Non lasciamo che le macerie rimangano senza voce
In questi mesi, Amnesty International ha continuato a documentare la devastazione nella Striscia di Gaza e in Sudan. Non sono semplicemente conflitti, ma distruzioni sistematiche, con intere comunità sfollate e cancellate, che hanno privato le persone della loro casa, della loro storia, della loro dignità e, soprattutto, della loro vita.
COSA ABBIAMO VISTO
Nella Striscia di Gaza la vita è diventata una sfida quotidiana, spesso al di sopra delle proprie forze. Le città, un tempo densamente popolate, oggi sono cumuli di cemento spezzato: case, scuole, ospedali, tutto trasformato in macerie. La fame non è più una minaccia futura ma una realtà quotidiana. L’acqua pulita è un lusso, le medicine sono introvabili e, nonostante il cosiddetto “accordo di pace”, i bombardamenti continuano a scandire le ore di un giorno che non porta mai sollievo. Le famiglie vivono in rifugi improvvisati, tra tende strappate dal vento.
In Sudan, la guerra ha inghiottito tutto: città un tempo vive sono oggi distese di edifici crollati, villaggi svuotati, famiglie separate per sempre dalla violenza. Milioni di persone stanno scappando da un conflitto che non risparmia nessuno, nemmeno le bambine e i bambini. La fame avanza silenziosa: campi bruciati, raccolti perduti, aiuti che non riescono a raggiungere chi ne ha bisogno. La quotidianità è fatta di paura: paura di muoversi, di perdere tutto, di non essere più visti dal resto del mondo. Il Sudan è sprofondato in una crisi umanitaria devastante e la sensazione dominante, per le persone intrappolate lì, è quella di essere state abbandonate.
Perché indagare e reagire è essenziale?
Continuare a indagare su queste distruzioni vuol dire raccogliere prove, denunciare crimini e chiedere giustizia per le vittime. È cruciale mantenere alta l’attenzione: con il sostegno di chi come te non si rassegna, è possibile restituire alle comunità colpite un futuro.


