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“Il pericolo della Terza Guerra Mondiale” – di Paolo Bandini Callegari

IL PERICOLO DELLA TERZA GUERRA MONDIALE SI AVVICINA!!! Sono state proprio queste parole del Santo Padre a farmi riflettere, e per un giornalista riflettere vuol dire ricercare e indagare le cause che hanno portato ad un evento, per poterlo comprendere e raccontare. In questo caso dobbiamo ritornare un po’ indietro nel tempo, quantomeno alla fine degli anni 80, e cioè alla data che segna la caduta del muro di Berlino e la fine della GUERRA FREDDA tra Americani e Russi durata dal 1947 al 1989. Come tutti sappiamo, la seconda guerra mondiale si concluse con la vittoria delle forze Americane e Russe sulla Germania Nazista, con la divisione delle due Germanie e il riassetto di buona parte di Europa. Date le profonde differenze politiche e culturali di queste due SUPERPOTENZE, fu necessaria un’alleanza militare “il Trattato di Amicizia Cooperazione e Mutua Assistenza” che andò sotto il nome di PATTO di VARSAVIA da una parte e di “Organizzazione del Trattato Nord Atlantico” la NATO dall’altra, entrambe nate dal 1947 al 1955. Questi importantissimi accordi erano di fatto un solenne patto di vicendevole non aggressione. In pratica il Patto di Varsavia era un’alleanza militare tra gli Stati socialisti del blocco orientale, nata come reazione al riarmo e all’entrata nella NATO della Repubblica Federale Tedesca. Per trentasei anni, la NATO e il Patto di Varsavia non si sono mai scontrati direttamente in Europa: gli USA e l’URSS, assieme ai rispettivi alleati, hanno implementato politiche strategiche mirate al contenimento dell’avversario sul territorio europeo, mentre lavoravano e combattevano per l’influenza sul piano internazionale, partecipando a conflitti come la guerra di Corea, la guerra del Vietnam, il conflitto arabo-israeliano, l’invasione della baia dei Porci, la guerra sporca, la guerra cambogiano-vietnamita e altri conflitti. Certamente furono i dieci anni della Guerra Sovietico Afghana (DOVE RITROVIAMO UNO SCHEMA CHE IN QUESTI GIORNI POSSIAMO OSSERVARE ANCHE NEL CONFLITTO UCRAINO) a dissanguare le finanze Russe con la morte di quasi 90’000 uomini e ingentissime perdite finanziarie, dove i MUJAHEDDIN combatterono una lunga guerriglia sostenuti da armamenti pesanti, logistica ed aiuti economici da parte AMERICANA in modo non ufficiale, esattamente come nell’odierno conflitto RUSSO/UCRAINO. Poi fu il momento del martoriato AFGHANISTAN al centro di una nuova guerra, questa volta condotta dagli AMERICANI per la quale l’amministrazione Bush giustificò l’invasione con la prevedibile scusa della guerra al terrorismo, seguita agli attentati dell’11 settembre 2001, allo scopo di distruggere al-Qaida e di catturare o uccidere Osama bin Laden: dopo 20 anni di guerra si registrarono 69’000 morti solo tra le truppe della coalizione, 59’000 feriti e ben 49’400 morti trai civili, oltre a 1’760 Mercenari, “oggi definiti Contractor”. Molte delle armi usate nel conflitto erano parte del contingente di armamenti, spediti dalla stessa America nella precedente guerra Afghano Russa. Viene da chiederci dove prossimamente sentiremo riesplodere l’enorme quantitativo di armi spedite in UCRAINA, quanti e quali altri gruppi di combattenti rivolgeranno quelle stesse armi e contro chi?? NON È CON LA BENZINA CHE SI SPEGNE UN FUOCO: QUESTO È CERTO! Lo stesso SANTO PADRE lo ha sottolineato. La DIPLOMAZIA non ha bisogno di armi, ma di una classe “in estinzione totale” DI VERI POLITICI che amino la loro terra e LA PACE più dei loro stessi interessi. Dicevamo quanto la guerra Russo Afghana avesse contribuito al declino dell’URSS tanto che, neppure il cambio di politica estera attuato da Mikeil Gorbaciov “con la sua PERESTROJKA”, riuscì a risollevarla, in quanto il riformismo illuminato di Gorbaciov non piacque né ai conservatori del partito, né ai progressisti radicali. I suoi tentativi di riforma finirono per accelerare il collasso del sistema produttivo e per peggiorare la già grave situazione degli approvvigionamenti: il tentativo di avvicinare il grande impero all’Europa era purtroppo fallito. La caduta del MURO di BERLINO del 1989 e l’indipendenza delle Repubbliche Baltiche segnarono una nuova era che Boris El’cin non seppe governare. Fu allora che l’America cominciò ad assaporare il pieno e incontrastato potere sul mondo industrializzato, e il mal celato desiderio di vedere definitivamente dissolto lo stato Sovietico, dimenticando completamente gli INSEGNAMENTI della STORIA che videro infrangersi i sogni di Napoleone Buonaparte prima, e di Adolf Hitler e delle sue vittoriose ed invincibili armate poi! Forse è difficile comprendere