuttavia occorre ancora un impegno ancora più forte per renderli effettivamente praticabili nella realtà.

A San Marino restano ancora lontani taluni diritti civili per le donne, che ne riconoscano la loro autodeterminazione; una carenza da colmare avviando un dibattito maturo che permetta al nostro paese di far evolvere il proprio ordinamento giuridico in senso laico.

 (Fonte: Le donne della CSdL)