che la RUSSIA è e resterà un IMPERO, lo è non solo per l’enorme vastità dei territori, dove convivono ben 200 etnie diverse e più di 70 confessioni religiose, ma per lo spirito che anima il popolo Russo e che gli permette di continuare ad esistere e sopravvivere ad una storia lunga e ricca di cambiamenti epocali. Sarà lo stesso Boris El’cin a scegliere nell’agosto 1999 Vladimir Vladimirovic Putin quale suo successore “laurea in legge alla Statale di San Pietroburgo, tenente colonnello del KGB, poi primo ministro, quindi Presidente dell’Unione Sovietica”. Sotto il suo primo mandato come presidente, l’economia russa crebbe notevolmente per otto anni consecutivi, con il PIL e parità di potere d’acquisto aumentato del 72%. Sarà sempre lui a sfidare quelli che negli anni divennero i veri padroni dello stato, gli OLIGARCHI, padroni incontrastati dell’economia e quindi anche della politica. La dura lezione che gli inflisse fu un monito che l’Occidente avrebbe dovuto capire, lo spirito nazionalista stava rinascendo e con lui la necessità di riaffermare la Russia quale antico Impero. Storicamente la Russia nasce dal dissolvimento di tre grandi imperi, Bisanzio, Cinese e Persiano “questa genetica fa sì che la Russia non potrà mai essere la figlia più piccola di nessuno!” Certamente sarebbe stato più proficuo accettare i tanti momenti di avvicinamento che la politica Russa propose all’Occidente per tutti gli anni 90 (geograficamente il suo territorio è in Europa), purtroppo l’insensato sogno Americano di distruzione dell’URSS, non seppe cogliere la differenza del riassetto politico che seguì la caduta del muro e la fine del comunismo. Ora il rischio è che lo spostamento verso la Cina cambi definitivamente l’assetto geopolitico in favore dell’altro antagonista dell’America, e che si trascini l’India, formando così un potentissimo blocco asiatico col quale sarà difficile confrontarsi. La crisi globale innescata dal fallimento della Lehman Brother e a catena dalle banche occidentali detentrici dei prodotti finanziari tossici, ha spinto l’America a creare ben 16 TRILIONI di dollari per coprire l’enorme buco economico che metteva a rischio di fallimento tutte le grandi banche e, con esse, l’economia occidentale al gran completo, aggravando irrimediabilmente l’equilibrio monetario degli Stati Uniti e portando a 70 TRILIONI “settantamila miliardi” di debito senza copertura, e cioè che non poteva essere stampato e/o emesso, tanto che Domenique de Villepeine, ex ministro degli Esteri Francese (oggi Presidente del DAGONG l’agenzia di rating Cinese), lo definì un camion in corsa carico di dinamite! È vero che questo debito è spalmato su tutto il mondo, ma per 1/3 è detenuto dalla CINA, il che complica notevolmente il fatto. Ora l’America non ha che una via d’uscita: distruggere mercati con la guerra per poi ricrearli “rifinanziandoli” , ripianando così la propria economia prima che la bolla finanziaria si sgonfi definitivamente, facendole perdere credibilità e potere sui mercati, e soprattutto prima che la scommessa di Putin di riagganciare il valore del rublo al valore dell’oro si attui e rischi di capovolgere i mercati e la supremazia del dollaro sul mondo, cosa che gli USA non possono proprio accettare e per la quale sono disposti a rischiare il tutto per tutto. Ora l’America lanciato il sasso ritira la mano, ricordando all’Ucraina di averla preventivamente avvertita dell’imminente attacco russo “facendo così capire che per quanto la riguarda il suo appoggio è finito” lasciando così la patata bollente tra le mani di un’Europa tirata dentro per i capelli in un conflitto che, come ho già più volte detto rischia di investirla, dato l’alto numero di pericolose postazioni NATO sul territorio “diverse centinaia, delle quali 126 solo in Italia”. Ora toccherà ai politici Europei smontare le mire di vittoria totale promesse a Zelens’kyj per riportarlo ad una ben più misera realtà “peraltro scontata dall’inizio del conflitto, causa la disparità delle forze in campo”. D’altronde la visita della Presidentessa Ursula von der Leyen in Ucraina cosa può vaticinare se non una resa con annessa perdita dei territori invasi dalle armate Russe ma… con in cambio un’entrata frettolosa di una UCRAINA MONCA sotto l’ombrello Europeo a ripararsi da eventuali, quanto inverosimili ulteriori sortite Russe. Come dire ora che l’America ha indebolito sia la Russia che l’Europa a spese dell’Ucraina, va a giocare sul tavolo degli adulti e si prepara alla difesa di una Taiwan, minacciata da quei Cinesi che han già detto chiaro che “in caso di ingerenze son pronti a DICHIARAR GUERRA A CHIUNQUE SI FRAPPONGA LORO”. E la Cina non è certo l’Ucraina ….

di Paolo Bandini Callegari